Capitolo 21 - Mentre tutto scorre

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«Mia mamma é fortunatamente viva, sono arrivato in tempo» farfuglió Jason con un tono basso.

Tutti esalammo un sospiro di sollievo e anche Jason sembrava piú rilassato a vederlo ma aveva ancora la preoccupazione negli occhi e mi guardó sorridendo.

«Stai bene... Mi dispiace se...» cercó di dire Jason sorridendo triste

«Tranquillo... Ho difficoltá a... contenermi nelle mie emozioni ma sto bene... Tu come sapevi che tua madre fosse lí?» risposi.

«Succede spesso... Lei stava ferma lí da 20 minuti, ho un chip per rintracciarla dal cellulare» sospiró.

Probabilemente feci una faccia buffa perché lui mi sorrise comprensivo. Mettere dei localizzatori satellitare non é da figlio ma piuttosto da madre, e da quel che avevo capito la mamma si faceva e ció mi fece comprendere meglio la situazione di Jason, piú o meno.

«Beryl... Dovresti portarla in un centro, non puó stare cosí...» farfuglió Piper

«Con quali soldi?» rispose Jason

«Ti posso aiutare..» cercó di mormorare

«Davvero, Tristan ha fatto fin troppo per me, mia madre é cosí e se la porti in un centro scapperá come tutte le volte che mi aveva promesso di andarci e di rimanere pulita. Io non posso fare altro che quello che faccio, vado a scuola... Faccio... il possibile» disse con voce strozzata ammutolendosi all'improvviso.

Leo guardava la stanza con un cicpiglio deluso, la stessa delusione che provavo io. Avere una madre é un grande dono ma averla in quel modo credo sia piú una condanna e ció mi faceva innervosire, Jason aveva una madre ma non faceva quello che doveva fare una mamma. Piper lo abbracció e lui affondó la testa nella spalla piangendo in silenzio. Visto da qui poteva sembrare un Will piangente, con capelli piú corti e sicuramente piú alto. Avevo visto fin troppe persone piangere, avevo visto perfino me piangere fin troppo per i miei gusti. Hazel che rimase in silenzio per tutto il mento é come se fosse sparita dalla mia vista fino ad adesso.

«Io... Mio padre... Nico, ha detto che dovremmo tornare a casa... Sono le 5 di mattina e fra 2 ore abbiamo scuola...» disse Hazel balbettante.

Jason mi guardó e mi diede una pacca sulla spalla sorridendo e salutai il resto dei presenti andando con Hazel che stava a testa china e pian piano delle lacrime solcavano il viso sella mia dolce sorella. La fermai prendendola per le spalle e le strinsi la testa al mio petto accarezzandole i capelli, piú per lei era di conforto anche a me, che avevo ancora i cavalloni nello stomaco per tutto ció, con quel sapore mettalico in bocca. Lei si strinse a me in silenzio e siamo rimaste per qualche minuto in quel modo, sprofondando in quel qualore consolatorio che non altro era una mera consolazione della vita. Avere qualcuno con cui condividere il dolore é sempre sottovalutato, si pensa che stare da soli é piú facile, soffrire in un angolino con i tuoi tormenti senza trovarne una cura. La cura é dietro l'angolo, abbiamo persone che ci vogliono bene ma le ignoriamo perché siamo egoisti ed io lo sono stato per molto tempo. Adesso voglio cambiare, voglio rivelare tutto, voglio confidarmi e voglio piangere insieme a qualcuno, vorrei... Poter cambiare.

«Sbrighiamoci ad andare da papá, prima che si agiti» mormoró Hazel al mio petto.

«Lasciamo che si agiti...»

«Dai, Nico. Andiamo da papá» si staccó avviandosi di sopra.

Il rifiuto si stagliava d'avanti a noi con la sua solita faccia del cazzo, con il suo solito vestito elegante nero e con la sua solita espressione apatica ed acida.

«Come sta la mamma di Jason?» disse guardando Hazel che si asciugava le lacrime.

«Sta bene... Per cosí dire» farfuglió Hazel tirando su con il naso.

La cura di ogni mio tormento (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora