Chapter 28 - All'alba

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Clarke's POV

Quando Clarke sognava il momento in cui avrebbe rivisto Bellamy, si immaginava di correre tra le sue braccia e scoppiare in un pianto di gioia sul suo petto.

Non si aspettava di certo di dover gridare pietà mentre la persona che amava più al mondo le strattonava i capelli biondi con così tanta forza da impegnarli di sangue, trascinandola lontano dai suoi amici.

- Bellamy...lo so che ci sei ancora, ti prego fermati – lo pregò Clarke, mentre le lacrime cominciavano ad offuscarle la vista.

A quel punto il demone, tenendola sempre per i capelli, la mise in piedi e l'avvicinò a sé.

- Sai, lo sento piangere e pregarmi di avere pietà di te – le sussurrò il demone all'orecchio.

- Mostro! – gridò furiosa Clarke verso il demone.

Senza pensarci due volte, la bionda estrasse dalla cintura un piccolo pugnale, che le aveva dato Jace, e lo conficcò nella gamba di Bellamy, costringendolo a lasciare la presa sui suoi capelli.

Velocemente la ragazza si guardò intorno e riuscì a scorgere Alec, Isabelle e Jace...quando il demone si era scaraventato su di loro avevano perso i sensi.

Poco più lontano vide Clary che veniva trascinata in malo modo da un gruppo di Terrestri, verso chissà dove...

E in quel momento Clarke capì che non era stato un caso se loro due erano state le uniche a non venire tramortite.

Il demone voleva lei per far soffrire Bellamy e con molte probabilità Jonathan aveva ordinato di portagli Clary viva e cosciente...perché le sarebbe servita al suo scopo...tornare nella sua dimensione.

Clarke non ci pensò due volte e mentre il demone era ancora distratto, cominciò a correre verso l'accampamento.

Clary's POV

Mentre veniva trascinata sul terreno umido, Clary continuava a gridare e inveire contro i Terrestri...finché non arrivarono all'entrata di una grotta terribilmente familiare alla ragazza, visto che vi era stata rinchiusa già una volta, insieme a Isabelle, Clarke e Octavia.

Gli uomini la afferrarono per le braccia e la tirarono su fino a farla stare in piedi e cominciarono a spingerla all'interno.

Quando i suoi occhi si abituarono alle tenebre, Clary si rese conto di percorrere un lungo corridoio e in fondo vide un bagliore...man mano che ci si avvicinava la rossa cominciò a capire che si trattava della luce del sole appena sorto.

La fecero fermare proprio sotto allo scorcio dal quale filtravano i tenui raggi, pian piano la rossa cominciò a distinguere il suono di un respiro, poi suo fratello le si palesò davanti.

Mai come in quel momento, Clary aveva desiderato di avere con sé la spada.

Alec's POV

La prima cosa che Alec sentì fu un lancinante dolore alla testa, poi al collo e a tutti i muscoli del suo corpo. Quando la sua vista smise di essere appannata, si accorse di trovarsi dentro una gabbia...e pochi secondi dopo tutto gli fu chiaro.

Il demone che possedeva Bellamy li aveva tramortiti e i Terrestri li avevano catturati, girò la testa in entrambi i lati ignorando il dolore e vide altre due gabbie, dentro le quali riconobbe sua sorella e il suo parabatai, ancora con gli occhi chiusi...Alec poteva contare solo su sé stesso per liberarsi.

Ovviamente i Terrestri lo avevano privato delle sue armi, ma nella speranza che non avessero ritenuto il suo stilo come una possibile via di fuga, il ragazzo tentò di liberarsi i polsi che gli erano stati legati dietro la schiena.

Dopo diverse prove fallite, Alec si vide costretto a rompersi il polso...una volta raggiunta la sua tasca il ragazzo si stupì di trovarvi davvero dentro il suo stilo e si consolò del dolore con l'idea di poter attivare l'Iratze.

Una volta che l'Iratze ebbe fatto effetto, Alec disegnò una runa di apertura sulla serratura della gabbia che si aprì facilmente...ripeté la medesima operazione sulle gabbie di Isabelle e Jace, che nel frattempo avevano ripreso conoscenza.

Fu allora che una domanda si insinuò nella mente di Alec: - Dove sono Clary e Clarke? –

Clarke's POV

Sebbene l'idea iniziale di Clarke fosse stata quella di seguire Clary, successivamente aveva capito che per aiutarla avrebbe dovuto prima ritrovare la spada.

Era per quel motivo che Clarke era tornata indietro e aveva deciso di esplorare il campo nella speranza di capire dove avrebbero potuto nasconderla.

- Non fare un altro passo – le intimò a un tratto una voce alle sue spalle, i piedi di Clarke si arrestarono all'istante.

- Voltati lentamente e non fare scherzi – le venne ordinato, la bionda iniziò a muoversi piano...fin quando si ritrovò davanti al comandante Lexa.

La donna le puntava contro una lancia ben affiliata e alla sua cintura Clarke riconobbe la spada "Eclissi di Luna".

- Immagino che tu stessi cercando questa – le disse Lexa sfiorando con un dito il manico dell'arma.

- Non credevo che vi sareste impegnati così tanto per proteggere Jonathan...viene da chiedersi se lui farebbe lo stesso per voi – la sfidò Clarke prendendo coraggio.

- Credi veramente che basti qualche tua parola per convincermi a darti la spada? Abbiamo un accordo, una volta tornato a New York riacquisterà tutto il suo potere e poi ci aiuterà a sterminare tutti voi, i venuti dal cielo...non avete il diritto di piombare qui dal nulla e invadere la nostra Terra – esclamò furibonda Lexa.

- Non tornerà mai qui, non correrà il rischio di rimanere bloccato di nuovo solo per un patto fatto con voi...vi sta ingannando e non te ne rendi neanche conto...ma prego fa quello che vuoi con me, uccidimi pure...ma quando Jonathan farà lo stesso con voi sarà solo colpa tua, perché io ti ho offerto l'occasione di salvarvi e l'hai ignorata – sbottò Clarke guardandola negli occhi.

- Bugiarda! Tu menti...vuoi solo convincermi a darmi la spada...tu vuoi fermare Jonathan...- gridò con rabbia il comandante spingendo Clarke a terra ed estraendo la spada - ...e io non posso permettere che accada – le disse Lexa con tono di voce calmo e proprio mentre stava per perforarle il petto con la lama...una freccia le si conficcò nell'addome e la donna si accasciò a terra.

- Clarke! – si sentì chiamare la bionda da suo fratello, si voltò e lo vide insieme a Isabelle e Alec, il quale teneva in mano l'arco che le aveva salvato la vita, la ragazza fece per dire qualcosa ma poi vide Jace afferrare Lexa per le spalle e metterla in piedi.

- Te lo chiederò una volta sola, e sappi che sono stato cresciuto dallo stesso uomo che ha cresciuto Jonathan...non ti conviene farmi arrabbiare, dove diavolo è Clary? – ringhiò Jace contro la donna.

Il comandante lo osservò con occhi pieni di odio ma anche di paura e indicò con la testa una grotta, poi Jace la lasciò cadere a terra ad esalare i suoi ultimi respiri.

Dopo aver raccolto la spada caduta dalla mano di Lexa, il biondo corse verso il punto indicato dal comandante e così fecero anche tutti gli altri.

SPAZIO AUTRICE:

Volevo scusarmi per non aver aggiornato ieri, il computer mi è andato in aggiornamento e non ho potuto usarlo fino ad ora.

Quindi, nonostante il ritardo di un giorno, questo è il capitolo 28.

Volevo anche dirvi che mancano due capitoli alla fine del libro.

Grazie di aver letto.

A martedì.

~Shadowhunters|| The 100~ Nephilim e ColoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora