Capitolo 10 - "La lettera" della discordia

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"Cos'è questa?" Domanda, trafiggendomi con lo sguardo e sbattendomi la faccia la lettera che mi ha scritto Arthur.

Ricordo benissimo di averla lasciata nella mia borsa, quindi se adesso si trova nelle sue mani c'è solo una spiegazione. "Hai frugato tra le mie cose?!" Domando a mia volta, e forse non è stata la mossa più saggia, nè la più intelligente, ma non sono riuscita a trattenermi.

"Non ho frugato tra le tue cose! I tuoi preziosi segreti sarebbero rimasti al sicuro se non avessi pensato di prendere la tua giacca e la borsa per portarle in camera! Ma purtroppo - o per fortuna, dipende dai punti di vista - questa è caduta a terra." Dice riferendosi alla lettera. "Ho visto il nome del reporter e l'ho letta. Comunque non è questo il punto! Qui c'è scritto che vi siete baciati e che lui ti ha detto di volere un figlio da te! È andata così, oppure prima ti ha detto che voleva un figlio e tu gli hai gettato le braccia al collo??" Domanda, sprezzante.

"Non gli ho gettato le braccia al collo! Mi ha baciata lui!" Mi difendo.

"Ti ha baciata lui... e perchè l'avrebbe fatto? Forse ci sei inciampata, come con Einardi?"

Ok, me lo merito. Mi merito qualsiasi insulto voglia rivolgermi. Ma non intendo permettere che quella lettera rovini tutto tra noi. "Claudio..."

"CLAUDIO UN CAZZO, ALICE! IO VOGLIO LA VERITÀ E LA VOGLIO SUBITO! MA SOPRATTUTTO VOGLIO SAPERE PERCHÈ NON ME L'HAI DETTO!"

"Non te l'ho detto perchè quel bacio non ha significato niente per me! E non ha significato niente neanche che Arthur volesse un figlio da me!"

"Proprio perchè non ha significato nulla avresti dovuto dirmelo, non trovi?" Sibila.

"Hai ragione, avrei dovuto dirtelo. Ma tutto questo ormai apparteneva al passato e io volevo lasciarmelo alle spalle! Volevo pensare soltanto al nostro futuro e poi avevo paura di rovinare tutto..."

"Il nostro futuro tu l'hai basato su delle bugie, Alice, te ne rendi conto? Gran bel futuro, davvero!"

Cerco di replicare ma non me lo permette. "Quando è successo?" Domanda.

"Che importanza ha, adesso?" Rispondo con un filo di voce.

"Ce l'ha per me. Quando. È. Successo."

Serra la mascella e stringe i pugni, come per cercare di contenere una furia incontrollabile che sembra volersi scatenare da un momento all'altro.
Una furia che vedo chiaramente nei suoi occhi e che mi fa paura.

Chiudo gli occhi, come a voler sfuggire, per un momento, all'ineluttabilità del destino. "Dopo che hanno sparato a Calligaris." Dico tutto d'un fiato.

Mi guarda con disprezzo. E ne ha tutte le ragioni, anch'io provo disgusto verso me stessa.

"Per favore, non saltare a conclusioni affrettate. Lascia che ti spieghi..." Sussurro, ormai in lacrime.

"E cosa vorresti spiegare? EH? COSA?? CHE MENTRE IO PASSAVO LE NOTTI IN OSPEDALE A VEGLIARE UN MIO AMICO CHE LOTTAVA TRA LA VITA E LA MORTE TU..." Non riesce a terminare la frase e si passa le mani tra i capelli.

"Arthur viveva sotto il mio tetto! Molte volte ci siamo ritrovati a parlare, a confidarci e... non so nemmeno io come sia successo! Ero confusa... tu ti eri chiuso in te stesso, non parlavi più con me e questo mi aveva destabilizzata..."

Scatta come una molla. "Io non ti parlavo più e tu hai pensato bene di farti consolare dal tuo ex? È questo che mi stai dicendo??"

Alice e Claudio - Un nuovo inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora