... Lo colpii all'altezza delle spalle a causa della mia statura non molto elevata. Quel maledetto cadde a terra persino sopra le cose che aveva in mano. Mi spostai tirando un sospiro di sollievo e accesi di nuovo la luce.
Capitolo 10
Appena spinsi l'interruttore ed accesi la luce mi misi le mani in testa e le passai tra i capelli. Soffia buttando furia tutta l'aria che avevo in corpo e cercai di calmarmi ma soprattutto di pensare a cosa avrei fatto con quello. E se si svegliava? Oddio che situazione! Sapevo che non dovevo rimanere a lavoro fino a tardi!
Mentre continuavo a fissarlo steso e immobile sul pavimento mi venne voglia di vederlo in faccia. Volevo sapere chi diavolo era quello stronzo che era entrato nell'azienda di mio padre e poi per cosa? Quali potevano essere le sue intenzioni?
Mi avvicinai cautamente sperando che non si svegliasse e lo presi per le spalle. Mi sforzai e lo girai a pancia in su.
< Oh mio dio! Che ho fatto? > dissi in preda al panico appena vidi in faccia quello che fino ad un momento prima credevo essere un ladro, un assassino, un rapinatore.
< LOUIS.....! > iniziai a gridare scuotendolo.
< Louis, ti prego svegliati! > dissi ancora schiaffeggiandolo lievemente nella speranza che ciò potesse funzionare meglio. E se lo avevo ucciso? Madonna mia, aiutami!
Dopo una mezz'ora buona che continuavo a chiamarlo e a scuoterlo, iniziò a girare la testa e aprì piano gli occhi.
< Grazie al cielo! Sei vivo! > esclamai abbracciandolo.
< Ma che è successo? > mi chiese poggiando le mani sul pavimento e reggendosi da solo.
A quel punto mi accorsi di essere abbracciata a lui troppo strettamente così mi staccai e imbarazzatissima gli raccontai cosa era successo.
< Hai tentato di uccidermi quindi? > chiese ridendo e passandosi una mano dietro la nuca dolorante.
< Basta con questa storia! Pensavo fossi un ladro o un maniaco... > mi giustificai alzandomi da terra. Lui rise ancora. Nonostante lo avessi quasi ucciso, rideva. Riusciva a prendere tutto in maniera positiva.
< Cosa ci facevi qui? > chiesi poi con aria investigativa.
< Ero passato da queste parti e avevo visto le luci così ho pensato di portarti la cena. > spiegò alzandosi con calma.
< Davvero? > chiesi avvicinandomi a lui e aiutandolo ad alzarsi < Aspetta, fai piano! >
< Quella doveva essere la nostra cena! > esclamò sorridendomi.
< Come va la testa? > chiesi sentendomi in colpa e mettendogli un braccio sotto la spalla affinchè non cadesse di nuovo.
< Bhè diciamo che pulsa e gira! > disse divertito.
< Perdonami, Louis! > mi scusai.
< Basta scusarsi. Ormai la botta l'ho presa! > scherzò.
< Non dirlo ancora o morirò per il senso di colpa! > borbottai.
< No, basta veramente. Avrei dovuto avvisarti in qualche modo della mia presenza! >
Piano si staccò da me ma ebbe un capogiro e si poggiò alla scrivania per non cadere. Con calma lo feci sedere e raccolsi da terra il sacchetto di carta con dentro due hamburger e patatine ormai diventati una sottiletta. Louis ci era caduto sopra di peso schicciandoli del tutto.
< Mi dispiace che tu abbia sprecato i soldi per la cena! > dissi gettandoli nella spazzatura.
< Dovresti preoccuparti per me, non per i panini! > scherzò.
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Il peso dei ricordi (SOSPESA)
FanfictionCosa c'è di più straziante e deleterio che continuare a rivivere un passato, un ricordo, un qualcosa che ci ha cambiato radicalmente? Questo qualcosa ha portato difficoltà da affrontare ed è stato difficile da affrontare. Proprio per questo certi ri...