Un Tuffo Nel Passato {parte 2}

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Sono passate due settimane da quando Liam mi ha aiutato dietro la scuola. In questo arco di tempo mi ha fatto conoscere dei suoi amici, sono davvero molto simpatici, si chiamano Niccolò, Mario, Niall e Louis. Mi sono accorto che quando sto con Niall e Louis ho una sensazione strana allo stomaco, lo sento anche con Liam e Harry ma con quest'ultimo ci sono abituato. Vi svelo un segreto... a me piace da impazzire Harry, fin dal primo giorno di scuola, da quando l'ho visto per la prima volta qui alle superiori ho capito di amarlo; lui a differenza mia, non è della solita idea: ci massacriamo di botte in continuazione, senza sosta e ci sto molto male, come stareste voi se la persona che vi piace vi tratta male tutto il tempo? In fin dei conti è l'unico modo che ho per stargli vicino. Questa cosa è iniziata dopo circa due mesi dall'inizio della prima superiore.

"Ci guardammo negli occhi come per sfidarci ma neanche noi sapevamo su cosa, e in tre secondi un pugno bello pieno e carico colpì il mio volto".

Da quel giorno non abbiamo più smesso e io ci sto sempre peggio.
In questo momento sto tornando a casa, anche se mi fa molta fatica definirla in questo modo. Ho le cuffie nelle orecchie e sto cercando di rilassarmi prima di sorpassare la porta dell'inferno. Vivo con mia madre, Eric e le mie due sorelline che mia madre ha avuto con lui, si chiamano la più grande di 10 anni Vera e la più piccola di 6 Natasha... sono due amori di bambine ma non posso avere troppi rapporti con loro, Eric me lo vieta.
Non capisco il perché di questa sua decisione, mi fa soffrire il fatto che non posso interagire con loro; me lo chiedo tutti i giorni, è una domanda che è fissa nella mia testa... 'PERCHÉ!?'

Un giorno a tavola gli ha detto che per loro io sono come un fantasma, ci sono ma non ci sono, ci sono nel momento del bisogno altrimenti sparisco. Non ci rimasi male quando glielo disse in mia presenza, ci rimasi peggio, molto peggio.
Sto per varcare la porta di casa mentre cerco di prepararmi psicologicamente a tutto quello che potrebbe accadermi per almeno le prossime 3 ore. Apro la porta.

Io:<sono tornato!> aspetto una risposta ma niente. Il vuoto.
Cammino per il corridoi e arrivo fino alla cucina dove trovo mia madre che lava i piatti.

Io:<ciao mamma> sto cercando un approccio con lei, non so perché ma da qualche giorno ha smesso di parlarmi senza un apparente motivo, come se anche per lei ci sono solo quando ne ha bisogno. Non sembra interessata a rispondermi. Cerco di creare comunque una conversazione ma non mi considera. Dopo poco solo una frase esce dalla sua bocca:

Trisha:<se vuoi da mangiare fattelo e dopo verso le 16:30 vai a raccattare le tue sorelline a scuola e le accontenterai qualsiasi cosa ti chiedono, se centrano i soldi usi i tuoi> e esce dalla stanza senza degnarmi di un minimo sguardo... che madre stronza che è diventata... la odio da morire.
Non avendo fame, non mangio nulla e mi avvio verso la mia stanza. Passo davanti alla sala dove c'è Eric che si sta guardando tranquillamente la partita.

Eric:<Moccioso stasera lavori... saranno almeno sette e non fare storie con il padre si Stan... non ho voglia di litigare> dopo avermi riferito questa piacevolissima informazione, non mi rivolge più la parola.
Decido di rifugiarmi in camera mia, il mio regno. Quando arrivo poso lo zaino e tiro fuori i libri per fare i compiti. Nel pomeriggio tardo sarò molto impegnato con le mie sorelline e con il lavoro che mi costringe a fare Eric, non potrò di certo studiare, ripassare o quant'altro. Mentre sono intento a svolgere un esercizio di fisica mi scende qualche lacrima dagli occhi... sono stufo di questa situazione, vorrei esser trattato allo stesso pari degli altri ma sembra quasi che per me sia vietato. Sono le 16:10 ho appena finito di studiare e sto per dirigermi verso le elementari che frequentano le due scriccioline.

Io:<mamma vado a prendere Vera e Natasha!> secondo voi mi ha risposto... no ovvio che no.
Mi incammino in direzione della scuola. Penso, penso e penso ancora... ma a cosa penso? A essere sinceri, nemmeno io lo so, so solo che è deprimente pensare ad una vita diversa che tanto non potrò mai avere, ci sarà sempre qualcosa pronto a cambiare, sia in meglio, che in peggio, e purtroppo a me è toccata la seconda.  Dietro l'angolo ci sarà sempre qualcuno pronto a giudicarci, a criticarci o a commentare i minimi particolari della vita di qualcuno, qualcuno che loro usano solo per parlare e fare conversazione, sempre pronti a renderti l'esistenza un incubo. Ok, la smetto con questi discorsi filosofici, in più sono arrivato davanti alla scuola... wow non sapevo di essere così veloce, vabbè un punto a mio favore. Manca solo cinque minuti al suono della campanella. Sto aspettando nel piccolo piazzale della scuola fino a quando non vedo iniziare a uscire una classe per volta. La prima è quella di Natasha e infatti, appena mi vede, sgrana gli occhi e mi corre incontro. È raro che io le vada a prendere a scuola.

Un Nuovo Inizio... #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora