21 Novembre 2002
BELLA
"Non dici nulla?" fa Carl, io continuo a tacere.
E' ancora presto, saranno solamente le 8:30 e Carl è venuto a prendermi in ospedale. Non l'ho chiamato io, si è presentato di testa sua, probabilmente immaginava che questa mattina avrei firmato i fogli per dimettermi e non voleva che tornassi a casa da sola.
"Allora?" insiste, io sbuffo del fumo dalla bocca, questa è già la seconda sigaretta della giornata, la prima cicca l'ho accesa in ospedale, dopo aver aperto gli occhi, beccandomi i rimproveri di una delle infermiere.
"Dovreste smettere di portarmi in ospedale ogni qual volta io perdo i sensi" dico, "a cosa serve? mi trattengono una notte e poi mi mandano via", "sei tu che te ne vuoi andare" precisa Carl, "perchè non ho niente" esclamo scaldandomi un pò. Già la scorsa volta mi son stati fatti diversi accertamenti, ma in me non c'è niente che non va, i medici dicono che son solo gli alti livelli di stress che mi riducono così e mi consigliano, quindi, di cercare di mantenermi calma e di rilassarmi di più, come se fosse facile, la fanno così semplice, ma che ne sanno loro di me e della mia vita?
"Dove te ne vai? Casa tua non è per di qua" fa poi Carl, "devo andare al lavoro" dico io, lui mi afferra per il polso: "niente affatto, Bella. Eddy penserà a giustificare la tua assenza e prenderà il tuo posto, questa mattina. Ricambierai il favore, prima o poi, ma oggi non intendo lasciarti effettuare nessun trasloco" dice, io mi volto un pò bruscamente, guardandolo con occhi cattivi: "e chi sei? Mio padre?" faccio, poi sussulto, pentendomene subito. Carl serra le labbra ma non mi lascia il braccio, è abituato a questi miei scatti di rabbia, io gli chiedo scusa.
"Non voglio andare a casa" confesso, "non voglio stare da sola oggi" dico e sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma non intendo piangere.
Quando ho ripreso conoscenza, stanotte, mi trovavo già sul letto di una stanza d'ospedale. Accanto a me, una vecchietta russava, la camera era immersa nel buio e lì per lì, mi sono chiesta che cosa ci facessi io in un posto del genere, poi mi sono ricordata del malore che ho avuto e il panico è ritornato ad impossessarsi di me: è stato per via di Will. Danny, in qualche modo, l'altra volta, ha provato a parlarmi di una sua ipotetica condizione a cui io non ho voluto credere, ieri, però, dopo il concorso, il suo viso e quello di Carl si son fatti seri e scuri nonostante avessimo vinto il secondo premio e mi hanno apertamente rivelato della sua dipendenza dalle droghe.
Will sta male e pare che a spingerlo a tanto sia stata io. Forse è questo che più mi ha addolorata.
E' stata la bambina alla mia destra, stanotte, a rendersi conto dei miei spasmi. In camera eravamo in tre e l'anziana signora dormiva profondamente, quindi non può avermi salvata che la piccoletta dai capelli dorati che deve aver chiamato qualcuno affinchè mi soccorressero.
Ho già pianto e sofferto molto stanotte, non voglio continuare a farlo, non voglio continuare a lasciarmi prendere dal panico, per questo non posso andare a casa, Emily tornerà per qualche giorno dai suoi genitori, doveva prendere il treno proprio questa mattina e io mi ritroverei da sola, inghiottita dal silenzio di quella dimora e mi lascerei trasportare dai pensieri, mi domanderei ancora cos'è che devo fare, mi comincerei a dare colpe che non sono sicura di avere e starei di nuovo male.
"Bella" prova a dire Carl, io stringo i pugni e due secondi dopo, mi ritrovo stretta tra le sue braccia. Non riesco a trattenermi ed esplodo, Carl mi stringe ancora di più e io mi aggrappo a lui, iniziando a singhiozzare. "Com'è potuto succedere, Carl? Perchè lo ha fatto?" domando con disperazione, Carl mi accarezza i capelli: "tu non hai di che rimproverarti, te l'ho già detto, niente giustifica le sue scelte" dice. Sono le stesse parole che mi ha rivolto quando Will se n'è andato, non ci ho mai creduto davvero.

STAI LEGGENDO
CRY BABY
RomanceCombatto da una vita, da quando sono stata messa al mondo, credo. Non sempre, però, sono stata forte; ho avuto anch'io i miei momenti di debolezza, ma, del resto, una come me non potrà mai avere le cose facili e forse, se non avessi lottato così tan...