Capitolo 14

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"Da adesso in poi com'è che andrà
Con te che hai detto sono qua
E davvero
Sei qua fra noi
Fra noi, me e lei
[..]
Per te, per noi
Non so se sarò pronto mai
Prova a esser pronto tu per noi
Ascolto, mi insegnerai
Che puoi, che vale la pena vivere"

Federico

Quando la vidi svenire andai nel panico, cominciai a gridare il suo nome e a piangere, ero solo e stavo seriamente spaventando mia nipote quindi decisi di darmi un minimo di contegno, chiamai subito mio cognato che mi disse di portarla subito in ospedale e di lasciare Mami al piano di sotto, dove vivevano i miei suoceri
Corsi giù e cominciai a bussare incessantemente fino a che mia suocera venne ad aprire molto infastidita
La sua espressione però cambiò immediatamente appena vide il mio volto segnato dalle lacrime

"Federico che è successo? perché stai piangendo?"

"Io...Arianna sta male, ha vomitato poi è svenuta e non si sveglia più devo portarla in ospedale subito"

Non mi diede neanche il tempo di finire di parlare che corse di sopra, allora un po' se ne importava della figlia
Appena la vide cominciò ad urlare il suo nome, arrivò anche mio suocero che essendo il più lucido la prese in braccio e la caricò in macchina, mia suocera non volle restare a casa e quindi fui costretto a portarmi dietro anche mia nipote
Nella fretta avevo lasciato anche tutto a casa ma in quel momento riuscivo a pensare che non volevo perderla, mi sentivo in colpa ma anche un po' arrabbiato con lei per aver sottovalutato la sua salute
Arrivammo in ospedale e ci chiesero cosa fosse successo, io lo spiegai a grandi linee e dopodiché si chiusero con lei in una stanza per fare i dovuti accertamenti.
Essendo maggiorenne nessuno poteva entrare con lei quindi restammo tutti fuori, fortunatamente i miei suoceri, anche grazie a mio cognato che era sceso in pronto soccorso per cercare informazioni, decisero di andarsene e portarono anche la bimba con loro a casa con la promessa che li avrei chiamati appena si sarebbe saputo qualcosa
Aspettai mezz'ora ed ancora nessuno usciva dalla stanza, mio cognato era rimasto con me anche se non ero di grande compagnia e fortunatamente un'ora dopo un medico si avvicinò e ci disse che fortunatamente era stato solo un calo di zuccheri e che era normalissimo nella sua situazione

"Dottore mi scusi, ma di quale situazione parla?"

"La signora è in stato gravidico, dagli esami risultata alla quarta settimana quindi rientra nel primo trimestre dove, soprattutto con queste temperature elevate, cali di pressione sono molto frequenti.
La signora sta ancora riposando, mi raccomando di tenerla a riposo e non sottoporla a grandi stress dato che possono anch'essi essere motivo di perdite di coscienza
Lei è il padre?"

Mi dovetti sedere di colpo, io padre?
Avevo immaginato tante volte quel momento, soprattutto negli ultimi tempi ma ora che lo stavo vivendo non mi sentivo pronto.
Il medico mi guardò comprensivo e dopo averi dato una pacca sulla spalla ci salutò e tornò al suo lavoro, mio cognato mi guardava quasi spaventato dalla mia reazione e l'unica cosa che volevo fare in quel momento era scappare
Corsi fuori non dandogli neanche il tempo di fermarmi e cominciai a vagare fra i reparti, per caso o forse perché era l'unico reparto che conoscevo in quell'ospedale il mio vagare mi portò in ginecologia, feci per andarmene ma poi decisi di entrarvi, mi frrmai infine davanti al nido e cominciai a guardare tutti i bambini nelle loro culle
Erano così piccoli e non potevo credere che nel giro di otto mesi mi sarei ritrovato un esserino come loro fra le braccia
Cominciai a pensare, un bambino mio e di Arianna, con i suoi occhi, i suoi tratti ed il suo carattere..
Quella visione mi fece sorridere ma all'istante ritornarono tutte le ansie
Sarei stato sicuramente un pessimo padre e probabilmente mio figlio mi avrebbe odiato perché il mio lavoro mi avrebbe tenuto lontano da casa per tantissimo tempo
Pensai e ripensai cercando di assimilare la notizia fino a che non decisi di scendere.
Infondo in questa situazione non ero solo, avevo con me la donna della mia vita che probabilmente era molto più spaventa di me.
Quando scesi bussai alla sua porta e la trovai sveglia in compagnia della sua famiglia
Aveva il volto rigato di lacrime e suo padre mi fulminò con lo sguardo

Piccola Stella || Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora