Rimasi sveglio fino alla mattina con gli occhi gonfi sbarrati sul soffitto. Hazel si mise seduta sbadigliando e chiusi gli occhi facendo finta di dormire.
«So che sei sveglio!» disse con un tono assonnato. «Riconosco i respiri» continuó.
«Io invece riconosco che sei inquietante» ribattei guardandola.
«Come mai non hai dormito?»
«Ho dormito»
«I tuoi occhi mi dicono altro»
«Smettila di fare la psicologa osservatrice» risposi mettendomi seduto con la testa dolorante.
Lei si alzó e andó in bagno ed io scesi di sotto per prendere dell'acqua e trovai con stupore il rifiuto che beveva del caffé che mi guardó storto.
«Buongiorno» proferii.
Lo so, vi puó sembrare strano ma sono una persona molto riconoscente, e riconosco che ieri aveva agito come un padre e che un minimo di rispetto se lo meritasse.
«Buongiorno a te, vuoi del caffé?»
«No, non ti preoccupare, non mi piace»
«Preferisci il té? Se vuoi lo prendo» annunció alzandosi mettendo la tazza nel lavandino.
«Non ti preoccupare, non faccio colazione» risposi cercando di trattenermi con i miei soliti commenti incalzanti sulla paternitá.
«Vado a lavoro, ci vediamo stasera se sei a casa, questo é il mio numero se servisse» mi disse lasciandomi un biglietto per poi andare via.
Presi un bicchiere d'acqua e andai di sopra. Presi il cellulare e notai con stupore che il cavo di Leo funzionava alla perfezione, avevo creduto abbastanza in lui. Salvai il numero e mi vestii con la divisa da scemo che dovevo mettere per diversi anni con dispiacere. Questa maledetta cravatta! Hazel me la sistemó uscendo dal bagnó e preparó la borsa. Io la aspettai di sotto e mi raggiunse correndo.
«Dobbiamo parlare!» mi disse
«Va bene, mamma»
«Non sono la mamma di nessuno» sospiró triste.
Salimmo sul bus e lei aveva un'espressione arrabbiata sul viso.
«Vorrei che la prossima volta avvisassi, mi hai fatto veramente preoccupare Nico, sará poco che sei qui ma sinceramente non voglio perdere nessuno tantomeno un ragazzo che fa parte della mi famiglia» disse con toni bassi.
Dispiacerebbe anche a me perdere qualcun'altro della mia famiglia, ció mi spingeva a credere che Hazel avesse perso qualcuno e quel qualcuno probabilmente era la madre assente di cui non sapevo nulla. Non sapevo se chiederglielo, so quanto puó essere difficile, lei di rimando non proferí mai parola su mia madre o Bianca. L'ultimo sogno é stato... deludente.
«Va bene, Hazel. scusa.»
«Non ti preoccupare, é okay»
Arrivammo a scuola e lei se ne andó da Frank ed io mi diressi da Leo e Piper al solito posto, solo che Leo si trovava con la testa appoggiata sulla spalla di Piper con un'espressione dolorante.
«Ciao, ragazzi, siete usciti allora?» dissi sedendomi affianco a Piper.
Leo annuí, era stranamente silenzioso, lo dovrei portare spesso a bere se il dopo sbornia gli provocava il mutismo.
«Si, tuo padre? Vabbeh, il tipo di ieri ha pagato per farci uscire e di non riferire nulla a nessuno. Vorrei ringraziarlo ma la frase di ieri mi ha turbato» rispose Piper stanca.
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La cura di ogni mio tormento (Solangelo)
FanficScrivo da molto ma non mi ero mai cimentata nella narrativa, ho sempre scritto per aforismi o racconti brevi, volevo provare a scrivere qualcosa che abbia una storia, luoghi da descrivere e tanto altro. Volevo scrivere qualcosa sulla mia ship prefer...