15- Day eleven

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pirates

«Cosa intendi con: "ho come l'impressione che ci stiamo avvicinando ad un qualcosa di molto pericoloso"?»

Domanda Ashton con aria confusa.

«Vieni, guarda...»

Gli dico prendendogli il braccio ed iniziando ad avvicinarmi alla testa del cagnone.

«No ma stai scherzando?! Lascialo perdere.»

Sfila immediatamente la mano dalla mia.

«Non è un lupo Ash... è un cane, sono anche abbastanza sicura che sia addomesticato.»

Il ragazzo continua ad osservare basito prima me e poi il finto lupo. È come se avesse un enorme punto interrogativo sulla faccia.

«Guarda il pelo pulito...»

Cerco di spiegarmi meglio indicandogli l'animale.

«Credo sia abituato alla presenza degli esseri umani...»

Confermo la mia teoria accarezzandogli il muso, vedo il ragazzo assumere un'espressione più seria ed iniziare ad avvicinarsi lentamente. Si posiziona davanti a me.

«Ed è anche ben nutrito.»

Nota Ashton osservandolo. Alzo gli occhi al cielo ridacchiando.

«Ti ha dato del ciccione, io mi offenderei.»

Dico riferendomi al cagonolone, Ashton inizia a ridere dolcemente facendo comparire quei due suoi buchetti alle guance che a me fanno tanto impazzire. Non so, ho sempre adorato le fossette.

«Non me lo mettere contro ti prego!»

Esclama sorridendo, il che mi fa sentire immediatamente più leggera. Alzo le spalle e mi lascio andare in una lieve risata.

«Comunque.»

Continuo tornando al discorso improvvisamente preoccupata. Spero non sia nulla di grave, solo una messa in scena.
Chiudo gli occhi ed ispiro.

«Ha una targhetta al collo...con un teschio inciso.»
«Cosa?»

Chiede Ashton con un tono di voce più acuto del normale e sull'orlo di un'apparente crisi di nervi.

«Guarda...»

Lo porto verso di me, poi afferro con le mani tremolanti il collare del cane fino ad arrivare alla targhetta intravista prima e che mi aveva fatto tanto agitare così tutto d'un tratto. La mostro ad Ashton.

«Significa solo una cosa...»

Non siamo soli.

«Perché, pensavate davvero di essere le uniche persone a vivere qui?»

Una voce. Acida, sfottente, meschina, mi fa saltare e rabbrividire. Mi volto velocemente con il cuore in gola, un ragazzo di probabilmente pochi anni in più di noi ci esamina velocemente da capo a piedi.
Ha i capelli biondi e ben in ordine, è vestito con una specie di larga divisa completamente nera, a spezzare il monotono colore è una cinta argentata legata in vita.

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