Capitolo 16

1.4K 46 5
                                    

"è per te il dubbio e la certezza
la forza e la dolcezza
è per te che il mare sa di sale
la notte di natale
è per te ogni cosa che c'è"

Federico

5 mesi dopo...

Erano passati 5 mesi da quando avevo chiuso dietro quella porta tutta la mia vita.
In quei 5 mesi avevo continuato ad insistere per risolvere, ogni mattina le mandavo il buongiorno ed ogni sera le mandavo la buonanotte.
Le conseguenze del mio tradimento si riversarono anche sul lavoro, avevo vissuto la peggior stagione della mia vita, avevo fatto perdere la Juventus ad una partita fondamentale per la qualificazione ai quarti di finale champions e per colpa mia eravamo usciti dalla competizione ben presto.
Il mister mi aveva parlato in modo chiaro, così come la società, e se la situazione non sarebbe cambiata mi avrebbero mandato in prestito in una squadra meno forte perché la Juventus non poteva risentirne per un mio malessere.

Non giocavo una partita da quel giorno ed ero caduto in una sorta di circolo vizioso, avevo cominciato a fumare nonostante non potessi, non avevo molti contatti con la mia famiglia e l'unico motivo per cui non mi ero ancora arreso era mio figlio, non sapevo ancora in realtà se fosse maschio o femmina ma era diventato la mia ragione di vita.Avevo cominciato a comprargli regali vari già da natale, gli avevo fatto fare una mini maglia della juve con il mio nome e numero ed idem per la maglia della nazionale ed aspettavo la sua nascita come se fosse una mia rinascita.

Fortunatamente la mia famiglia era ancora in contatto con lei e nei pochi contatti che avevo con mia madre, dato che mia sorella aveva deciso che non mi avrebbe rivolto parola per un periodo indeterminato , mi rassicurava sempre che il bimbo stesse bene senza aggiungere però tanti dettagli.

Erano passati 8 mesi da quando avevamo scoperto che Arianna era incinta e lei in quel periodo era già di un mese quindi probabilmente mio figlio stava per nascere, il giorno dopo sarebbe stato anche il mio compleanno ma l'unica cosa che mi interessava era esserci alla sua nascita.

Avevo già, purtroppo, contattato un avvocato perché volevo riconoscere mio figlio, e anche se mi spezzava il cuore portare in causa la donna che amavo ero costretto a farlo.

Era il 15 febbraio, mancava poco alla mezzanotte e dunque in breve avrei compiuto 26 anni
Paulo aveva insistito per organizzarmi una festa, ma avevo rifiutato, non c'era un bel niente da festeggiare
Mi addormentai sperando di riuscire a riposare dato che in quel periodo dormire per me era diventato difficile ma dopo poche ore venni svegliato dal cellulare che squillava.
Lo presi e vi lessi sopra il nome del fratello di Arianna, cosa voleva da me di notte? era sicuramente successo qualcosa di brutto per chiamarmi quindi risposi subito

"Antonio è successo qualcosa ad Arianna? Perché mi chiami? Il bambino sta bene?"

"Federico ti chiamo perché mia sorella è appena entrata in travaglio, non so nessuno perché ti sto avvisando, non te lo meriti ma mia nipote ha il diritto di avere un padre, ti prego non farmi pentire della mia decisione"

Staccò subito la chiamata ed io saltai giù dal letto, feci una veloce valigia con i regali per la bimba e cercai un volo per arrivare da loro il più presto possibile. Ovviamente non trovai nessun volo e preso dal panico chiamai Ronaldo che aveva un aereo privato.
Grazie a lui in poche ore arrivai a Crotone e corsi subito nella clinica dove Arianna avrebbe partorito, mi fermai a comprarle dei fiori e appena arrivai in sala d'attesa vi trovai non solo la sua famiglia intera ma anche la mia.
Mi guardarono sconvolti ed il padre di Arianna si alzò subito, probabilmente per picchiarmi.
Per fortuna Antonio si mise in mezzo e calmò la situazione, Arianna era sola in sala parto perché non aveva voluto neanche sua madre accanto
Non potevo permettermi di lasciarla sola in un momento così delicato quindi non ascoltai nessuno ed irruppi nella stanza

Piccola Stella || Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora