21.

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Jason mi aiutò a rialzarmi,mi accompagnò al divano e si affrettò a portarmi un bicchiere d'acqua.

Quando riuscii a capire quello che stava succedendo, appoggiai il bicchiere sul tavolo e iniziai a singhiozzare: Justin puntava la pistola a Simon.

"Fermo, ti prego." chiusi gli occhi.

"Questa volta faccio come dico io." nemmenò mi guardò.

Simon era fermo in ginocchio, terrorizzato e volevo solamente scappare da quella casa.

Ci fu un attimo di silenzio e poi il corpo di Simon cadde in avanti. Il suo sangue sul pavimento mo fece rabbrividire.

"Portatelo via." disse ai ragazzi.

Restai in piedi senza dire niente.

"Come stai?" chiese abbracciandomi, ma io non ricambiai. Le mie braccia erano lungo i fianchi e le gambe mi tremavano.

"Jasmine?" chiese

Mi scansai e andai verso il bagno, ma mi afferrò il polso.

"Dove vai?" chiese

"Puzzi di alcol." dissi schifata.

Andai in bagno e chiusi la porta a chiave.

"Apri!" esclamò Justin, dando pugni alla porta.

Mi guardai allo specchio e non mi riconobbi.

Ero pallida, avevo infiniti segni sul collo fatti da quel verme, mi sentivo usata.

Mi spogliai e mi infilai in doccia, sentivo le forze mancare, l'acqua calda peggiorava le cose facendomi sentire ancora più debole.

"Jasmine?" chiese ancora Justin.

Non risposi.

Uscii dalla doccia e  avvolsi un asciugamano al corpo rovinato.

Girai la chiave, aprii la porta ed entrai in camera velocemente.

Feci solo in tempo a mettere la camicia da notte, poi non ricordavo più  niente.

"Jasmine, per favore svegliati." supplicava Justin, la sua voce però sembrava lontana.

"Ti amo." singhiozzò.

Aprii gli occhi lentamente e lo vidi vicino a me.

"Justin." dissi faticosamente.

Il letto era morbido sotto di me, era sempre lo stesso, sempre la stessa camera.

Passati alcuni giorni stavo quasi bene, lui era al supermercato e ne  approfittai per fare la valigia.

Uscii dalla casa e, dopo aver chiamato un taxi, andai a casa dei miei genitori.

"Jasmine." mi abbracciò papà, che come la mamma, non era al corrente di tutto.

"Papà, posso rimanere?" chiesi

"Ovviamente, la tua vecchia camera è ancora tua..insomma." disse.

"La mamma?" chiesi entrando, il solito profumo di lavanda riempiva il soggiorno.

"È andata al supermercato. Tornerà presto." prese la mia valigia e la portò in camera.

"Al supermercato?" chiesi ricordandomi che anche Justin era lì.

"Sì, perché?" chiese ritornando in soggiorno.

"Nulla." tolsi il giubbotto e mi sedetti sul divano beige.

C'erano, come sempre, centinaia di foto mie e di Dean sul muro rosa chiarissimo.

"Mi manca." dissi all'improvviso.

"Anche a noi." mi prese la mano.

"Hai litigato con Justin?" chiese cambiando discorso.

"Ohm, credo di sì." mentii.

"Non è la persona con cui meriti di.." lo interruppi.

"Papà, ora basta parlare di lui." lo supplicai.

Il mio telefonò vibrò e la schermata si accese: Justin.

Papà mi guardò ma io lo spensi.

"Vado ad aprire." dissi sentendo il campanello.

"Jasmine?" chiese mia mamma sorridente.

"Mamma" la aiutai con le buste e le portai in cucina.

"Hai litig.." la interruppi e feci di sì col capo.

"Ok, parliamo d'altro."

"Com'è stato il matrimonio di Hanna?" chiese sistemando alcune cose in frigo.

"St-stupendo."

"Vuoi mangiare qualcosa?" chiese

"Oh, no.. Adesso vorrei andare in camera mia, se non ti dispiace." dissi.

"No, certo. Alle sette ceniamo." mi baciò la guancia.

"Okay." sospirai.

Andai velocemente in camera e sistemai i vestiti nell' armadio.

Mi tolsi la sciarpa sottile scoprendo i lividi, la rimisi subito.

Raccolsi i capelli in una crocchia e presi dal cassetto un album di foto.

Tantissime foto di me e Hanna ancora al liceo, risi ricordando i bei momenti passati assieme a lei.

Accesi il telefono e, come mi aspettavo, trovai tanti messaggi da Justin e tante chiamate.

Spazio autrice

Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo..

cosa pensate del comportamento di Jasmine?

Votate se vi è piaciuto. ❤

Al prossimo capitolo♡

ps: mi scuso per eventuali errori.

Bad Boy | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora