Dopo avermi messo un sacco in testa, il mio rapitore mi portò in un furgone, ero sempre più ansiosa e avevo tanta di quella paura che mi tremavano le gambe, non sapevo cosa stesse succedendo, cercavo soltanto di stare calma e di pensare positivo anche se direi che era estremamente difficile.Ad un certo punto il furgone si fermò e il mio rapitore mi prese e mi portò con forza in un seminterrato togliendomi il sacco dalla testa e facendomi sedere su una sedia malridotta, non vidi il suo volto perché era coperto da un passamontagna, bah adesso pure mi rapiscono!.
Mi chiuse in quel seminterrato, era buio, sporco, con scatoloni e mobili dappertutto, in altre parole una meraviglia
Incominciai ad andare seriamente nel panico, iniziai a gridare aiuto e a piangere, credo che sia una reazione normale direi, ma quella non ero io, io ero forte, io non mi inginocchiavo così, non sapevo cosa mi fosse successo in questi mesi qui in Cina, mi accorsi che Dylan mi aveva cambiata.
Dylan pros.
Uscito dall'università corsi subito verso la mia auto, non vedevo l'ora di vederla.
Ci eravamo visti il giorno prima, no anzi questa mattina visto l'orario in cui siamo rientrati nelle nostre case e già mi mancava, come faceva a provocarmi così tante emozioni tutte insieme.
Appena arrivai a casa sua, con un sorriso a trecentosessanta gradi, vidi la porta aperta, entrai e mi accorsi che lei non era in casa.
Incominciai a chiamarla e richiamarla, a mandare messaggi, a chiamare chiunque conoscessi.
Non rispondeva, non rispondeva, doveva esserle per forza successo qualcosa.
Iniziai veramente a preoccuparmi di quello che potrebbe esserle successo.
Chiamai i ragazzi e Shancai dicendogli il problema e che non riuscivo più a trovarla, loro sono state le prime persone a cui pensai in quel momento per farmi aiutare, sicuramente avrebbero avuto una soluzione, almeno speravo.
Loro sconvolti dopo che gli raccontai tutto mi dissero che mi avrebbero raggiunto immediatamente.
Quando arrivarono gli andai subito incontro, ero disperato, ero preoccupato anche solo che lei andasse al supermercato da sola pensate in questa situazione.
Incominciai a raccontare meglio quello che sapevo dicendo:
"Sono arrivato qua e non l'ho trovata, poi l'ho chiamata, mandato dei messaggi, ma niente non mi risponde" dissi mentre una calda lacrima di disperazione rigava il mio volto.
"Stai tranquillo, sicuramente sta bene, però non è normale, Joy non sparirebbe così" disse Shancai tentando di consolarmi anche se non era necessario era solo una lacrima di paura e disperazione
"Si è molto strano" disse Darren
Nel momento in cui Connor aprì la bocca per parlare sentimmo un rumore di passi istintivamente ci girammo e vedemmo Katherine che si dirigeva verso di noi con passo spedito:
"Ragazzi!!" disse gridando Katherine
"Cosa vuole questa adesso" dissi rivolgendomi ai ragazzi e alzando gli occhi al cielo
"Devo dirvi una cosa, è questione di vita o di morte" disse Katherine raggiungendoci
"Addirittura!!, dai dí quello che vuoi dire e poi vattene" disse Shancai
"Si tratta di Joy, è stata rapita" rivelò Katherine, in quel momento mi era venuta un'improvvisa voglia di ascoltarla
"Come è stata rapita!!!?" disse Caesar, mentre tutti gli altri erano completamente sotto shock.
"È successo che mi ha sentito parlare al telefono ed è venuta a conoscenza di cose che non dovrebbe sapere così è stata rapita per evitare che lo dicesse a qualcuno" disse Katherine tutto d'un fiato.
"È stato lui, vero?" chiesi, sapevo chi era stato e la cosa faceva male perché pensavo che un minimo di bene ancora lo provava nei miei confronti
"Si" Katherine non fece neanche in tempo a rispondermi che stavo già correndo per andarla a salvare.
Joy pros.
Continuavo a gridare e a cercare di uscire da lì dentro, stavo uscendo di testa; ad un certo punto improvvisamente si spalancò la porta.
Intravidi una faccia familiare, dopo pochi secondi capii che era il padre di Dylan, era stato lui a rapirmi, un po' me lo immaginavo perché pensandoci chi altro poteva avere l'interesse di rapirmi
Mi arrivò vicino e incominciò a dirmi con cattiveria:
"Mi rendi la vita difficile cara troietta, prima mio figlio poi questo, non vuoi proprio lasciarmi in pace"
"Allora, prima di tutto si calmi, secondo troietta lo dica a sua sorella, terzo mi ha letteralmente stancato, deve finirla di fare lo stronzo, non si merita neanche che io gli dia del voi" dissi, dando sfogo a quello che pensavo.
Lui si avvicinò di più prendendomi dalla maglia e dicendomi:
"Piccola insolente, io che volevo fare un accordo con te per lasciarti andare, ma mi sa che resterai qui per un bel po'"
"Ma vadi a fanculo, non accetterei mai un accordo con.."
Non feci neanche in tempo a finire la frase che con tutta la sua forza mi diede uno schiaffo facendomi cadere a terra e colpire un mobile con la testa.
Inutile dire che svenni, mi lasciò li svenuta e a perdere sangue visto che il mobile mi aveva anche tagliata, speravo solo di non morire l'ha dentro.
Dylan pros.
Arrivai a casa mia, mi diressi velocissimo nell'ufficio di mio padre si poteva ancora definirlo così.
Era enorme come quasi tutta la casa, c'era una scrivania in stile antico al centro della stanza in tutte le quattro pareti c'era una libreria, dietro alla scrivania c'era una finestra che illuminava la stanza.
Appena vidi mio padre gli andai incontro e lo presi dalla cravatta facendolo alzare dalla sedia su cui era tranquillamente seduto:
"Dov'è Joy?" Gli chiesi mentre lui sentendo la mia domanda fece allargare le sue labbra portandole a fare un insopportabile sorrisino da prendere a cazzotti.
"Chi lo sa dov'è?" Disse alzando lo sguardo verso il soffitto.
"Non dirmi stronzate, so che l'hai rapita" dissi, era la prima volta che gli parlavo in quel modo, avevo sempre fatto quello che lui mi diceva di fare, ma questa volta era diverso, aveva esagerato.
Non rispose e allora ancora più arrabbiato corsi fuori dall'ufficio e mi misi a cercarla per tutta la mia gigantesca villa.
Alla fine per fortuna la trovai nel seminterrato sdraiata a terra svenuta e ricoperta di sangue.
Quando la vidi, mi venne subito da piangere, ma per fortuna mi venne l'istinto di portarla subito all'ospedale, se no credo proprio che sarebbe morta.
Mio padre aveva sorpassato ogni limite, ormai non ero più suo figlio, andai da lui e gli dissi che non era più mio padre e di scomparire dalla mia vita perché aveva fatto del male alla persona che amavo di più in questo mondo.
Joy pros.
Ero lì sdraiata a terra svenuta, a un certo punto vidi una luce, che mi fece sentire protetta e salva.
Cosa accadrà, il padre di Dylan si arrenderà?
Lo scoprirete prestissimo
Baci♥️
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~𝑼𝒏'𝑨𝒎𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆~
Storie d'amoreQuando l' amore arriva all' improvviso... e con lui i problemi che farà diventare questa storia impossibile. Lei Joy si trasferisce in Cina dopo il diploma, ha un carattere tosto ma allo stesso tempo sensibile, non si fida di nessuno ma quando il su...