Capitolo 9

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Capitolo 9

#Louis’ pov

Oggi era giorno di riposo per tutti in azienda. Finalmente anche per noi erano iniziate le ferie ma ero ugualmente impegnato con mia madre per via del matrimonio. Sarebbe stato a fine Agosto ma le commissioni da fare erano ancora molte.

Ci recammo all’atelier per la prova dell’abito e per vedere se c’erano ancora modifiche da apportare al bel vestito che aveva scelto la mamma. Era un abito bianco in pizzo che scendeva lineare aprendosi infine in uno strascico ampio. Le stava proprio bene e quando lo indossava i suoi occhi si illuminavano.

< Buongiorno! > disse la ragazza all’ingresso. Mi pareva di ricordare che si chiamasse Sophia. L’avevo conosciuta alla laurea di Jack e Juliet.

< Buongiorno > rispondemmo io e la mamma.

< Ah Louis, è lei tua madre? > chiese gentilmente.

< Si! > sorrisi.

< Ho già visto l’abito e sarà una sposa bellissima! Prego accomodatevi di qua > disse portandoci in una piccola saletta. Io mi sedetti sul divano mentre loro scomparirono dietro la tenda.

Nell’attesa presi il mio telefono e notai una chiamata da un numero che non avevo registrato in rubrica. Avrei richiamato più tardi perché mia madre uscì dal camerino.

< Sei stupenda mamma! > le confessai guardandola.

< Grazie tesoro… > mi ringraziò commuovendosi.

< No, mamma. Non piangere… > dissi alzandomi ed abbracciandola. Lei mi strinse a sé e aggiunse < Hai ragione, devo tenere le lacrime per il matrimonio! >.

Sia io che Sophia scoppiammo a ridere poi arrivò Harry con un paio di jeans neri e una camicia bianca un po’ sbottonata sul petto. Sophia smise di ridere e tornò seria.

Capii quindi che la conversazione o litigata che aveva avuto con Juliet riguardava proprio lui.

< Tutto bene con l’abito? > chiese cortesemente. La mamma spiegò quanto e perché lo amasse e Harry sorrideva orgoglioso di aver reso felice una cliente.

< Grazie a Sophia non ho avuto nessun dubbio. Ha trovato subito ciò che cercavo. > continuò mia madre.

< Già è una ragazza sensibile nel suo lavoro… > disse Harry e vidi le guance di Sophia accendersi.

*   *   *

#Juliet’s pov

Anche se era giorno di ferie io ero andata in ufficio per stampare delle carte importanti dal computer di Louis. Era stato necessario perché mancavano solo quei fogli per la documentazione che dovevo mandare ad un’azienda straniera. I miei genitori invece erano andati fuori. Erano partiti perla Franciae sarebbero tornati tra una settimana così, mio padre mi aveva lasciato dei compiti che sarebbero dovuti spettare a lui.

Ero molto orgogliosa di come stava andando. Avevo tutto sotto controllo anzi, credevo di averlo. Infatti mentre ero in azienda, accesi il computer di Louis e notai che c’era da inserire la password. Perché avrebbe dovuto mettere una password? I miei nervi stavano saltando dopo tre o quattro tentativi falliti.

Entrai perciò nello studio di mio padre e cercai nella rubrica il suo numero di telefono. Feci squillare un miliardo di volte finchè non entrò la segreteria telefonica. Riattaccai e decisi che ci sarei tornata più tardi quando sarei riuscita a rintracciare Louis. Intanto mi ero registrata il suo numero sul cellulare per qualsiasi evenienza.

Mi incamminai verso l’atelier di Harry. Dopo la discussione con Sophia avevo bisogno di chiarire con entrambi ma soprattutto di capirci di più. Sophia era stata in grado di mettermi la pulce nell’orecchio. Perciò io avevo ripensato a tutti gli ultimi momenti passati con Harry e avevo ricordato dei comportamenti un po’ strani da parte sua. Dovevo sapere se era attratto da me. Non potevo illuderlo di nulla. Non volevo ferirlo.

Il peso dei ricordi (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora