~𝒬𝓊𝒶𝓃𝒹𝑜 𝓅𝑒𝓇𝒹𝒾 𝓆𝓊𝒶𝓁𝒸𝓊𝓃𝑜~

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Quando entrai nella sua stanza vidi tutti i dottori e gli infermieri che qualche secondo prima correvano in questa stanza riuniti intorno al letto dove era riposto il signor Wang.

La macchina che segnava il suo battito cardiaco ormai era spenta e una linea retta rossa segnava gli ultimi dati provenienti dal suo cuore ormai senza battito

Era morto, una lacrima scese sulla mia guancia al solo pensiero di dirlo a Dylan e di conseguenza farlo soffrire perché infondo era suo padre e gli voleva bene.

Dopo ben cinque minuti che ero ancora in piedi davanti alla porta di quella stanza a fissare la linea retta che ancora era presente nello schermo del dispositivo e a sperare che magicamente riprendesse a respirare.

Lo so che può sembrare piuttosto strano da parte mia desiderare questo visto quello che fece a me e alle persone che amo ma era pur sempre il padre del mio ragazzo e non vorrei mai che lui soffrisse, aveva già sofferto abbastanza nella sua vita.

In qualche modo mi ripresi e incominciai a incamminarmi verso la stanza di Dylan, arrivata a metà percorso me lo ritrovai davanti, aveva il pigiama, la gamba ancora fasciata, il gesso, le occhiaie e le borse sotto gli occhi, ma anche conciato in quel modo io lo trovavo pur sempre stupendo.

Gli corsi incontro, come faceva ad essere già in piedi, mi sa che i dottori non l'avevano visto alzarsi dato quello che era successo.

"Amore!!, che fai?, torniamo dentro" dissi prendendolo sotto braccio e accompagnandolo al suo letto

"Devi stare più tranquillo" dissi sedendomi sulla poltrona di fianco a lui

"Cos'è successo?" Disse senza neanche guardandomi negli occhi

"Ti spiegherò quando starai meglio" dissi, non ci riuscii, non riuscii a dirgli che suo padre era morto davanti agli occhi della sua ragazza

"Dimmi la verità!!, cos'è successo?!" Disse girando lo sguardo verso di me e guardandomi negli occhi, lui sapeva che quando faceva così non potevo mentirgli:

"Tuo padre..." dissi per poi bloccandomi con le lacrime agli occhi

"È morto"disse Dylan completando la frase al posto mio, io annuii per dargli la conferma sull'accaduto.

Istintivamente lo abbracciai, subito non lo ricambiò, credo che stesse cercando di connette la situazione ma poi si lasciò andare tra le mie braccia, stava male, io lo sapevo che sarebbe stato male, vederlo così però mi faceva morire dentro, non riuscivo a vederlo in quello stato, ma non potevo farci niente oltre al stargli accanto e confortarlo trasmettendogli tutto l'amore che provavo nei suoi confronti.

Il suo momento di sfogo dal dolore che era troppo da tenere dentro in quel momento venne interrotto da due agenti della polizia, li riconobbi subito erano gli stessi che mi interrogarono sull'esplosione e gli stessi che vennero da me il giorno dopo per dirmi non so cosa visto che non li avevo voluti ascoltare dicendogli che quando Dylan si sarebbe svegliato avrebbero potuto parlare con entrambi.

Ed eccoli lì davanti alla porta della bianca camera d'ospedale, Dylan si era svegliato da poco e loro già erano qua, non ebbe neanche il tempo di riprendersi che muore suo padre e degli agenti si presentano per domandargli non so cosa.

Si avvicinarono a noi e uno di loro, quello più alto e soprattutto con i capelli iniziò il suo discorso:

"Salve, innanzitutto vorrei farvi le nostre condoglianze" disse riferendosi a Dylan

"Grazie" disse Dylan mentre ancora si asciugava le lacrime dal suo stanco, debole ma pur sempre bellissimo volto

"Volevamo sapere la sua versione dei fatti, per valutare se procedere con le indagini"disse il poliziotto ancora rivolgendosi a Dylan.

Lui prese un gran respiro e incominciò a pensare a quel giorno, non potevano lasciarlo in pace per qualche giorno? Si vedeva che non riusciva neanche a parlare da quanto era rimasto sconvolto, troppi avvenimenti e troppi ricordi in così poco tempo.

Andai davanti dai poliziotti e gli dissi per mandarli via:

"Sentite non vorrei sembrare scortese ma potreste tornare tra qualche giorno, si è risvegliato da poco e gli anche morto il padre direi che sono troppe emozioni in una volta sola, deve ripos..." non feci in tempo a finire la frase che Dylan avvolse la sua mano libera intorno al mio polso facendomi girare verso di lui

"Tranquilla posso farcela"disse guardandomi negli occhi per poi spostare lo sguardo verso gli agenti

"Allora quel giorno eravamo andati ad una rimpatriata del liceo, mentre stavamo tornando a casa iniziammo a parlare del passato allora mi venne in mente di una foto di quando ero piccolo, cambiammo strada per andare verso casa di mio padre, arrivati lì entrai, lasciando Joy fuori, andai in cucina e li incontrai mio padre...

Flashback

Andai in cucina, se non mi sbaglio dovrebbe essere lì la famosa foto, appena entrai vidi la immensa e distrutta figura di mio padre, era accanto il lavandino posizionato al centro della grandissima penisola posta al centro della cucina che beveva un bicchiere d'acqua, feci finta di niente, non volevo ne vederlo ne parlargli quindi l'unico modo era di evitarlo ma non ci riuscii visto che mi bloccò, mi girai verso di lui con la testa bassa e lo sguardo al pavimento, non volevo neanche guardarlo in faccia:

"Cosa stai cercando?" Disse con un tono che non sentivo da quando mia madre era morta

"Niente che ti possa interessare" dissi freddo per poi liberarmi dalla sua stretta

"Dylan ascoltami ti prego" mi imploró mio padre per farsi ascoltare, dovevo prendere una decisione: non ascoltarlo e andare avanti per la mia strada o ascoltarlo e forse starci male, visto che sono abbastanza "masochista" decisi di ascoltarlo, ma per fortuna non era una cosa brutta quello che voleva dirmi:

"Senti figliolo io vorrei chiederti scusa, vorrei farmi perdonare perché non voglio vivere senza mio figlio solo perché non vuole darmi ascolto su una cosa come l'amore" disse mio padre, sembrava sincero e sinceramente volevo credergli, ma non sapevo se il mio intuito potesse essere giusto oppure rivelarsi sbagliato e ridarmi la conferma per l'ennesima volta che mio padre non aveva un cuore, stavo per rispondergli quando si sentì un botto fortissimo e il calore del fuoco.

Fine flashback

"E poi non ricordo più niente"disse Dylan concludendo il suo racconto, non sapevo ancora di questa "chiacchierata" tra lui e suo padre, allora forse si voleva redimere anche se non sapevo il motivo per cui farlo ma se diceva la verità la sua morte farebbe ancora più male soprattutto per Dylan

"Ok perfetto, grazie mille, ci faremo sentire per degli aggiornamenti, e vorremmo ricordarle di passare quando si sarà ripreso alla casa per prendere le cose essenziali di suo padre, soprattutto i ricordi"disse l'agente per poi uscire dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle.

Dylan mi guardò e senza dire una parola mi fece segno di sdraiarmi accanto a lui, non me lo feci ripetere due volte, appena mi stesi lui mi abbracciò appoggiando la testa sul mio petto, iniziai ad accarezzargli la testa e a giocare con i suoi capelli neri come la pece ma morbidi come un cuscino, lui chiuse gli occhi e buttò fuori quello che ancora non era riuscito a sfogare prima che arrivassero i poliziotti.

Dopo 10 minuti di pianto si addormentò tra le mie braccia, in cerca di un rifugio, di un posto sicuro dove non sentire dolore ma solo affetto e calore, un posto che io sarei sempre stata felice di potergli dare.

Il Signor Wang voleva veramente redimersi o era solo una menzogna?
Lo scoprirete presto
Baci♥️

~𝑼𝒏'𝑨𝒎𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora