Non ho idea del perchè, volessi tanto dirglielo ma adesso è come se mi fossi tolto un peso e sto meglio.<<Sei la prima persona a cui l'ho detto.>> Spiego, sedendomi su una panchina di legno vicino all'altalena.
Mi guarda comprensivo e mi accarezza il dorso della mano.
<<Non so cosa dire, è orribile quello che ti è successo.>> Sospira, prendendo il mio viso tra le mani per asciugarmi alcune lacrime fuggiasche.
<<Non dire niente, va bene così. L'ho superato da tempo, ma il ricordo fa male.>>
Distolgo lo sguardo, non sapendo cosa ma è meglio il silenzio in certi casi.
È stato davvero liberatorio, infondo è qualcosa che tenevo chiuso dentro di me e che non sarebbe mai venuto fuori di sua volontà, io devo tirarlo fuori.Ingoio un groppo.
<<La vedi quella casa lì?>> Mi distoglie dai pensieri, indicando il bar che abbiamo difronte.
Annuisco.
<<Ci lavorano i miei nonni materni. I miei genitori sono davvero orribili con me, mio padre è orribile. Ci sono volte in cui mi picchia, mi fa del male "per istruirmi" così dice lui -ride amaramente- mia madre se ne sta in disparte, probabilmente spaventata da lui. I miei nonni sono le uniche persone su cui posso contare. Sto aspettando di compiere diciotto anni per venire a vivere qui.>>
Rimango sorpreso al suo racconto.
Pensavo che avesse una vita fatta di rose e fiore, non questo.È davvero così semplice nascondere il male che ci circonda.
Faccio un sorriso amaro, abbassando gli occhi.
<<Come fai a non crollare?>> Domando in un sussuro, facendomi uscire un respiro trattenuto.
<<Ci sono abituato.>> Sputa di colpo.
<<E so che crollare non servirebbe a niente, perché non farebbe passare il mio dolore, anzi, lo aumenterebbe. Vado avanti per la mia strada, piena di buche certo, ma cerco di rialzarmi.>>Lo guardo per un secondo, pensando a quanto le sue parole abbiano un significato profondo.
<<Hai mai pensato di rivolgerti ad uno psicologo? Potrebbe aiutarti.>>
Scuoto la testa. <<Dopo quello che mi è successo, non mi fido più di qualcuno così facilmente. Mi sono ripetuto per mesi, che la colpa era solo mia. Forse l'ho stupidamente provocato, senza accorgemene. Voglio solo andare avanti da solo, con questo segreto che nessuno dovrà mai sapere. I miei genitori e mia sorella, hanno cercato di aiutarmi ma sono riuscito da solo a superare quello che mi era successo quel giorno.>>
Mi guarda negli occhi, mentre mi mordo insistentemente le labbra.
<<Comunque, non voglio essere trattato diversamente da te.>> Dico, mettendo una mano sulla sua, senza pensarci.
Appena mi accorgo del mio gesto, la tolgo subito.
<<Allora perchè continui a farti del male?>> Chiede, afferrandomi il polso dove ci sono le cicatrici dei miei tagli e le croste rosse, nuove.
<<Te l'ho detto l'altra volta, Taehyung -divento serio- è l'unico modo che ho per sentirmi vivo, per non far scucire i punti che ho messo al mio cuore tempo fa.>>
Si alza di scatto, facendomi sussultare per la sorpresa.
<<Non dire queste cazzate!>> Sputa, secco facendomi rabbrividire.
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BULLIED || Taekook
Fanfic(TEMATICA OMOSESSUALE ➪Taekook/Vkook) STATUS: completa ✔(In fase di correzione) "E si incisero quello sguardo sulla pelle, in una cicatrice che permarrà nel tempo." •▪︎•▪︎•▪︎•▪︎•▪︎ Asan, Corea del Sud. Due ragazzi impareranno ad amarsi ed odiarsi...