Capitolo 13 - Need your loving tonight

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Arrivammo alla casa e salimmo le scale visto che si trovava al terzo piano. Il professor Solace era vestito piuttosto elegante oggi. Aprí la porta e intravidi un grosso salone con le pareti di mattone, proprio di fronte all'ingresso era presenta un tappeto di tutti colori con un mobile basso in acciaio con sopra diversi fogli e spartiti, sulla destra del salone era situato un divano in pelle di color rosso con sopra una donna dai capelli folti e mossi di color biondo rossiccio, il suo viso era angelico e aveva un sorriso stirato sul volto mentre leggeva un foglio con una tazza di caffé in mano.

«Sono a casa Naomi» disse Lester sorridendo e allargando le braccia.

«Ciao mamma.» disse Will girandosi verso di me sorridendo.

Restai sull'uscio della porta imbarazzato, non ero abituato ad andare a casa degli altri o conoscere genitori di amici. Mi grattai il collo e feci qualche passo in avanti vedendo che nella stessa stanza sulla sinistra della sala era presente un muro a metá che faceva da bancone con una cucina piccolina; proprio all'ingresso invece c'erano diverse porte delle stanze e del bagno probabilmente. La casa non era enorme ma aveva un suo stile. Il professor Solace andó a baciare la donna, Naomi? E si sedette affianco a lei avvolgendole con un braccio le spalle.

«Lui é Nico Di Angelo, quel tipo che mi fa da assistente di cui ti parlavo» annunció Lester indicandomi sorridente.

Non so se era inquietante o gratificante che un professore parlasse di me alla propria moglie. Lei mi sorrise dolce.

«Piacere di conoscerti, sono Naomi, anche Will mi ha parlato di te» disse Naomi.

Okay, adesso diventava inquietante. Will arrossí e si giró alzando l'indice.

«Racconto tutto ai miei, non sentirti in imbarazzo»

Io entrai di piú nel salone e sulla parete affianco al divano era presente una chitarra e un piano.

«Parliamo dello spettacolo? Avevi detto qualcosa di Pop per la musica, giusto? Oh siediti.» mi disse guardandomi Lester.

Sedendomi nelle poltroncine di fronte al loro divano mi sentivo veramente in imbarazzo, Will si piazzó di fianco a me con una posizione dritta.

«Tu hai detto che volevi fare un musical, quindi la base deve essere diciamo pop» replicai cercando di concentrarmi su tutte le mie competenze musicali.

«Sai darmi qualche suggerimento per la base.»mi chiese.

Naomi ci studió attentamente, aveva lo stesso sguardo intenso del figlio. Discutemmo un po' sul sottofondo musicale o per le canzoni stesse. Suggerii qualche base con il piano e con qualche sinth base. Scoprii che Naomi stessa era una musicista, una cantante country di successo, ma quest'ultimo genere non era il mio preferito, mi immaginai la mamma di Will cantare Johnny Cash. Will si era accomodato meglio sul divano mentre ascoltava e non proferiva parola.

«Che dici di rimanere a cena, prometto che ti faccio tornare a casa presto» disse sorridendo Lester.

«Sarebbe fantastico che tu restassi, sembri simpatico, Will non mentiva» aggiunse Naomi.

Will non mentiva, non ero simpatico, quindi per me mentiva eccome ma la mamma sembrava molto sincera e sicuramente il lato calmo era un altro carattere genetico che aveva ereditato Will. Annuii poco convinto e Will mi invitó in camera sua, entrando trovai che fosse una stanza tipica di un ragazzino: la stanza era piccolina ed era cosparsa di poster di cantanti di cui metá conoscevo, ad un lato era presente il letto con una coperta di color giallo canarino, ai piedi del letto era presente un tappetino del medisimo colore con qualche scarpa al di sopra, nella parete di fronte all'ingresso della stanza era presente una scrivania con un computer portatile che trasmetteva uno screensever con le bolle, la sedia era cosparsa di vestiti, sulla parete di sinistra era presente un armadio che prendeva tutta la parete, vicino all'ingresso invece c'era una lampada che emetteva colori vivaci. Lui mi invitó a sedermi sul letto imbarazzato.

La cura di ogni mio tormento (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora