Chapter 11 - Octavia Blake

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Clarke's POV
I 100, I 4 shadowhunters, Magnus e un ragazzo che Clarke non conosceva, attraversarono il portale e Clarke si ritrovò di nuovo nella natura incontaminata. Bellamy aveva già cominciato a dare direttive per la costruzione di un accampamento, sembrava molto importante per lui che i 100 si costruissero il loro campo, infatti aveva rifiutato più volte la magia di Magnus.
Clarke stava osservando I ragazzi lavorare quando sentí un tonfo e un gemito di dolore... Si voltò e vide una ragazza mora ai piedi di un albero con una ferita sul braccio. Clarke si avvicinò a lei, aveva ereditato da sua madre l'istinto da medico, osservò il taglio, fortunatamente non era troppo profondo, la sollevò e la portò all'interno della navicella, la adagiò su una branda e le fece un bendaggio di fortuna, passarono un paio di minuti e la ragazza mora la ringraziò con un dolce sorriso, Clarke non riuscì a tenere a freno la curiosità e chiese - Come ti chiami? E come ti sei ferita? - la mora aveva degli occhi che a Clarke parvero familiari, ma non riusciva a ricordarsi dove li aveva visti, intanto la ragazza si stava presentando - Mi chiamo Octavia, era su un albero per controllare che i "terrestri" non si stessero avvicinando ma devo essere caduta - Clarke non fece in tempo a porre altre domande che nella navicella piombò Bellamy, gridando il nome della paziente di Clarke, si avvicinò a lei e disse - Ti ho vista cadere e mi sono precipitato qui...che ti è successo? - Octavia rispose con un lieve sorriso, poi guardo un direzione di Clarke e disse - Bell, tranquillo, sto bene, ci ha pensato lei a me - con queste parole fece voltare Bellamy che incontrò gli occhi di Clarke e sorrise, Clarke capí perché gli occhi di Octavia erano familiari, erano quelli di Bellamy, aveva aiutato sua sorella. Bellamy la fissò ancora qualche istante, come per assicurarsi che fosse reale, poi le disse - Hai salvato mia sorella... Grazie - Clarke arrossí ma tentò di non darlo a vedere, si schiarí la voce e rispose - Ho fatto quello che andava fatto - e rimasero a fissarsi ancora qualche istante, in silenzio, ma non era imbarazzante, era un silenzio piacevole e armonioso.

Poche ore dopo l'accampamento era quasi pronto e i ragazzi avrebbero passato la notte nella navicella, facendo dei turni di guardia per prevedere eventuali attacchi. Clarke aveva capito che il ragazzo insieme agli Shadowhunters era il migliore amico di Clary, Simon, il vampiro. Stava ripensando a quello che la shadowhunter le aveva detto sulla morte e le risurrezione di Simon quando si sentí toccare una spalla, si voltò e incontro due paia di occhi color ossidiana... Bellamy era davanti a lei, con in mano l'arco che aveva costruito in giornata tutto da solo rifiutando la proposta di Alec di prendere uno dei suoi, le disse - Alec, Jace, Simon ed io andiamo a procurarvi qualcosa per cena, con voi rimane Magnus, è uno stregone immortale, vi proteggerà da qualsiasi cosa, insomma è sopravvissuto al crollo dell'impero Romano... - Così dicendo strappò una risata a Clarke, risero insieme e poi lui si allontanò con gli altri verso il bosco, nel momento stesso in cui Clarke vide sparire Bellamy tra gli alberi, sentí un scoppio e poi vide arrivare un esercito di uomini dalla testa calva vestiti con pelli di animali. Magnus tentò di trattenerli ma invano, sentí gridare Isabelle, corse verso Clary che combatteva con uno degli invasori finché sentí un forte dolore alla nuca, qualcuna l'aveva colpita, si accasciò a terra, ma prima di svenire riuscì a pensare solo a una persona... Bellamy.

~Shadowhunters|| The 100~ Nephilim e ColoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora