La giornata stava finendo con la mia ansia nel ricevere qualche segnale da Leo e Piper. Ma a quanto pare nonostante Piper provenisse da una famiglia antica indiana non é stata capace di farmi nessun segnale di fumo, forse "Pioggia che cade" non le ha permesso di avvertire uno sporco americano... Aspetta ma io sono italiano. Frank ormai aveva levato i tacchi ed io ero ancora sul letto vestito di mille illusioni, speranze e... tanti messaggi di Will. Chi me l'ha detto di dargli il numero prima del giorno dello scherzo, sospirai sconsolato. Hazel probabilmente stava di giú con la bestia, io non avevo voglia di aprire bocca, nemmeno per mangiare. Passai il resto della serata da seduto sul letto, seduto vicino alla finestra e allungato sul tappeto della camera. Sentii squillare il telefono e mi fiondai sul letto inciampando e sbattendo il ginocchio al piede del letto, dolorante mi arrampicai sul materasso guardando il display. Era ancora Will accidenti, chiusi la chiamata e mi sedetti a terra appoggiando la schiena alla parte laterale del letto. Mi passai una mano sul viso, non avevo voglia nemmeno di sentire Will, o di pensarci su, non avevo tempo o semplicemente non volevo ammettere nulla. Restare in quella stanza mi stava mettendo solo nervoso, mi ricordava quando mamma faceva tardi da "lavoro". Decisi di uscire dalla finestra, non volevo dare nessun tipo di spiegazione alla bestia ma lasciai un foglietto ad Hazel onde evitare preoccupazioni o rotture di scatole future. Nei giorni precedentei allo scherzo avevo comprato uno skate e dopo esser sceso quasi abilmente dalla finestra di camera mia, mi avviai verso il solito posto dove Jason si parcheggiava in cerca di tranquillitá. Risultato? Non c'era. Mi trovai a riflettere furioso del fatto che tutti quanti sapevano dove abitassi ma io no, io non sapevo quali fossero le loro case. Continuai a vagare senza una meta precisa per distrarmi, l'aria che mi sbatteva in faccia mi dava sollievo e la velocitá mi distraeva. Mi fermai di fronte ad un parco e sospirando presi il cellulare e provai a chiamare Leo che mi rispose, stranamente. Sentivo molto rumore di sottofondo ma mi invitó ad andare da lui perché per telefono era impossibile parlare per il trambusto. Mi mandó la posizione e mi avviai, non era molto lontano d'altronde. Il trambusto era piuttosto... trambusto, o stava in un orfanotrofio o quella famiglia era confusionaria, per me amante della tranquillitá non era una bella informazione. Arrivato a destinazione la casa era piccolina, era fatta in legno e tutte le luci che trapelavano dalle finestre erano accese. Perfino da fuori sentivo un disastro, quella casetta sará stata popolata da 8000 persone. Mandai un messaggio a Leo di aprirmi e quando spalancó la porta con un sorrisone, il suono del casino si moltiplicó mettendomi a disagio, probabilmente mi irrigidii perché Leo si giró e urló di stare in silenzio.
«Allora entri o resti lá?» mi disse spostandosi dalla porta
«Resto qua, grazie» replicai.
Mi trascinó letteralmente dentro ed era calda ed accogliente a parte 6 ragazzi che stavano animatamente mangiando senza sapere che urlare non era la base della comunicazione. Mi portó al piano di sopra e le scale in legno scricchiolavano pericolosamente. Arrivati nella stanza di Leo che sembró non essere solo sua vista la presenza di due letti a castello, era molto disordinata: vestiti per terra, libri, fazzoletti, carte... Mi sono sempre considerato disordinato ma non sono mai sfociato in questo tipo di disordine che rasentava la sporcizia vera e propria.
«Scusami amico, ma la puliamo una volta a settimana e il giorno dopo ritorna in queste condizioni» mi disse ridendo.
Non vedo nulla su cui ridere.
«Sono venuto qui per...» cercai di dire
«Ah, per il preside, si, si.» rispose sedendosi su un letto.
Lo affiancai a malincuore passando tra i vestiti e le carte.
«Ti avevo detto di avvisarmi» esclamai.
«Non ho avuto molto tempo, scusami. Dovevo preparare da mangiare e, riposare il cervello.» disse guardandosi le mani
«Riposare il cervello per poi inventarti qualche altra cazzata» risposi sarcastico
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La cura di ogni mio tormento (Solangelo)
FanfictionScrivo da molto ma non mi ero mai cimentata nella narrativa, ho sempre scritto per aforismi o racconti brevi, volevo provare a scrivere qualcosa che abbia una storia, luoghi da descrivere e tanto altro. Volevo scrivere qualcosa sulla mia ship prefer...