Second call.

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Jack aprì la porta della segreteria, trovando Oliver ad aspettarlo.
<<Buongiorno.>> disse quest'ultimo.
<<Giorno.>> rispose Jack freddo.
<<Come mai ieri hai voluto chiamare proprio Finn Wolfhard?>>
<<È una storia complicata.>>
<<Una storia complicata? Stai chiaramente dicendo che voi due avete avuto una storia qui dentro.>>
<<Come lo sai?>> chiese Jack.
<<Perché si vede. Vogliamo parlare degli sguardi che vi rivolgevate in mensa o in corridoio? Non sono mica stupido, Jack.>>
Jack gli si avvicinò, sedendosi nella sedia di canto a lui.
<<Qual è il patto allora? Non me ne hai ancora parlato.>> disse Jack cambiando discorso.
<<Vieni qui.>> sussurrò Oliver.
<<Perché dovrei?>>
<<Perché sennò potrei confessare al signor Abram qualcosina sulla tua storiella d'amore con Finn. E fidati, non vorresti io lo facessi.>> lo minacciò. Jack sentì un brivido percorrergli la schiena. Si alzò dalla sedia, mettendosi davanti ad Oliver.
<<Chiudi la porta a chiave, dopodiché vieni a sederti qui sulla mia gamba.>> ordinò. Jack eseguì, prese la chiave sulla scrivania, infilandola nella serratura e chiudendo a chiave. Si sedette sulla gamba destra del ragazzo, e quest'ultimo gli accarezzò la coscia.
<<Sono qui dentro solo per la mancia che mi danno, non credo alle stronzate sulla conversione o cos'altro.>> spiegò improvvisamente Oliver.
<<Quindi anche tu sei come noi?>> chiese Jack deglutendo rumorosamente.
<<Che vuoi dire con "come noi"? Non sono gay come voi, ho una ragazza. Ma non sono contro di voi. Però l'idea di stare in una stanza, solamente con te mi alletta. Sei un ragazzo carino.>> disse Oliver. Jack non lo guardò negli occhi, aveva quasi paura di farlo. Oliver cominciò a baciare Jack con foga, il quale era rigido sotto il suo tocco, soprattutto perché chi lo stava toccando non era Finn. Il più grande ansimò poggiando le mani sul culo dell'altro.
<<Ci divertiremo.>> disse Oliver.
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Finn si alzò dal letto, erano solo le dieci del mattino. Prese il cellulare trovando un paio di notifiche da instagram o social in generale. Si strofinò gli occhi, mettendosi le ciabatte e scendendo in cucina.
<<Mamma?>> disse Finn non trovando la donna al bancone o sul divano com'era solita fare. Si avvicinò al bancone, trovando un foglietto con su scritto: "sono a fare la spesa, ci vediamo a pranzo -Mamma" con accanto un cuoricino disegnato con la penna. Finn prese una tazza e ci versò del latte. Mangiava tranquillamente, quando poi arrivò una chiamata al suo cellulare. Lo stesso numero di ieri.
<<Pronto?>> chiese Finn, sperando di non sentire la voce di Jack dall'altra parte. Sarebbe scoppiato a piangere.
<<Finn...>> disse la voce. Il corvino chiuse gli occhi per un momento, sospirando.
<<Buongiorno, Jack. Grazie per la chiamata ma devo saluta->> cominciò Finn.
<<No ti prego Finn. Non sai quanto mi sia costata questa chiamata che ti sto facendo.>> disse Jack con la voce che tremava.
<<Cosa intendi?>>
<<Ho dovuto farlo con Oliver.>> deglutì Jack, sembrava stesse piangendo.
<<Jack, perché?>> disse Finn sentendo gli occhi pizzicare.
<<Perché volevo sentirti, e ho stretto questo accordo. Finn, non so se tu stai provando lo stesso, ma mi manchi così fottutamente tanto. Ho bisogno di sentirti.>> rispose Jack.
<<Mi dispiace, Jack. Devo andare...>>
<<Sì, capisco. Ti amo Finn...>> sussurrò Jack. Il corvino allontanò il cellulare dall'orecchio, premendo il bottone rosso di fine chiamata. Poggiò il cellulare sul tavolo, prendendo in mano la tazza.
<<Merda!>> urlò, e senza esitare la buttò a terra, facendo sì che l'oggetto si trasformasse in tanti pezzi di vetro di misura diversa. Guardò quel che aveva fatto, appoggiando la schiena al muro si lasciò andare sedendosi a terra. Cominciò a piangere. Anche lui amava Jack, però non lo meritava. Jack era stato capace di dare il suo corpo a qualcun'altro pur di sentire per un solo secondo la voce di Finn. E questa cosa lo faceva imbestialire, qualcuno che non fosse lui aveva toccato Jack, aveva visto Jack. Sembrava davvero come se sentisse un nodo al centro dello stomaco, quasi come una fitta che lo attaccava da dentro fino a lacerarlo completamente.
<<Mi dispiace, Jack...>> disse Finn piangendo. <<Mi dispiace davvero tanto...>> singhiozzò. Suonarono alla porta, si asciugò le lacrime e andò ad aprire. Sorrise, vedendo chi gli si era presentato davanti.
<<Hey!>> disse Wyatt, un amico d'infanzia. Non avevano mai perso i rapporti, tranne che negli ultimi sei mesi.
<<Wyatt.>> disse Finn abbracciandolo.
<<Tutto questo affetto da Finn Wolfhard? A cosa lo devo?>> scherzò il biondino.
<<Stai zitto, stronzo.>> disse Finn dandogli un pugnetto sulla spalla.
<<Che hai combinato?>> chiese Wyatt riferendosi ai pezzetti di vetro sparsi per terra.
<<Mi è solo caduta una tazza.>> mentì Finn raccogliendo i vetri e buttandoli nell'immondizia.
<<Come è andata la vacanza?>> chiese Wyatt.
<<Non c'è stata nessuna vacanza.>> disse Finn sedendosi accanto a lui.
<<Cosa intendi?>>
<<Non sono stato in vacanza per sei mesi. Sono stato in un centro di conversione per omosessuali.>> confessò Finn.
<<C-cosa? Tu sei...gay?>> chiese Wyatt. Finn annuì.
<<Perché ti hanno mandato lì?>>
<<Mio padre, non mi accettava. Motivo per cui mia madre ha chiesto il divorzio. So che è una notiziona la mia, me ne esco con un "hey scusami se non te l'ho mai detto ma sono gay, non volevo mica spaventarti!">> scherzò Finn. Wyatt rise.
<<E allora? Sei gay, qual è il problema? Mi sembra che sei sempre lo stesso. Capelli ricci, ossuto, alto, divertente, gentile... Cosa è cambiato in te? Nulla, perfetto. Sei come sempre, solo che ti piacciono i ragazzi.>> disse Wyatt con nonchalance. Finn sorrise e lo abbracciò, Wyatt ricambiò l'abbraccio stringendolo forte.
<<Ti voglio bene, Finn.>>
<<Anche io te ne voglio, Wyatt.>>
<<Mi sono innamorato.>> disse Finn. Wyatt alzò un sopracciglio e fece una faccia strana.
<<No! Non di te!>> si corresse il corvino ridendo e facendo ridere Wyatt. <<Si chiama Jack.>>
<<Dove l'hai conosciuto?>> domandò il biondino.
<<Al centro, lui è stato...>> cominciò Finn. <<Così tanto per me, in così poco tempo. Noi l'abbiamo anche fatto, non perché mi attirasse solo sessualmente, ma io lo amavo. E lo amo tutt'ora.>> continuò.
<<E adesso lui dove si trova?>>
<<È ancora dentro quell'inferno.>> rispose Finn.
<<Ti manca?>> chiese Wyatt.
<<Tanto, troppo a dirla tutta.>> disse Finn abbassando lo sguardo.

𝙲𝚘𝚗𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒𝚘𝚗 𝙲𝚎𝚗𝚝𝚎𝚛 |𝓕𝓪𝓬𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora