Capitolo 2

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Capitolo 2 

Aprii gli occhi ed ero nella mia stanza. Guardai la sveglia e segnava le undici e mezza. Non avevo mai dormito così tanto in vita mia. 

< Mannaggia a Harry! > esclamai massaggiandomi le tempie. Avevo un mal di testa insopportabile ed era causato dall'uscita della sera prima. Non ero fatta per discoteche, musica ad alto volume e alcol ma una seratina così ogni tanto mi faceva svagare.

Mi alzai con molta lentezza e capii che quella sarebbe stata una giornata all'insegna dell'ozio. Scesi sotto per vedere se i miei erano in casa e li trovai in cucina. 

< Buongiorno tesoro! > disse mio padre baciandomi la fronte.

< Buongiorno a voi! Dove siete stati? > chiesi sorridendo.

< Abbiamo fatto spesa e tuo padre ha deciso di preparare il pranzo! > rispose la mamma.

< Perché? Sto dimenticando qualche anniversario? > esclamai facendo mente locale delle date importanti.

< Bhè diciamo di si! Oggi sono ventinove anni dal nostro primo appuntamento! > esclamò mio padre cingendo con il braccio la vita della mamma.

< Ah non lo sapevo! Allora buon anniversario! > dissi sorridendo e abbracciandoli.

< Vi stupirò con un piatto spagnolo da leccarsi i baffi! > si pavoneggiò l'uomo di casa.

< Ne riparliamo dopo pranzo! > esclamò la mamma con tono di sfida che mio padre accolse.

< Bene voi continuate qui, io faccio un luuungo bagno rilassante! > annunciai salendo in camera nuovamente.

Diedi una lieve riordinata alla stanza e dopo aver preso i panni puliti mi chiusi in bagno immergendomi nell'ampia vasca. Mi insaponai il corpo e i capelli poi mi immersi completamente in acqua e una volta tornata in superficie, poggiai la testa sul bordo chiudendo gli occhi.

Iniziai a pensare a molte cose: l'esame, il lavoro, la serata precedente, gli amici... ecco poi apparirmi un'immagine. In lontananza una moto a terra e un auto in mezzo alla strada dopo un testa coda. Di scatto riaprii gli occhi e cercai di regolarizzare il mio respiro. Non dovevo pensare. Era sempre deleterio e riportava alla mente quella foto che fortunatamente vidi solo sui giornali.

Mi asciugai e vestii con la musica accesa cosicchè il mio cervello non portasse alla luce quei ricordi che avevo seppellito.

< Juliet! E' pronto! > gridò papà dal piano inferiore. Li raggiunsi in cucina e mi sedetti a tavola. Il profumo non era male ora bisognava aspettare il gusto.

< Tutto bene? > mi chiese mio padre poggiando la pentola al centro del tavolo.

< Si! > mentii sorridendo.

< Ma secondo te, Fred, come può stare bene se hai cucinato un miscuglio indescrivibile?! > esclamò mia madre riferendosi al cibo che stavamo per mangiare.

< Provate e poi giudicherete! > disse sedendosi e iniziando a mangiare.

Era buonissimo. C'erano riso, verdure, carne, pesce e una spruzzatina di limone a crudo che rendeva tutto più fresco simile ad una insalata.

< Che ne dite della mia paella? > chiese papà soddisfatto.

< E' buonissima. Non credevo sapessi cucinarla così bene... > esclamai con gli occhi bassi sul piatto.

< Si, ma ne ho mangiate di migliori! > disse mia madre storcendo il naso.

< Michelle?! > la guardò mio padre divertito < Tu non sapevi nemmeno cosa fosse una paella! E' tanto difficile darmi una soddisfazione e dirmi che era buona? > esclamò poi stizzito.

Il peso dei ricordi (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora