Capitolo 6

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"Se riniziasse un'altra vita
Non chiederei che fosse infinita
Mi basterebbe sapere che esisti
Che è lo stesso il profumo che indossi
E se non mi conoscessi farei come ho fatto
Dirti che ti aspetto in un posto perfetto
Che poi io di perfetto non ho proprio niente
Divento perfetto se ti ho tra la gente
Comunque con te, comunque vada con te"

Federico
In tutti gli anni che erano passati, mai avevo immaginato di arrivare al punto in cui ero, mi sentivo l'uomo più felice del mondo e tutto quello che mi aveva tormentato fino a neanche una settimana fa da ieri era stato risolto.

Avevo sempre immaginato come ci si sentisse in situazioni come queste, avevo sperato ovviamente di poter avere una seconda possibilità dopo essermi reso conto, durante la mia storia con Veronica, che Arianna non poteva essere sostituita e probabilmente la mia fede mi aveva aiutato nel non perdere mai la speranza che tutto sarebbe andato nel verso in cui doveva andare.

Così mi ero ritrovato all'età di 25 anni ad aspettare , come un adolescente alla prima cotta, l'arrivo del giorno seguente per poterla rivedere.

Non avevo molta voglia di alzarmi dal letto ma ero obbligato a farlo dato che, nonostante non fossi convocato nella trasferta a Roma, dovevo comunque presenziare all'ultimo allenamento.

Quando arrivai alla Continassa, in anticipo come mio solito, trovai Cristiano che già si allenava in solitaria, lo salutai ed entrai in spogliatoio dove trovai le persone con cui avevo legato di più e che consideravo come fratelli maggiori: Andrea e Giorgio.
Proprio questi due mi avevano accolto, ormai quasi due anni fa, quando arrivai in questo nuovo mondo.
In quel periodo ero solo un ragazzo che aveva lasciato la squadra di cui egli stesso era tifoso per fare un salto nel vuoto in una realtà che, allora, era molto lontana dalla mia.
Loro mi avevano aiutato ad ambientarmi, ad entrare nella loro mentalità e mi avevano accompagnato nel mio percorso di crescita sia lavorativa che personale e, nonostante avessi un bel rapporto con quasi tutti, loro avevano sempre quel qualcosa in più che in quel momento fece sì che mi aprissi con loro dopo anni di silenzio, cominciai a parlare e loro mi ascoltavano con interesse, come solo un vero amico fa
Alla fine del racconto mi sentii molto più tranquillo e loro, dopo avermi preso per il culo per la mia infondatissima ansia, mi consigliano anche un locale che si trovava sulle colline di Torino.

Appena finì l'allenamento la squadra salì sul pullman che li avrebbe portati all'aereoporto ed io tornai a casa, dedicai tutto il pomeriggio e la sera a Wendy e Spike dato che li avevo un po' trascurati e la sera chiamai la mia famiglia, non sapevo se dire o meno a mia madre e mia sorella di Arianna, loro l'avevano amata come una figlia e una sorella nel poco tempo che eravamo stati insieme, quindi evitai l'argomento.
Il tempo in famiglia, che sia "faccia a faccia" o attraverso lo schermo, per me volava sempre quindi in men che non si dica si fece notte e dopo aver attaccato decisi di mandare un messaggio ad Arianna ed andare finalmente a dormire

Al mattino dopo mi svegliai veramente tardi per i miei standard, feci colazione e nonostante non avessi allenamento decisi comunque di allenarmi per conto mio, passai così la mattinata fino a quando non sentii suonare il citofono, andai ad aprire e mi ritrovai davanti l'ultima persona che mi sarei aspettato insieme a 2 ospiti;mia sorella era salita da Carrara insieme alle figlie per tenermi compagnia.
Restai scioccato e nonostante fossi felice cominciai ad andare nel panico , era impossibile che riuscissi ad uscire senza insospettire Gaia quindi, dopo ore passate a pensare come risolvere la cosa e a giocare con le mie nipoti , decisi di confessarle tutto
"Ma stasera riparti quindi?"
"Cosa c'è, già mi vuoi cacciare? comunque no, abbiamo il treno dopodomani alle 11"
"No, però c'è un problema... stasera io ho un impegno che non posso assolutamente annullare"

Piccola Stella || Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora