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HELENA

Sono passati quattro giorni.

Quattro giorni che marino la scuola.

Quattro giorni che fumo.

Quattro giorni che ascolto sempre le stesse canzoni.

Quattro giorni senza Chris.

Quattro giorni di merda.

Non ci siamo più sentiti da quel 'fantastico' 22 febbraio.

Lo sto evitando.

Non entro a scuola perché ho paura di cosa succederà. Lo avrei visto dinuovo attaccato a Tiffany.

Senza di lui sono tornata la solita depressa.

Come mi chiamava Mare 'piccola Lana Del Rey'.

Ogni giorno mi guardo allo specchio e vedo soltanto un disastro. Do la colpa a me stessa per ogni persona che se ne è andata dalla mia vita.

Sono dietro la scuola. E penso. E fisso il vuoto.

Mi accendo una sigaretta.

Chi di voi non ha mai pensato 'di cosa sa una sigaretta'?

Tutti lo pensiamo, come quando siamo bambini e vogliamo sapere che sapore ha l'ostia.

Ecco, vi illumino.

L'ostia non sa di niente.

Mentre il fumo ti provoca un bruciore nell'esofago. Fa schifo.

Ma quando fumo non penso.

Non penso alle poche cose che mi sono rimaste.

Non penso a tutte le cose che ho perso.

Finisco la sigaretta. Mangio una mentina e spruzzo una quantità industriale di profumo per non puzzare di fumo e non farmi scoprire da mamma.

Indosso le cuffie. Premo 'play' e parte Essere umano.

Indovinate chi la canta?

Emis Killa! Vi ho stupito?

"Cosa mi restará? Di ogni giorno che passa di qua

Ogni cosa che arriva per poco e' la stessa che per poco va

Ci insegnano che la' in alto c'è un tipo

Vestito di bianco che prende e che dà,

Che la morte si veste di nero ma la vita che colore ha?

Io che ho scelto una strada diversa da loro

A metà tra due poli

Vedo maschere ridere in coro

Sopra volti che piangono soli, impauriti

Lasciamo ogni cosa al suo posto  fino a quando il percorso finisce

Nascosto in un corpo coperto di oro

Mentre l'anima si arruginisce"

La campanella suona.

Mi infilo in un gruppo di studenti sperando che nessuno mi veda.

Mi fermo di colpo.

Le mie ginocchia tremano.

Il mio cuore e i miei polmoni cedono di fronte a quell'immagine.

Chris che bacia Tiffany e le accarezza la pancia.

Piego la testa.

Helena abituati! Li vedrai così per molto tempo ancora.

Le sue labbra si poggiano di nuovo su quelle di Tiffany.

"Se sarà maschio come lo chiamiamo?" Gli chiede Tiff.

"Che dici se lo chiamiamo come mio padre?" Le risponde rivolgendole un'altra domanda.
Si abbracciano e Chris le accarezza i capelli come faceva con me.

Non ce la faccio più.

Non posso resistere.

Le mani di Chris, quelle mani che fino ad una settimana fa mi toccavano ora toccano lei. Con la stessa foga.

Basta.

Abbasso la testa. E inizio a camminare velocemente cercando di eliminare quel dannato ricordo.

Cammino senza una meta. Di fretta. Voglio solo tornare a casa.

Urto una persona, non so chi. Le lacrime stanno  iniziando a rigarmi le guance.

Cristoforo Colombo! Ho urtato Chris e Tiff. La solita fortuna che ho io!

Chris mi squadra con ancora Tiffany nelle braccia.

"Hel!" Nota le mie lacrime e sta per prendermi un braccio.

Bastava un solo contatto e io sarei ceduta. Avrei corso il rischio di baciarlo.

HELENA NOOO! LUI E' DI TIFFANY! LUI HA GIA' UNA FAMIGLIA!

"Non toccarmi!" Scanso la sua mano con quel piccolo coraggio che mi rimane.

Mi asciugo una lacrima. Mi giro e inizio di nuovo a camminare velocemente.

Mi devo rassegnare, lui non è più 'mio' e mai più lo sarebbe stato.

Innamorata Di Quel SorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora