Capitolo 16

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La mattina dopo, sul set, Eren si preparava a recitare la scena più importante di tutto il film.

Il castano, nonostante recitasse sin dalla tenera età, si sentiva parecchio agitato e ansioso: non tanto però  la scena in sé, ma per il fatto che se non fosse andato tutto perfettamente, la sorella non gli avrebbe restituito il cellulare tanto facilmente e forse non gli avrebbe più permesso di uscire per vedere Levi.

Ma era comunque abbastanza sicuro di potercela fare, insomma, era il suo lavoro!

La scena consisteva  in un bacio tra lui e la protagonista femminile, la quale interpretava una professoressa e lui un suo studente.

La commedia parlava del loro amore impossibile, intrecciato ad altri personaggi, che cercavano di mettergli i bastoni tra le ruote o di aiutarli in qualche modo.

Insomma, il classico film che fa impazzire le ragazzine.

Poco prima di girare la scena, l'attrice principale, si avvicinò a Eren con sguardo seducente.

- Giriamola bene questa scena -

La donna cercava di sedurre il castano dall'inizio delle riprese, ma lui la respinge a sempre con freddezza.

- Certo, è il mio lavoro, e anche il tuo -

- Si.... -

Il ventenne odiava le persone che pensavano di poter ottenere tutto e tutti quando volevano, e non gli andava proprio a genio il fatto di dover baciare quella donna.

Ma doveva.

- E.... Azione! -

Eren iniziò la sua parte magnificamente.

Mise da parte i suoi sentimenti e si calò nei panni di James, il suo personaggio.

Quando il momento del bacio arrivò non esitò e baciò l'attrice appassionatamente, immaginando che al suo posto ci fosse Levi.

- E.... Stop! Perfetta! Sublime! -

Tutti sul set si erano commossi, alle stagiste erano sfuggite alcune lacrime per l commozione e il regista batteva le mani soddisfatto.

Mikasa si fiondò dal fratello.

- Sei stato molto bravo, ecco, puoi avere il telefono indietro -
- Davvero?! Grazie! -
- Si, ma aspetta a chiamare il tuo amico, ci sono dei giornalisti che vorrebbero farti un'intervista -
- Ah... Ok... Fa parte del mio lavoro... Infondo... -
- Bene! Andiamo! -

                                    ~

Hanji iniziava a chiedersi se avesse fatto bene a fidarsi di Erwin.
Eren non si era fatto sentire con lei, mentre era sicura che appena saputo dell'accaduto le avrebbe scritto un messaggio o l'avrebbe addirittura chiamata.

In più, Erwin stesso non le aveva detto più nulla, al contrario di quello che le aveva promesso, e Levi non lo sentiva da prima "dell'incidente" .

Decise così, di chiamare Erwin e chiedere spiegazioni.

- Pronto? -

- Erwin, hai avvisato Eren e cercato un modo per salvare Levi dalle grinfie di suo zio? -

- Si si, certo! -

- E...? -

- Eren ha detto che non gli importa nulla di Levi, che per lui era solo un giocattolo e ha pregato di non richiamarlo i cercarlo, mi spiace molto Hanji... -

- Non ci credo! Eren ama Levi e non lo farebbe mai! Ho sbagliato a fidarmi di te, Erwin! Ma ora devo risolvere questo casino! -

Hanji riattaccò in faccia al biondo e digitò il numero di Eren.

Aveva combinato un gran pasticcio, ma intendeva risolverlo.

- Pronto? -

- Ciao Eren, sono Hanji l'amica di Levi-

- Ah, ciao Hanji, scusa, ma ho un'intervista, ti richiamo dopo -

- No aspetta! È urgente e riguarda Levi e la vostra relazione! -

- Che succede? -

Hanji spiegò la situazione.

- Devo andare subito da lui! -

- No aspetta! Suo zio è un tipo parecchio violento! E potrebbe fare del male a te o a Levi! -

- E allora cosa facciamo?! -

- Ho un piano, ma dovremo collaborare, innanzitutto riesci a spostare l'intervista? -

- Dirò a Mikasa che non mi sento bene come scusa per andare in hotel e poi da là avrò via libera -

- Ok, ci vediamo davanti al tuo hotel tra 30 minuti e lì ti esporrò il piano! -

- Ok! A dopo! -

Eren chiuse la chiamata e andò a parlare con la sorella, la quale gli acconsentì di tornare a riposarsi.

                                   ~

Levi si svegliò con un forte mal di testa a causa del pianto.

In pochi attimi si ricordò gli avvenenti della sera prima e la disperazione ricominciò a farsi sentire.

Non poteva stare rinchiuso lì in camera per sempre, ma uscire sarebbe stata una condanna a morte.

Poi pensò che forse Kenny era a lavorare e che quindi aveva casa libera.

Si avvicinò di soppiatto e, cercando di non far rumore alla porta della camera, tese l'orecchio cercando di captare eventuali rumori o segni di vita, ma non sentì nulla, così si fece coraggio e aprì la porta.

Fortunatamente lo zio non c'era e il liceale si sentì parecchio sollevato.

Guardò che ore erano e vide che era quasi ora di pranzo, quindi il vecchio Ackerman sarebbe tornato presto.

Decise che la soluzione migliore era andarsene di casa.

Note dell'autrice
Sciaoooo. 
Che situazione complicata, vero?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio per aver letto.
Scusate per eventuali errori e... Niente
Ciau~

Ti Amerò Per Sempre Ereri (#wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora