~𝕴𝖘𝖙𝖎𝖓𝖙𝖔~

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Dylan pros.

Tutto successe più velocemente di quanto potessi mai immaginare, ero in cucina con mio padre quando venni improvvisamente scaraventato fuori dalla finestra, sentivo Joy chiamarmi e la vedevo venirmi incontro, non capivo, non capivo cosa fosse successo sentivo solo dolore e caldo, molto caldo e infine il buio.

Joy pros.

Istinto, che cos'è l'istinto?, una sensazione quasi anche un'emozione, può provocare eventi magnifici se esso viene ascoltato.
Su certe persone è più forte e più presente, su altre può essere anche inesistente.

Averlo é come un potere, va sfruttato e amato.

Io non avevo saputo farlo, se avessi accettato e ascoltato il mio istinto a quest'ora non sarei qui accovacciata vicino al corpo inerme del mio ragazzo.

Un'esplosione, questo successe un'esplosione, ero fuori all'entrata del grande ammasso di mattoni chiamato villa quando all'improvviso venni spazzata a terra, immediatamente appena mi ripresi mi resi conto di quello che era appena accaduto.

Fuoco, vetri, fumo vedevo solo loro farsi spazio tra le mura dell'edificio cercai di non andare nel panico e di andare a cercare il mio ragazzo e suo padre.

Poco dopo trovai Dylan vicino a una finestra frantumata, corsi immediatamente verso di lui chiamandolo e sperando che fosse vivo, le lacrime si facevano strada sul mio viso macchiato di nero per via del fumo, appena capii che il suo cuore ancora voleva battere mi tranquillizzai, chiamai un'ambulanza e i vigili del fuoco, arrivarono circa venti minuti dopo.

Ci portarono direttamente in ospedale con anche il signor Wang, lo so che da un lato speravo non fosse sopravvissuto ma anche lui meritava la vita, come tutti noi anche se non la sfruttava per fare del bene.

Per fortuna me la cavai con qualche graffio e un paio di bruciature leggere.

Dylan però si ruppe un braccio e si tagliò profondamente la gamba destra, ancora non riprendeva conoscenza ma i dottori mi rassicurarono dicendomi che si sarebbe svegliato a giorni.

Quello messo peggio era il signor Wang, lui appena arrivammo in ospedale finì in coma e l'esplosione gli provocó varie bruciature gravi sul viso, sulle braccia e su tutte le altri parti del corpo che erano scoperte.

Vedere la persona a cui si tiene di più al mondo in quello stato era come essere pugnalata al cuore per un centinaio di volte, i dottori mi dissero di parlare ad entrambi, sia al padre che al figlio anche se avrei avuto più effetto sul figlio visto il rapporto affettivo che c'era tra di noi, provavo a parlargli senza scoppiare in lacrime, all'inizio era difficilissimo ma poi ci riuscii gli parlavo tenendo tutto il dolore dentro per poi esternarlo in seguito quando sarei tornata a casa.

Per giorni continuò questa tortura, non facevo che piangere, non mangiavo, non sorridevo, avevo incubi su quel giorno e soprattutto sensi di colpa, una delle emozioni più brutte che ci siano, mi sentivo divorare, io potevo impedirlo, potevo non farlo entrare in quella casa, si, il padre non si sarebbe salvato ma Dylan poteva scamparla, in fondo era stata mia l'idea della foto, ed era stata mia la scelta di non stare a sentire il mio istinto.

Avevo sbagliato e la persona che amo ne stava pagando le conseguenze.

Non volevo sentire nessuno, neanche la polizia che diceva di dovermi informare dell'esplosione, non me la sentivo, se Dylan si sarebbe svegliato lo avrebbero comunicato a lui.

Il fatidico giorno in cui qualcosa si sarebbe sistemato e qualcos'altro si sarebbe distrutto incominciò come sempre, mi alzai, mi preparai e raccogliendo tutta la forza che avevo uscii diretta verso l'ospedale, era da un po' che non lavoravo, non riuscivo a concentrarmi e a non pensare a Dylan quindi passavo le mie giornate là dentro.

L'ospedale quella mattina era particolarmente allegro, pazienti che andavano e venivano per il lungo corridoio del reparto, non riuscivo a capire in quel momento la loro felicità, erano in ospedale malati ma riuscivano comunque a sorridere, li invidiavo e li ammiravo allo stesso tempo.

Andai nella stanza di Dylan dopo aver salutato le infermiere, lui era ancora disteso in quel letto con gli occhi chiusi, la prima cosa che pensai fu " e anche oggi si sveglierà domani" però parlai troppo presto visto che mentre mi avvicinavo alla mia solita poltrona che ormai aveva preso la mia forma da quanto tempo ci passavo seduta sopra, lui mosse il braccio che non era ingessato, subito non ci feci tanto caso perché i dottori mi avvertirono che poteva avere dei movimenti improvvisi causati dai nervi ma quando mi avvicinai prendendogli la mano lui piano piano iniziò a stringermela, un sorriso enorme a trentadue denti si fece spazio sul mio viso ancora assonnato per via degli incubi avuti quella notte.

Iniziai a correre talmente veloce che tra un po' superavo addirittura flash, no, stavo scherzando nessuno supera flash.

Appena trovai un infermiera le raccontai l'accaduto, in men che non si dica eravamo nella stanza del bello addormentato con anche il dottore a cui era stato assegnato al pronto soccorso.

In pochi minuti riuscii finalmente a riguardarlo negli occhi dopo tutti questi giorni:

"Joy, cos'è successo?... che male alla testa" disse Dylan ancora guardandomi, ero davanti a lui con le lacrime che per l'ennesima volta iniziarono a navigare sul mio viso, risentire la sua voce e sapere che stava bene e non aveva subito danni celebrali era la cosa più bella del mondo

"Hey amore...c'è stata un esplosione qualche giorno fa, mi dispiace così tanto di averti mandato in quella casa, è colpa mia se tu sei in questo letto d'ospedale" dissi andandogli incontro e abbracciandolo, per quanto fosse possibile visto il gesso al braccio

"Non è stata colpa tua, non potevi sapere quello che sarebbe successo, non sei mica una sensitiva" disse cercando di stramazzare, lui si era sempre preoccupato per me, anche adesso che era lui a stare male, a essere su un letto d'ospedale cercava sempre di farmi sorridere e di non farmici pensare

"Cerchi di farmi ridere anche in un momento del genere?!!" Dissi sorridendogli e dandogli un pacca sulla spalla

All'improvviso il suo sguardo si incupì e fece la fatidica domanda dove chiunque non vorrebbe dargli la risposta:

"Dov'è mio padre?"

"Dylan tuo padre..." mi interrompi, non volevo farlo soffrire dopo neanche cinque minuti dal suo risveglio ma dovevo farlo, lui non poteva non sapere, così continuai:" tuo padre è in coma"

Dylan non fece neanche in tempo a dire una parola che sentimmo un casino in corridoio, infermiere e dottori che correvano verso la stanza del signor Wang.

Istintivamente mi alzai e mi incamminai per vedere cosa stava accadendo, quando entrai nella sua stanza...

Cosa succederà al signor Wang?
L'esplosione è stato un'incidente?
Lo scoprirete presto
Baci♥️

~𝑼𝒏'𝑨𝒎𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora