14.

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Pov's Jasmine.

Provavo rabbia nei suoi confronti, volevo solo non essermi incantata mai nel suo sorriso, nei suoi occhi, nella sua bocca Jasmine smettila!

Avevo chiamato Jake per dirgli che avevo l'influenza, ed era vero come se fosse una tradizione del mese di febbraio!

Stavo ascoltando un po' di musica, quando si bloccó e partì la suoneria: ancora Justin.

Non risposi ma gli inviai un messaggio.

Smettila, spendi solo il tuo tempo a chiamarmi.

Jasmine, per favore, vediamoci.

Assolutamente no! La prossima volta ci pensi bene.

Un'ultima chance.

Non posso uscire, ho l'influenza.

Okay.

Chiamai Hanna.

"Hanna." dissi piangendo.

"Ei, perché stai piangendo?"

"Puoi venire qui?" chiesi

"Qui dove? A Washington?"

"Ma no, sono a casa di mia madre." spiegai.

"Arrivo." disse e staccai.

Arrivò dopo venti minuti e mi abbracciò forte.

"Mi ha portato con lui solo perché doveva prendere degli esplosivi." dissi veloce ed esausta.

"Avete litigato?"

"Hanna, ma ovvio! La prossima ci pensa bene prima di mentirmi."

La mattina mi svegliai per uno strano rumore.

Mi girai di scatto verso la finestra e lo vidi arrampicato all'albero con una scatola di cioccolatini in mano.

Gli aprii la finestra e lo mandai a quel paese.

"Fanciullo, dei cioccolatini non aggiusteranno le cose." aggiunsi.

"Mh,davvero?" sorrise

"No, cioè sì sì." mi corressi.

Entrò in camera dalla finestra e mi baciò.

"Non è proprio così che si fa." dissi tra un bacio e l'altro.

"Stai zitta per una volta." disse lui

"Jasmine, tutto bene?" disse la mamma entrando in camera.

"Oh, ehm, sì, cioè, mamma esci." dissi diventando rossa.

"Fate i bravi." ci raccomandò e uscì.

Ripresi a baciarlo e chiusi la porta a chiave.

"Scusa." disse sedendosi sul letto.

"Justin." abbassai lo sguardo "Mi hai mentito." aggiunsi.

"Non lo farò mai più, te lo prometto" disse come un bambino che ha combinato un guaio.

Lo guardai negli occhi.

"Mi sei mancata sta notte, torni a casa con me?" disse sistemandosi i capelli.

Lo baciai e disse "Lo prendo come un sì."

Mi vestii e tornnammo a casa sua, cioè nostra e proposi di fare una torta.

"Va bene." disse divertito

Mi lanciò una manciata di farina sul grembiule e io feci lo stesso, mi ricordai della domenica di Natale e sorrisi.

"Ti amo." mi baciò bianco dalla farina.

Mi prese in braccio e mi portò in camera con la farina.

"Justin, il solletico no!" risi e mi dimenai senza grandi risultati dalla sua presa.

Prese la farina e me ne buttò un po' in faccia facendo diventare la mia faccia bianca.

"Sembri un clown." rise.

"Ah? Sì?" chiesi con aria di sfida e lui annuì.

Gli versai tutta la farina rimanente sui capelli sporcando la coperta del letto.

"Stronza!" esclamò prendendomi in braccio a mo' di patata.

"Justin, senti che puzza di bruciato!"dissi improvvisamente.

"La torta, cazzo!" esclamò correndo giù in cucina.

Scesi di corsa anche io, per fortuna niente di incendiato, ma la torta era diventata quasi cenere.

Pulimmo tutto quello che avevamo sporcato anche in camera, e buttai la torta.

"Cucino qualcosa." dissi.

"Ti aiuto?" chiese.

"Se non vuoi che si incendi qualcos'altro no." ridemmo.

Mi scuso per eventuali errori.♡♡
Al prossimo capitolo!
-Memories Destroy Us.

Bad Boy | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora