Capitolo 20 - Ritrovarsi

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Alice

"Scusami, non volevo escluderti..." mormora nella penombra che avvolge i nostri corpi abbracciati "ma avevo paura di guardarti negli occhi e vedere che in fondo avevo ragione."

"Ragione su cosa?" Domando sollevando leggermente il capo nella sua direzione.

"A pensare che sia colpa mia. E che mi merito tutto questo." Risponde, senza guardarmi.

Mi sollevo e prendo il suo volto tra le mani, obbligandolo così a guardarmi mentre le sue braccia continuano a cingermi la schiena. "Non meriti niente di tutto questo. E non è colpa tua, Claudio. È colpa del destino."

Scuote il capo. "Ho accusato io mio fratello di aver ucciso mia madre, non il destino, Alice." Replica duramente.

"Eri sconvolto..." gli sussurro, accarezzandogli il viso "avevi appena perso tua madre e avevi bisogno di dare la colpa a qualcuno per sfogare la rabbia e il dolore che provavi in quel momento..."

Chiude gli occhi per un istante e prende le mie mani tra le sue, allontanandole dal suo volto e lasciandole scivolare sul suo petto che accarezzano attraverso il tessuto morbido della camicia.

"Ti prego, smettila di giustificarmi." Mi supplica, tornando a guardarmi mentre si mette seduto accanto a me, in mezzo al letto.

"Non ti sto giustificando, Claudio. È ovvio che tu abbia sbagliato a dare a Gianluca la colpa della morte di tua madre, ma non eri in te..."

Accarezzo di nuovo il suo viso e lui per un momento sembra lasciarsi andare al mio tocco, chiudendo gli occhi e inclinando leggermente la testa.

"Alice..."

"Lo so che vorresti soltanto tornare indietro e non aver mai detto quelle parole, ma non puoi" proseguo imperterrita, senza curarmi di ciò che volesse dirmi "e alla fine hai cercato di rimediare, tentando di ricucire lo strappo che c'era tra voi. Quindi ti prego, non tormentarti più perchè non fa altro che avvelenarti l'anima e impedirti di goderti tutto ciò che di bello la vita ha da offrirti, tipo tua nipote." Gli sorrido.

"Mia nipote e te, Sacrofano." Mi sorride a sua volta, sfiorandomi una guancia con la punta delle dita.

Mi sembra sia passata un'eternità dall'ultima volta che mi ha chiamata così e sentir pronunciare quel soprannome che mi ha affibbiato fin dalle prime volte in cui l'ho conosciuto, mi restituisce un po' di quella normalità che credevo di aver perso.

La sua carezza cade nel vuoto e il suo sguardo si perde ad osservare un punto indefinito alle mie spalle. "Avrei soltanto voluto dirgli che mi dispiace, tanto... e anche che gli volevo bene. Non ho mai smesso di volergliene e volevo solo che lo sapesse, invece..."

Si blocca e i suoi occhi diventano improvvisamente lucidi. Mi avvicino ancora un po' a lui, poggiando la mia fronte alla sua.

"Lo sapeva, ne sono sicura. E lo sa anche adesso, ovunque sia, perchè un legame tra fratelli è qualcosa che niente e nessuno può spezzare. Tantomeno delle parole dette in un momento di rabbia e di dolore."

"Lo pensi veramente?" Domanda, allontanandosi leggermente per potermi guardare negli occhi.

"Certo. E penso anche che tu possa dimostrarglielo prendendoti cura di Chiara, come stai facendo ora."

Sospira. "Alice, io Chiara l'amo già e sto provando davvero a prendermene cura, ma non so se sono in grado di farlo. Sai bene che io e i bambini siamo su due lunghezze d'onda totalmente opposte."

Alice e Claudio - Un nuovo inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora