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2 ottobre 2002

BELLA

"Eddy, muoviti, è solo uno scatolone. Sei così lento anche a lavoro?"

Stiamo trasportando l'ultimo pacco. Richiedere l'aiuto di un camion addetto ai traslochi mi sarebbe venuto a costare abbastanza e dato che quelli della ditta in cui lavora Eddy son tutti occupati, ho deciso di trasferire la roba da casa di Eddy al mio nuovo appartamento a mano.
Non ho poi chissà quante cose da spostare, così in un giorno soltanto, riusciamo a trasportare tutto.
Avremmo già finito da un pezzo se solo lui non avesse preso un appuntamento con quel tipo conosciuto chissà dove. Si è impuntato a tutti i costi di presentarmelo.

"Bene, questo è l'ultimo."

Eddy poggia la scatola di cartone sul pavimento della cucina, vicino a tutte le altre. Ci penserò in seguito a sistemare ogni cosa.

Mi guardo intorno.

L'abitazione non è piccola, ma dato che è ancora semivuota, appare molto più spaziosa.

La poca somma di denaro che avevo, l'ho consegnata al padrone di casa come primo mese d'affitto, dunque devo racimolare qualcos'altro per iniziare ad acquistare i mobili. Per ora la dimora conta solamente di un letto matrimoniale e un vecchio cassone come comò in una delle stanze da letto, un tavolo sgangherato e due sedie vecchie sotto la finestra della cucina e dei sanitari sporchi e incrostati in bagno.
Prima o poi arrederò questo posto come si deve.

"Ricordami come mai non sei al lavoro" dice Eddy e io glielo rispiego. "La madre del proprietario del ristorante è venuta a mancare proprio questa mattina. Saremo chiusi fino a domani, per fortuna."

"Hey, non dovresti essere felice delle disgrazie altrui."

Faccio spallucce. Non che goda della morte di quella povera disgraziata, ma tanto meglio per me avere due giorni liberi, non mi sto assentando di testa mia, quindi non può nemmeno sottrarmerli dallo stipendio, quello spilorcio.

"Non mi hai detto cosa ne pensi, comunque."

"A proposito di cosa? Ah, di quel ragazzo?"

Ad un certo punto, come dicevo, abbiamo interrotto il trasloco per incontrarci con quel tipo, Danny.

"E' un bambino, Eddy!"

"Suona da Dio, non puoi negarlo."

Sospiro.

Ho finto di non prestare molta attenzione a quel ragazzo, Eddy ha pensato che volessi a tutti i costi ultimare il mio trasferimento, in realtà l'ho ascoltato per bene. E' davvero niente male.

"Non sono sicura che faccia al caso nostro. Ti sei così intestardito, Eddy. Perchè non accetti il fatto che io voglia ripartire da zero?"

"Perchè non posso credere che non esista più un noi."

Lui stringe i pugni, io sfilo una sigaretta dal pacchetto e me l'accendo.

"Già impuzzolentisci di fumo le pareti di casa tua?"

"Qui ci abito io, faccio quello che mi pare" dico, poi però, vado ad aprire la finestra.

"Così va bene?"

Lui sospira: "starai bene tutta sola?"

"Non sarò sola. Tra poco arriverà la mia coinquilina. Verrà a dare un'occhiata, non so quando effettivamente si stabilirà qui."

"Ne hai già trovata una?" chiede Eddy stupito, io annuisco ed ecco che suonano il campanello.

Eddy va ad aprire.

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