Svolte

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31 Dicembre 2002

EMILY

"Oh, Bella, sei stupenda" le dico. A guardarla, quasi piango dalla commozione: credo che non ci sia donna più bella di lei a questo mondo, il nome che le hanno dato, è davvero azzeccato. Prima pensavo che fosse Lara la ragazza più carina che potesse mai esistere: i suoi tratti non sono completamente occidentali, ma nemmeno troppo orientali; ha le gambe lunghe, un bustino da vespa, i seni e i glutei sodi, le braccia magre e delle mani aggraziate, un collo elegante, gli occhi azzurri come due pozze d'acqua, le labbra carnose, le guance rosa e i capelli rossi e ondulati. Io l'ho sempre trovata incantevole e l'ho tanto invidiata, ma mi son ricreduta, non c'è nessuno come Bella. La sua è una bellezza particolare: è molto magra, ma non sembra affatto una stecca da biliardo, le forme appena pronunciate la rendono comunque piacevole agli occhi degli uomini, si nasconde sotto le scure cromie dei suoi vestiti, ma non è affatto cupa, anzi, ha un viso che risplende, la pelle candida e gli occhi così verdi da poter illuminare persino una stanza buia, ma ciò che più adoro di lei, è la sua lunga e liscia chioma corvina che le arriva a metà sedere, così morbida e curata, sebbene sia una persona che non presta molta attenzione all'aspetto fisico, che potrebbe davvero far invidia a qualsiasi modella.

"Siete magnifici, ragazzi" faccio, guardandomi intorno. Anche questa volta, i membri dei Red Supreme si son preparati qui, nella mia piccola dimora, nell'appartamento che condivido con Bella da settembre. Davvero son fantastici e vestono abbinati: portano tutti e quattro i pantaloni in pelle, Bella indossa gli stivali alti, che le arrivano al ginocchio, mentre i ragazzi, indossano gli anfibi; Carl si è messo una t-shirt nera con un teschio bianco stampato sopra, una bianca cintura borchiata, un cappello sulla testa e non ha dimenticato i suoi inseparabili occhiali da sole. Danny ha scelto una camicia bianca con le maniche arrotolate fino a metà braccio e il colletto alzato, una cravatta nera allacciata distrattamente e completa il tutto la fascia sulla sua testa; Eddy porta una maglia di rete che poco gli copre il petto e la bandana nera al collo, Bella, infine, indossa un top nero sul seno e un lungo gilet dello stesso colore, a mo di mantello, che le arriva ai polpacci; ha i capelli raccolti in una coda alta e il trucco pesante sugli occhi.

"Ti emozioni per così poco, Emily" esclama Bella, scoppiando a ridere; mi prende in giro per lo stupore che mi si è stampato in faccia non appena li ho visti pronti, tutti in tiro per il grande evento di Capodanno. "Son così teneri i tuoi occhi lucidi, Emily" fa Danny, ridendo bonariamente di me, "sembri una bambolina, sul serio" aggiunge Carl. Io mi guardo il vestito: è azzurro, con le maniche e la gonna a palloncino, porto un filo di perle attorno al collo e uno attorno al polso; ho pettinato i capelli con uno chignon e i lacci delle zeppe fanno qualche giro attorno alla mia gamba per poi terminare con un piccolo fiocco. "Ho esagerato?" chiedo, insicura del mio abbigliamento, "ma no, sei bellissima" dice Eddy, stampandomi un bacio sulla fronte; io gli sorrido debolmente e abbasso la testa. Dopo quello che è successo settimane fa con Tyler, non sono più in grado di guardarlo negli occhi.

Sarei dovuta tornare a New York tre giorni fa, invece sono arrivata solamente questa mattina, raccontando a Bella una bugia; non sono nemmeno riuscita ad avvisare Eddy, ho lasciato che ci pensasse lei. I ragazzi ci tenevano tanto al fatto che io fossi presente stasera e sebbene sarei stata capace di deludere Eddy, non presentandomi e cercando di nascondermi dalla vergogna, non avrei potuto fare una cosa del genere a Bella, non a lei che tanto mi crede la sua sostenitrice numero uno. In effetti, lo sono davvero, perciò non sarei potuta mancare e mi sono, quindi, recata alla stazione per rientrare, affrontando un viaggio di qualche ora, durante il quale sono stata assalita da mille pensieri, sensi di colpa e voglia di tornare a casa dei miei.

La stazione della Grande Mela è sempre così affollata ed io avevo paura, al mio arrivo, di scorgere, tra tutta la gente che si accinge a lasciare la città o a mettervi piede, il viso di Tyler; temevo che potesse essere qui ad aspettarmi, pronto a costringermi, ancora una volta, a concedermi a lui. Per fortuna, della sua faccia non c'era neanche l'ombra e comunque, non dovrei parlare di obblighi, Tyler non mi ha mai puntato un'arma contro, sono stata sempre io a cedere; mi ha ricattata, si, ma avrei potuto risolvere le cose in un altro modo, questo mi fa sentire ancora più colpevole. Sono una ragazza facile, devo ammetterlo, sono debole e mi disprezzo moltissimo.

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