1.

40.1K 874 149
                                    

Avvisi:

Ho scritto questa storia in seconda media, troverete parecchi errori sia ortografici/sintassi (ecc.) che di battitura. Vi prego di lasciare questa storia, se ciò vi dà fastidio. (Io stessa ammetto che scarto le storie con molti errori). 

Ci saranno scene di sesso ma, come vi ho già detto, ero in seconda media e non saranno descritte in ogni minimo dettaglio, anzi verranno solo accennate.

Prima di scrivere questa ff, ho letto Danger  (il libro pubblicato negli USA, che ha come protagonista Justin Bieber e Lily Collins).
Ci saranno riferimenti a quel libro, non l'ho copiato.

Scusate il disagio & enjoy the story! 

// chiara 


"Bean, tu vai verso quella strada e tu Justin da quell'altra." disse Daniel indicandoci.

"A dopo." li salutai e mi incamminai verso la direzione opposta.

Una puzza di bruciato mi fece tossire più volte, mi girai per vedere che cosa stesse andando a fuoco e vidi il nostro capannone in fiamme.

"Cazzo!" urlai e digitai il numero di Daniel, il capobanda.

"Merda Daniel, il capannone sta andando a fuoco!" lo avvisai appena rispose.

"Cosa?" urlò,potevo sentire la rabbia dalla sua voce.

"Che cosa devo fare?" chiesi nervoso.

"Resta lì, sto arrivando." disse,poi terminò la chiamata e misi il telefono in tasca.

"Bieber." disse una voce familiare al mio orecchio, facendomi sobbalzare.

"Dean Power." dissi con disprezzo.

"Sei triste perché il vostro capannone sta andando a fuoco?" disse sarcastico, fingendo una faccia dispiaciuta.

Mi voltai verso di lui e gli tirai un pugno sulla guancia destra.

"Coglione, è stata la vostra banda?" urlai prendendolo dal colletto,anche se sapevo perfettamente la risposta.

"Oh, no no." rise mentendo.

Gli diedi un altro pugno e lo spinsi a terra.

"Justin! Lascialo andare e corriamo a spegnere l'incendio." disse Daniel arrivando.

Presi l'estintore e cercai di spegnerlo insieme a Daniel.

Quando l'incendio si fermò Daniel iniziò a tossire forte.

"Amico, tutto ok?" chiesi vedendolo piegato in due.

"Sì, tutto okay." disse mettendosi le mani sulla faccia.

"Gliela faremo pagare." lo incitai a non abbattersi.

"È stata la banda di Power, vero?" chiese dando un calcio ad un pezzo di legno bruciato.

Annuii e uscimmo per raggiugere casa nostra insieme a Mike, John e Jason.

"Com'è successo?" chiese John appena arrivati a casa.

"Ho sentito puzza di bruciato alle mie spalle, mi sono girato e ho visto l'edificio in fiamme.Tutto qui." deglutii.

"Sta sera andiamo da Jake?" propose Jason, cercando di alleviare la tensione.

"Non lo so, cioè ragazzi, potrebbe passare la polizia." rispose Daniel.

"Non siamo così sfigati. Per una sera non succede nulla." Parlò Mike.

La sera ci preparammo per uscire, indossai il solito giubbotto di pelle e andammo al bar di Jake.

"Ehi Justin." mi diede il cinque Jake.

"Jake, un tavolo per cinque." disse Mike.

"Cosa vi porto?" chiese.

"Porta cinque birre."

Dopo poco venne una giovane cameriera a portarle.

"Oh, sapete chi è quella? È la sorella di Dean." disse Jason.

"Power?" chiesi stupito.

"Sì, dicono sia un angelo rispetto al fratello e che si chiami Jasmine." mi informò.

Era molto bella,aveva i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri.

Non era molto bassa ed era magra.

Mi alzai dal tavolo e la raggiunsi al bancone.

"Justin e tu?" chiesi guardandola negli occhi.

"Jasmine." sorrise.

"Jasmine.." dissi, poi continuai, "Sei la sorella di Dean, non è vero?"

Lei annuì a disagio e portò un vassoio pieno di birre ad un altro tavolo.

"La smetti di seguirmi?" chiese ridendo.

Cazzo, che sorriso. Una fossetta leggera su una guancia, denti perfetti e labbra carnose, ma non troppo.

"Scusa." dissi e feci per andarmene.

"No, dai aspetta, Justin." mi prese il polso.

"Dimmi." sorrisi.

"Vieni con me." disse trascinandomi nella cucina del bar.

"Quanti anni hai?" chiese sorridente, sedendosi su una sedia. Un attimo prima era timida e ora?

"Venti, tu?" dissi sedendomi su un' altra sedia.

"Diciotto. Io ti ho detto che sono Jasmine Power e tu chi sei?" chiese giocherellando con una ciocca di capelli.

Serrai la mascella, se avesse scoperto il mio cognome avrebbe capito chi fossi: il criminale della città, come tutti mi chiamano. Il ricercato.

"Allora?" chiese impaziente,  sciacquando qualche bicchiere sotto il lavandino.

"Bieber." dissi veloce e smisi di guardarla negli occhi.

"C-cosa?" balbettò indietreggiando.

Vabbe', però anche tuo fratello è un criminale cara mia.

"Stai lontano da me." cambiò umore.

"Dai, ti prego." le sfiorai il braccio.

"F-FERM-MO" disse prendendo il coltello da cucina.

"Lascia quel coltello, non uccido tutti quelli che mi ritrovo davanti." dissi gesticolando, infastidito.

Jasmine's point of view

Lasciai il coltello sulla cucina e lo scacciai, per poi ritornare a lavoro.

Bad Boy | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora