Capitolo 8 - Kyouran hey kids!

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Sospirai sudando, Jason mi mise una mano sulla spalla stringendola. Will guardandoci si morse un labbro ed io gli rivolsi uno sguardo confuso e mi alzai andando in bagno. Mi guardai allo specchio e avevo un viso alquanto distrutto. Avevo gli occhi vitrei, un colorito terribile e le occhiaie ancora piú evidenti. Mi si strinse lo stomaco e andai a vomitare. Il cibo spazzatura mi fa male ma anche vedere dentro me stesso lo faceva. La piú grande paura che ho é fare il coming out e quando vedo le persone che lo affrontano con una certa semplicitá mi distrugge, perché io non riesco. In Italia mi avevano chiamato "frocetto" e preso in giro per anni. A Londra lo celai finché potevo, ma fidanzandomi distrussi tutto di nuovo. Qui... Forse mi doveva fare forza vedere Malcolm e Will essere cosí disinvolti a riguardo ma mi dava fastidio, stranamente. Continuai a vomitare e mi misi a terra con la schiena poggiata contro la parete del bagno, pulendomi il viso con la carta igenica. Ripresi luciditá aspettando qualche minuto e scaricando uscii sciaquandomi il viso. Altri stavano vomitando, magari sembravo uno che stava affrontando la sbronza e non uno stupido che si faceva prendere dalle emozioni.

«Tutto bene? É da un po' che sei qui» mi disse una voce che conoscevo ed apprezzavo.

«Stavo... parlando con mio padre, avevamo molto da dirci» risposi asciugandomi il viso per poi guardarlo.

Will mi guardava con un'espressione stirata stampata sul viso e sempre calma, mi chiedo com'é il suo viso quando si altera o da escandescenza.

«Il telefono sono sicuro che lo hai lasciato sul tavolo per... Ah, hai paragonato il bagno a tuo padre» disse con un tono calmo e apprensivo.

«Ci arrivate tutti stranamente, con qualche minuto di ritardo. Sto bene, torna di lá» gli dissi

«Non senza di te» mi rispose sistemandomi la giacca con delicatezza e tirando su la zip con altrettanta lentezza e accuratezza.

«Che fai? Sei un maniaco dell'ordine?» replicai spintonandolo via.

Lui chiuse gli occhi mentre barcollava all'indietro leggermente.

«Ti stavo sistemando perché adesso torni al tavolo con me.» disse guardandomi con aria di sfida

«Fammi strada, su» replicai aprendo il braccio verso la porta in un gesto teatrale

«Prima tu.»

«Quali sono le tue intenzioni, Will?»

«Quali intenzioni, di cosa stai parlando?» replicó confuso.

«Che cosa hai in mente? Mi conosci nemmeno da 20 minuti e vieni qui, mi sistemi la giacca mi chiedi di andare fuori, mi chiedi come sto!» sbottai nervoso.

«Volevo solo essere gentile e anche tu conosci Leo, Jason e Piper da quanto, 3 giorni? Allora con loro va bene e con me no, non capisco» rispose con il solito tono calmo che mi spiazzava.

Non aveva tutti i torni ma in questi pochi giorni sono successe cosí tante cose infondo.

«Conosco le persone come te che si prendono un sacco di confidenze per poi cos...» cercai di dire.

«Non mi conosci, proprio per il fatto che ci conosciamo da 20 minuti come dici tu, non giudicarmi senza sapere chi io sia. E comunque stai facendo tutto da solo: ti ho sistemato la maglia perché era sporca di vomito e l'ho coperta con la chiusura lampo, poi Jason mi ha chiesto di portarti fuori mentre lui e Malcolm parlavano con la polizia...» mi disse senza guardarmi.

«Cosa?» lo interrussi «Polizia? Che stai dicendo, sono andato in bagno per qualche minuto!»

«Nico, sei lí dentro da mezz'ora, per questo mi ha detto di venire a controllare, adesso ti fidi, usciamo?» disse mostrandomi la porta

La cura di ogni mio tormento (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora