23.

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Preavviso: Ho riletto questa storia e non mi piace. È successo tutto in fretta. Be', vedrò come posso fare..

"Dove vai?" chiese mamma entrando in camera.

"Oh, ehm. Un ragazzo mi ha chiesto di uscire." arrossii e presi la trousse dal comò.

"Come si chiama?" chiese ficcanaso.

"Non lo conosci." scattai e mi pentii di averle risposto così duramente.

"Scusa." mi guardava mentre passavo del rossetto sulle labbra.

Asciugai i capelli ricci e presi il vestito nero lungo dal cassetto.

"Senti, mi dispiace. È così complicato. Questo mese è stato molto lungo." mi scusai dolcemente.

Mi abbracciò forte e mi scese una lacrima.

"Mi dispiace per non averti protetto da Simon. Quando andavate al liceo era un così bravo ragazzo." tirò su col naso.

"Mamma, va tutto bene." la assicurai e uscii di casa.

"Jasmine." mi aprii la sportello Jason.

"Ciao." ero imbarazzata.

Mi portò in un elegante ristorante vicino.

Parlammo del più e del meno aspettando la cena, cercavo di ascoltarlo attentamente, immaginavo Justin al suo posto.

"Grazie per la bella serata." gli sorrisi. Mi mancava Justin.

"Ciao allora." mi disse e scesi dall'auto.

Appena entrata in casa, mi arrivò un messaggio.

Tolsi i tacchi e corsi in camera per leggerlo.

Perché sei uscita con lui? Appena torna gli spacco la faccia!

Justin. Justin. Justin. Justin. Justin.

La testa iniziava a girare, dovevo fare qualcosa. I miei genitori erano usciti e non avevo nessun'auto per andare a casa nost- a casa dei ragazzi, avevo paura che Justin avesse  davvero picchiato il suo amico.

Ma perché ero uscita con Jason?

"Pronto? Hanna?" la chiamai.

"Jasmine, è mezzanotte. Cosa succede?" chiese assonnata.

"Ohm, no nulla. Scusa e buonanotte." la congedai.

Misi le scarpe e uscii di casa, l'aria primaverile era frizzante.

Dopo quello che sembrava un secolo, presi un taxi e il signore mi accompagnò da Justin.

Suonai al campanello impazientemente.

"Che cosa ci fai qui?" chiese con tono duro, guardai oltre e vidi una ragazza. Il mio cuore affondò.

"Io, veramente. Pensavo che.. cioè. Scusa, me ne vado." balbettai. Feci per andarmene ma mi afferrò il polso.

"Entra." disse, la voce ancora un po' fredda.

Feci come richiesto, anzi.. ordinato ed entrai.

La rossa se ne stava vicino al divano, mangiucchiandosi le unghie.

"Avevi bisogno?" chiese John, quando Justin va in cucina.

"Eh? No. Cioè, chi è lei?" chiesi silenziosamente.

"Ah, lei." ridacchiò. "Ha sedici anni ed è la cugina di Justin." rise ancora più forte.

Perché non me lo aveva detto?

"Ah." dissi stupita ed egoisticamente contenta che fosse solo sua cugina.

"Sono solo sua cugina." rispose ai miei pensieri, masticando una gomma.

"Oh. Okay." sforzai un sorriso e mi affrettai in cucina da Justin.

Lo guardai per un po', finché non si accorse della mia presenza.

Mi avvicinai a baciarlo ma mi respinse. Mi faceva male il petto.

"Non puoi uscire con un mio amico e poi venire a baciarmi. Se fossi uscito io con Lola, avresti scatenato la terza guerra mondiale." disse arrabbiato.

"Scusa." Dissi ma sembrava più un sussurro.

"Cosa devi dirmi?" la sua voce mi stava congelando.

Uscii dalla cucina ma mi afferrò il braccio di nuovo e mi spinse gentilmente contro il muro e

mi stampò un casto bacio sulle labbra.

Il suo comportamento era strano ed il mio ancora di più.

Mi erano mancate tanto le sue labbra sulle mie, le farfalle nel mio stomaco.

"Quando arriva la parte in cui torni a casa con me?" chiese accennando un sorriso.

Non sapendo come rispondere, lo baciai di nuovo.

Appoggiai le mie mani sulle sue guance e avvolse la mia vita con le braccia.

"Ti amo." gli sorrisi.

"Complimenti Jasmine." la voce di Jason mi fece sobbalzare.

N/A

Scusate l'attesa, spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo.

Bad Boy | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora