24.

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Pov's Jasmine.

Era tutto un casino e mi girava la testa, le cose andavano sempre male.

"Lei è la mia ragazza, vedi di starle lontano." le aveva detto, per colpa mia il loro rapporto era rovinato, forse per sempre.

"Justin, per favore." lo supplicai a bassa voce.

Presi la sua mano per calmarlo, le nocche erano bianche.

"Per favore." la mia voce era un po' più alta rispetto a prima, ma non troppo.

"Vai di sopra e porta con te anche Beth." disse fissando Jason.

"Beth?" chiesi e capii che era sua cugina, solo sua cugina mi ricordai. "Per favore, non picchiarlo." le lacrime minacciavano di uscire, non di nuovo.

Portai Beth di sopra, nella nostra -di Justin- camera.

"Beth, ascolta-" m'interruppe l'adolescente.

"No. Non mi chiamare Beth, per favore. Semplicemente Litz." masticò la sua gomma rosa.

"Quindi qual è il tuo nome vero? Elisabeth?" chiesi, cercando di non pensare a quello che poteva star succedendo di sotto.

"Sei proprio un genio eh?" rise.

"Sì." scherzai.

"Che lavoro fai?" chiese dopo qualche minuto di silenzio.

Lavoro? Quel giorno dovevo andare da Jake a licenziarmi, ma mi dimenticai.

"Lavoro in un bar." risposi.

"Bello schifo." commentò, non mi offese molto.

"Già." sospirai.

"Senti, io non so cosa sta succedendo di sotto ma so che non finirà bene." Litz non mi stava per niente tranquillizzando.

"Già." sospirai esausta della situazione.

Mi svegliai a causa di un rumore proveniente dal piano di sotto.

Litz stava dormendo affianco a me, nel letto di Justin.

Scesi silenziosamente di sotto e vidi la cosa più brutta che potessi vedere, forse.

Tre bottiglie di alcol sul tavolo e schegge di vetro per terra.

Le lacrime,quella volta,non si fermarono e iniziarono a scivolare sulle mie guance velocemente.

Guardai l'orologio e vidi che erano le quattro.

Asciugai le lacrime e gli misi una mano sulla spalla. Si girò di scatto verso di me, i suoi occhi erano cerchiati di rosso e il viso era imperlato di sudore.

"Cazzo." ringhiò.

"Perché? Perché di nuovo?" la voce mi si spezzò alla fine.

"Vai a dormire, Jasmine." disse, la sua voce era tagliente e allo stesso tempo gentile.

"No, cavolo, no. Dov'è Jason?"sentivo la rabbia salire insieme alla tristezza.

"Jason." ridacchiò un po', "Va' da lui, è lui l'uomo con cui devi passare il resto della tua vita."

"Santo cielo, ascoltami." dissi e annuì sorprendendomi.

"Ti amo,okay? Ci sei solo tu, okay? Per favore, non dirlo mai più. Butta questa merda nel pattume e non farlo più." la mia voce quasi un sussurro.

Si alzò dalla sedia e appoggiò le  mani sui miei fianchi.

Il suo respiro caldo sulla mia spalla mi faceva rabbrividire. Mi baciò il collo e poi premette le sue labbra sulle mie.

Non era il modo migliore per risolvere le cose.

"Justin." lo allontanai un po' ma lui ritornò a baciarmi.

"Justin." ripetei. "Per favore." lo supplicai quasi.

Pov's Justin.

Mi svegliai indolenzito e con un martello in testa, cazzo.

La notte prima ci addormentammo sul divano dopo esserci baciati per così tanto tempo. Mi era mancata così tanto.

L'alcol era ancora sul tavolo e mi alzai per ripulire il casino, cercando di non svegliarla.

Forse ero ancora un po' ubriaco, non troppo.

Andai in camera per cambiarmi ma vidi Beth dormire ancora. Chi cazzo la voleva un'adolescente per casa per il fine settimana? Di certo, non io.

"Beth, svegliati. Sono le undici." le lanciai un cuscino in faccia.

"Mhh." mugolò contro il cuscino.

Scesi di sotto e trovai una Jasmine assonnata immergere un biscotto nel latte.

"Sembra passato un secolo da quando hai fatto colazione qui, per l'ultima volta." risi un po', ma in realtà non era divertente.

"Già." sospirò, sforzando un sorriso. Il suo più falso.

"Voglio che tu sia felice." le avevo detto, non pensando.

Mise il tazzone nel lavandino e mi fissò per qualche secondo, poi finalmente parlò.

N/A

Scusate l'attesa e buone feste! ❤

ps: scusate eventuali errori.

Bad Boy | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora