Mi svegliai per fortuna senza il continuo di brutti incubi. Hazel, proprio come ieri, era sveglia da prima di me sistemandosi i vestiti. Inutile dire che sono un ragazzo abitudinale. Dopo la doccia ritrovai delle vecchie amiche che sono tornate a trovarmi mentre mi guardavo allo specchio. Siete giá di ritorno occhiaie? Mi passai una mano sul viso, oggi mi sentivo particolarmente spossato e triste. Questa volta mi impegnai con il nodo della cravatta ma ero una schiappa. Rientrai in camera con occhi bassi.
«Me la sistemi, Hazel?»
«Oh, certo» rispose lei facendomi il nodo. «Poi te lo insegno» aggiunse.
Viaggio pressoché uguale come il giorno prima, tutto il viaggio andó avanti in silenzio, con i Thirty seconds to Mars nelle orecchie. Trovai con stupore che o il mio caricatore era scassato o erano le prese di quella casa di merda a non caricarmi propriamente il cellulare. Al momento aveva la carica giusta per poter chiedere aiuto nelle ore piú affollate nella scuola delle meraviglie.
«Appena ci sta la ricreazione chiamami, mangiamo in un posto abbastanza tranquillo... Hai le occhiaie, sicuro di stare bene?» mi disse rivolgendomi uno sguardo dolce come al solito e toccandomi il braccio.
«Non toccarmi» le rivolsi con tono basso «Sto, bene. Ti chiamo appena esco dall'aula.» continuai.
«Non credo ce ne sia bisogno, basta che vai sul retro e siamo sotto il ponte che collega il corridoio del secondo piano all'aperto. Nico, vorrei che me lo dicessi se nel caso non ti sentissi bene o per bisogno semplicemente di parlare»
Me ne andai verso la didattica senza risponderle. Quando entrai nuovamente nel ufficio della segreteria trovai con falso stupore che la segretaria era altrettanto impegnata con una nuova rivista di gossip.
«Sono Nico Di Angelo, ho bisogno di prendere le ultime cose per...» cercai di dire.
La segretaria si alzó e mi mise sul bancone una caterba di libri e una busta con, presumibilmente, le varie divise di ginnastica o altro, forse un cambio della divisa.
«Grazie, ma come faccio a portare tutta questa roba da solo?» le chiesi sfacciatamente.
Ho imparato che le persone vanno trattate come loro trattano te.
«Hai le braccia, giusto?» replicó senza guardami.
Per fortuna qualcuno mi bloccó prima che rovesciassi tutti i libri contro la segretaria.
«Ti aiuto io» disse una voce alle mie spalle.
Mi girai e quasi gli andavo addosso, era molto alto ma me ne accorgo soltanto adesso della differenza di altezza di me e Jason. Sorrise e prese una pila di libri ed io presi il resto.
«Che armadietto?» mi chiese mentre ci dirigemmo per i corridoi.
«Il 115, quello rotto del corridoio B5. Si riconosce» risposi sbuffando.
Arrivato a destinazione posai tutto il materiale che non mi serviva nel mio sicurissimo armadietto rotto.
«Manca ancora un po' all'inizio delle lezioni, ti va di stare con noi? Intendo me, Pip e Leo.» disse sorridendomi impaziente.
O gli piacevano i ragazzi problematici con le occhiaie e umore a terra, oppure gli stavo simpatico o... Basta pensare, per una volta posso evitare di andare con i piedi di piombo per ogni relazione sociale. Annuii con poca energia e lui mi sorrise di rimando e andammo di nuovo fuori dove si trovava Piper seduta sulla scaletta dell'ingresso e Leo sul corrimano in ferro che stava sostenendo un'animata conversazione.
«... No, perché dico, secondo me dovresti riempire i loro armadietti di uova marce» disse ridendo barcollando pericolosamente dalla ringhiera delle scalette.
STAI LEGGENDO
La cura di ogni mio tormento (Solangelo)
FanfictionScrivo da molto ma non mi ero mai cimentata nella narrativa, ho sempre scritto per aforismi o racconti brevi, volevo provare a scrivere qualcosa che abbia una storia, luoghi da descrivere e tanto altro. Volevo scrivere qualcosa sulla mia ship prefer...