Capitolo 8

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Jocelyn's pov

«Hai preso tutto?» Chiedo a mia madre per la milionesima volta, controllando che tutti i vestiti di Avery siano presi e anche i suoi giocattoli preferiti.

Hayes sta controllando i pannolini ed i biberon.

«Sì, tesoro. Stai tranquilla: è in buone mani.» Mia madre mi accarezza un braccio sorridendo.

Mi sforzo di portare gli angoli della bocca verso l'alto. È da due giorni che non sorrido o rido per bene.

Due giorni che Cameron dorme in carcere e due giorni che l'hanno trascinato fuori di casa.
Sono ore che non riesco a dormire bene, perché mi sveglio con l'ansia che l'assassino vero venga a farmi del male.

Per questo sto dando Avery ad i miei genitori.
Loro ritorneranno ad Austin ed io, Nash e Sierra abbiamo pensato che dare i bambini a loro per adesso è la soluzione migliore.

È la prima volta che mi separerò per mesi dalla mia bambina, però, e so già che mi mancherà tantissimo.

«Sei sicura che non vuoi venire con noi, Jo?» Mio padre mi guarda con un sopracciglio inarcato e alcune borse caricate sulla spalla.

Tutta questa situazione mi sta per far mettere a piangere. Non che abbia fatto qualcosa di diverso in questi giorni, sia chiaro.

«Sicura, non lascerò Cameron qui da solo. Hayes è sicuro?»
Ho insistito tanto perché il mio fratellino andasse ad Austin, al sicuro da questo maniaco. O maniaca.

Il punto è che non ho solo paura per me, ma per tutte le persone intorno a me, sopratutto quelle che non posso vedere.
Ad esempio Cameron. Starà bene? Come si sente? Lo trattano male in carcere?

È da quando è andato lì che provo a chiamare e chiedo alle guardie di passarmelo, ma dicono che non può sentire nessuno finché non confessa che è lui l'assassino.
Ho urlato le peggio cose alle guardie che me l'hanno detto ed una volta Hayes ha dovuto strapparmi il telefono di mano e chiedere scusa a loro per me.

Proprio mio fratello compare dietro di me. «Sono sicuro, Jo. Io resto con te, non importa cosa.»

Annuisco e mi stringo a lui, che porta un braccio sulle mie spalle.

Nash e Sierra verranno a vivere qui per un po', con noi, dato che non hanno più i bambini. Brent ha detto che più siamo e meglio è e, tutti quanti, sappiamo che Cameron è innocente.

Devo solo scoprire in che modo farlo capire alla polizia.

Avery è già in braccio a mia madre, prima l'ho abbracciata per circa quindici minuti, ma mi avvicino lo stesso per darle un bacio sulla fronte.

Quando la guardo mi vengono le lacrime agli occhi. Un po' perché so che non la vedrò per alcuni mesi ed un po' perché -oltre gli occhi color ghiaccio uguali ai miei- è identica a Cameron.

«Mi mancherai piccola.» Le dico piano, accarezzandole i capelli.

Poi saluto i miei genitori, mentre spero di avere altro tempo. Un'altra ora, altri dieci minuti o altri sessanta secondi per stare con Avery.

Ma la realtà non va come spero e presto i miei genitori vanno via, con la mia bambina, pronti per prendere i miei nipoti e tornare in un luogo che una volta chiamavo casa.

«Stai bene?» Hayes mi mette una mano dietro la schiena quando chiudo la porta ed annuisco.

Nash e Sierra saranno qui tra meno di un'ora e credo che noi tre avremo lo stesso umore.
Distrutti, feriti e spaventati.

Ti odio Cameron Dallas 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora