Per un concorso poetico, nella sua ventiduesima edizione
Le luci mie, da troppo pianto offese,
e troppe avendo lagrime versate
perdevan già di Vita la beltate
e tristi e meste s'erano già arrese.Oh, com'è ver che non dà mai per prese
le gioie che la Vita ci ha donate
chi, l'orrida procella e tempestate
lasciate a tergo, volge al suo paese!Deh, scotiti mio cor e godi ancora!
Quanto è maggior d'ogni tormento un fiore,
o un dolce riso, o sol un guardo amabile?Non desiar dal ciel grazia o dimora,
ma cogli quel che, pur umìl, di cuore,
t'offre la Vita in sua beltà ineffabile.