~𝓤𝓷 𝓹𝓪𝓼𝓼𝓸 𝓲𝓶𝓹𝓸𝓻𝓽𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓹𝓽. 1~

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Porgendomi la sua adorata mano, io la afferrai senza neanche pensarci.

Mi portò nell'immensa sala dove c'erano anche gli altri invitati, era enorme e sempre dello stesso stile d'arredamento, l'immenso lampadario si notava quasi subito era grossissimo e in cristallo poi un'altra cosa che si notava erano le tende rosse, sinceramente mi sentivo un po' a disagio in mezzo a quelle persone, io non ero come loro, ma cercai di non rovinarmi la serata per via delle mie insicurezze.

"Dylan" dissi, volevo sapere cosa avesse in mente, non riuscivo a capire.

"Shh... vieni a ballare" mi disse senza lasciarmi parlare, mi trascinò al centro della sala e incominciammo a ballare, la musica come si può dedurre era lenta e romantica, c'era un Dj per la musica più movimentata, invece per quella lenta c'era una specie di piccola orchestra.

Lui mi prese per i fianchi e io non riuscì ad evitare di guardarlo dritto negli occhi, era il nostro momento, mi dimenticai di tutto e di tutti.

Finito quello splendido attimo durato soltanto tre minuti:

"Sei una ballerina fantastica" mi disse mentre andavamo nella zona buffet, si perché c'era anche una zona buffet.

"Grazie" risposi con un po' d'imbarazzo

"Vieni ti presento una persona" disse prendendomi di nuovo per mano senza neanche farmi mangiare qualcosa e portandomi verso una persona che sembrava decisamente un mafioso, vestito tutto di nero, compresa la maschera, e con un cappello da cowboy che stonava tantissimo ma in un altro look lo avrei adorato.

Non sapevo chi era quest'uomo ma mi dava delle cattive vibrazioni.

Ci avvicinammo e la persona guardò Dylan sorridendo, ma quando mi guardò mi squadrò da capo a piedi.

"Buonasera padre, vorrei presentarvi una persona molto importante per me" disse Dylan, io ero sorpresa che quell'uomo era suo padre, e ancora di più sorpresa del linguaggio che usava quando si rivolgeva a lui, sembrava una di quelle soap opera ambientata all'inizio novecento.

"Fammi indovinare...è lei" disse il padre e mio capo, che ovviamente non avevo mai visto prima, indicandomi.

"Si, è lei, si chiama Joy"mi presentò Dylan

"Piacere, signore" dissi cercando di rivolgermi a lui con una atteggiamento e un linguaggio il più formale possibile.

"Qual è il tuo cognome?" Mi chiese con uno sguardo capace di far venire paura a qualunque essere vivente.

"Mele, signore" dissi cercando di non far vedere che incominciavo ad agitarmi.

"Non ho mai sentito il tuo nome nelle finanze o nel mondo dello spettacolo"

"Perché non fa parte di questi mondi, padre, lei è una ragazza normale ma al contempo speciale come nessun'altra" disse Dylan, e per un momento la mia agitazione sparì, ma solo per un attimo.

"Non m'interessa, mandala via e dimenticati di lei" disse il padre, girandosi dall'altra parte e incominciando a parlare con il primo che passò di li.

"No, io non la mando via" disse Dylan cercando di difendermi.

Il padre si girò e si tolse la maschera poi prese Dylan per la cravatta e lo avvicinò a lui e gli disse: "Senti, tu sei mio figlio e quindi fai quello che dico io chiaro!!?"

"Signore..." cercai di dire che me ne sarei andata per non rovinare il rapporto tra padre e figlio, perché so quanto può essere importante il rapporto con il proprio padre, incominciai ad avere paura che il signor Wang avrebbe fatto qualcosa a Dylan, ma non feci in tempo.

"Zitta squaldrina, lo so che stai recitando con mio figlio, tu vuoi solo i soldi, sicuramente non lo renderai felice. Non sei neanche di buona famiglia. Non sei niente" disse il padre con un tono spregevole e guardandomi dritta negli occhi. Il suo sguardo i suoi occhi così cattivi e pieni di rabbia e rancore.

Non so perché, di solito sono forte e affronto a testa alta le persone ma in quel momento mi sentivo morire, volevo solamente sparire e non vedere mai più quest'uomo.

Scappai, le mie gambe andavano da sole, non mi accorsi neanche che pioveva a dirotto.

Dylan mi corse dietro, mi chiamava, alla fine quando mi ripresi e soprattutto mi fermai, piangevo ed ero tutta bagnata.

Si avvicinò; non disse nulla, mi prese e mi abbracciò, con quell'abbraccio finalmente mi calmai e smisi di piangere, il suo abbraccio, il suo calore erano diventati il mio rifugio in così poco tempo.

Mi riportò in casa, io gli dicevo di no, non volevo che suo padre mi vedesse di nuovo, ma alla fine mi convinse.

Mi portò nella sua camera: era gigante, forse anche più grande del mio appartamento, no anzi era molto più grande del mio appartamento, aveva le tonalità del blu, bianco e nero, c'erano pure un divano, una televisione a schermo piatto e un mini frigo, volevo trasferirmi li dentro, era meravigliosa.

"Tieni prendi questa e vai a farti un bagno caldo, almeno ti rilassi. Non preoccuparti di mio padre, non pensarci dimentica quello che ha detto, tu non sei così" disse porgendomi una sua felpa.

"Si, grazie" e poi continuai "non eri obbligato a difendermi lo sai"

"Invece si che ero obbligato, sei la mia ragazza. Però anche se non lo eri ti avrei difesa comunque perché...perché..."

"Perché..." dissi per farlo continuare

"Per..."

Cosa vorrà dire Dylan? E il padre accetterà mai Joy?
Lo scoprirete presto.
Baci♥️

~𝑼𝒏'𝑨𝒎𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora