14-Day ten

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my faults

Ho sempre pensato che tra i miei difetti più grandi ci siano l'indecisione (che mi porta a spendere un'eternità di minuti in negozi su negozi solo per scegliere un paio di jeans e ad avere ogni tanto qualche rimpianto) e il complicarsi troppo la vita. Mi spiego meglio: tendo a riflettere troppo su tutto e a buttarmi poco, non sono una persona molto impulsiva e decisamente non estroversa, colpa forse della timidezza che mi accompagna da quando sono piccola ma che è notevolmente migliorata con il tempo. Penso troppo, solitamente ingigantisco ogni cosa e complico anche quello che è semplice senza farlo apposta, tanto che a volte mi faccio problemi inesistenti che tendono anche a rovinarmi un' intera giornata. Forse dovrei vivere di più, lasciarmi un po' più andare, e anche se a volte sembra come se lo stessi negando a me stessa, la vita è effettivamente una sola.

Ieri sera ho pensato più volte di parlare con Ashton, di confessargli le cose che mi vagano nella testa, di dirgli che non so se da sola sto bene o meno, che non voglio essere il suo burattino, di chiedergli cosa pensa di me e che sarebbe successo se ci fossimo effettivamente baciati, cosa sta succedendo nelle nostre teste complicate. Ma non ho trovato il coraggio, ho pensato che forse parlargli non era una cosa necessaria o la cosa più intelligente da fare, ho preferito fare la preziosa lasciando stare tutto così. Il risultato non è stato (come forse potevo prevedere) dei migliori: io ho continuato a riflettere sulle stesse cose e a fare discorsi inutili nella mia testa, ignorando Ashton che pur non avendo chissà quali colpe se ne è stato in disparte con aria abbattuta. Qualcosa è però cambiato oggi, una strana sensazione si è impadronita di me mentre passeggiamo tranquillamente sulle foglie secche.

«Ho una strana sensazione.»

Penso ad alta voce.

«In che senso?»

Domanda Ashton, lo osservo quasi sobbalzando meravigliata, non mi aspettavo una risposta, sono sorpresa che mi stia calcolando dopo esser stato muto per così tanto tempo.

«Non lo so...c'è qualcosa, ho sempre avuto un sesto senso particolare e mi si è come attivato.»

Tento di spiegargli gesticolando con le mani. È vero, ho sempre avuto queste sensazioni che mi permettono di prevedere una certa situazione futura negativa o positiva che sia, quando sta per accadere qualcosa che non va o di emozionante semplicemente lo sento. È sempre stato come un mio piccolo super potere.

«È una sensazione positiva o negativa?»

Mi chiede. Rifletto qualche secondo cercando di concentrarmi.

«Credo negativa dato che mi è salita un po' d'ansia, dobbiamo cercare di essere prudenti.»

Gli accenno un sorriso veloce a testa bassa senza dunque guardarlo troppo.

«Certo può essere anche che io mi stia sbagliando, magari è una sciocchezza. Insomma, già ce ne sono successe tante, non so che altro potrebbe accadere.»

Commento concludendo con una risata amara, non mi sbaglio mai ma seriamente, cosa potrebbe succedere?
Ashton non risponde a voce, annuisce solamente facendo ondeggiare i capelli che noto essersi leggermente allungati rispetto a quando siamo partiti, esattamente dieci giorni fa. Sembra un'infinità.
Alzo lo sguardo e noto come delle piccole nuvole invadono il cielo prima completamente limpido, una di queste si posiziona coprendo lievemente il sole, menomale, almeno non rischio un'altra stupida scottatura.

«Va bene se facciamo un attimo una sosta e sgranocchiamo qualcosa?»

Domanda dopo un po' il ragazzo della foresta fermandosi all'improvviso.

«Sì, mi è anche venuto un leggero mal di testa, forse è meglio fermarsi un po'.»

Rispondo. Il mal di testa è tutt'altro che leggero, ma tra il caldo che mi abbassa la pressione e tutte le ore di sonno perse è normale, primo o poi spero di abituarmici.
Così ci riposiamo per una buona ventina di minuti sull'erba alta mentre in mano teniamo un semplice panino di insalata e pomodori. Una volta finito continuiamo il nostro lungo cammino con la mente leggermente più lucida e un minimo più rilassata.

Dopo ore di continuo silenzio quasi mi prende un colpo sentendo un ululato provenire da un punto non molto distante da noi, il che mi porta indietro al nostro primo giorno di viaggio, anche se la paura è diminuita.
Ci affrettiamo a nasconderci dietro un tronco mentre sentiamo l'animale avvicinarsi piano piano, il respiro di Ashton solletica il mio collo il che mi provoca un brivido lungo tutta la schiena. Scuoto la testa, non ci devo pensare.
Rimango sorpresa non appena sento un verso inaspettato, una sorta di ululato ma molto più breve, simile ad un abbaio. Rimango ancora più stupita non appena un grande cane sbuca da dietro un albero proprio davanti i nostri volti. Mi strofino gli occhi, sono abbastanza sicura sia un incrocio tra un husky ed un pastore tedesco, ed è per questo che pare avere le sembianze di un lupetto...conosco bene le razze canine avendo sempre avuto un amore folle per questi. Il cagnolone ulula nuovamente, non posso credere di averlo davvero scambiato per un lupo.

Esco dal mio nascondiglio e mi avvicino con cautela mentre lui mi osserva con i suoi occhietti tondi e la lingua di fuori.

«Che fai?»

Domanda Ashton a fil di voce ancora dietro al
tronco, mi guarda allucinato, cosa che mi fa troppo ridere.
Mi allungo lentamente verso il cane il quale
annusa leggermente la mia mano con il suo nasone umido e freddo, si sdraia poi sull'erba sbadigliando noncurante. Effettivamente si è fatta notte.

«Hey...»

Sussurro accucciandomi per accarezzargli meglio la testa dal pelo soffice, mi ritraggo non appena noto una cosa che mi fa rabbrividire. "Come è possibile?" Domando confusa tra me e me.

«Sei matta? Allontanati da quel lupo!»

Esclama Ashton preoccupato uscendo anche lui da dietro l'albero.

«Non è quello che pensi...»

Gli dico alzandomi in piedi, mi volto osservando con ansia i suoi occhi chiari.

«E ho come l'impressione che ci stiamo avvicinando ad un qualcosa di molto pericoloso.»

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stanno arrivando punti importanti, spero incuriosiscano!!🌟
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