Mom, I want to go home.

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Jack si alzò dal letto, guardando l'orologio sul comodino. Le 08:30. Si strofinò velocemente gli occhi, andandosi a vestire. Uscì velocemente dalla stanza. Andò di corsa in segreteria, ma fortunatamente non vi ci trovò nessuno. Entrò e si chiuse a chiave. Alzò la cornetta e digitò il numero della madre.
<<Pronto?>> chiese la donna.
<<Mamma, sono Jack, ti sto chiamando dal centro.>>
<<Tesoro, tutto bene? È successo qualcosa?>>
<<Mamma...>> disse Jack con voce tremante <<Puoi venirmi a prendere? Ti prego...>>
<<Tuo padre non vorrebbe tu tornassi a casa ancora in quel modo.>>
<<No mamma, sono cambiato. Te lo giuro! Non sono più gay, mi piacciono le ragazze.>> mentì Jack.
<<Voglio crederti tesoro, per il tuo bene. Ti verrò a prendere oggi pomeriggio alle quattro.>>
<<Grazie mamma.>> disse Jack chiudendo poi la telefonata. Uscì dalla segreteria, osservando non ci fosse nessuno in corridoio a guardarlo. Si diresse in mensa, sedendosi poi vicino Noah che lo salutò con un cenno della testa. Ad un certo punto entrò il signor Abram, che guardo tutti i tavoli, dal primo all'ultimo.
<<Jack Grazer?>> chiese Abram. Jack guardò in basso, si sentiva tremendamente osservato. Perché diavolo avrebbe dovuto chiamarlo? Non aveva fatto nulla. O almeno, nessuno lo aveva visto fare qualcosa.
<<Mi segua nel mio ufficio, svelto.>> disse serio il capo. Jack si alzò andando verso di lui, tutti lo guardarono. Seguì il signor Abram fino al suo ufficio, dove ci trovò Oliver.
<<Ho saputo che una parte di te se n'è andata via, giusto?>> chiese Abram. Jack si limitò a guardarlo senza rispondere.
<<Qualcuno ha avuto una storia d'amore qui dentro. Non è una buona cosa sai? È uno dei peccati più assurdi che io abbia mai visto. Una relazione di quel tipo dentro un centro di conversione? Non posso fartela passare liscia.>> continuò. Jack abbassò lo sguardo, guardando per terra.
<<Ti lascerò ad Oliver, ha dei compiti ben precisi.>> disse Abram infine, uscendo poi dalla stanza.
<<Perché?>> chiese Jack ad Oliver.
<<Vedi Jack, nella vita si presentano degli imprevisti... Come ha detto il signor Abram, adesso ho dei compiti ben precisi.>> disse Oliver alzandosi dalla sedia. Si avvicinò a Jack, alzandogli il mento con la mano, trovandosi faccia a faccia con lui.
<<N-non di nuovo...>> sussurrò Jack, gli tremavano le labbra e gli occhi stavano cominciando a pizzicare.
<<Non ti scoperò di nuovo, se è quello di cui hai paura. Ma devo chiaramente farti capire che quel che hai fatto è sbagliato.>> disse Oliver. Prese Jack per il colletto della camicia e lo poggiò sulla scrivania, facendolo capitare con il lato destro della faccia appiccicato al legno. Jack deglutì spaventato. Il ragazzo più grande levò la camicia da dentro i pantaloni di Jack, scoprendogli la schiena. Jack sentì il suono di una cintura che passava velocemente tra i passanti come per levarla. Cominciò a tremare, per la prima volta si sentiva realmente sbagliato. Oliver diede il primo colpo di cintura senza preavviso sulla schiena di Jack, che gemette dal dolore.
<<Sei così innocente...>> sussurrò Oliver dando un altro colpo.
<<Hai accettato di dare il tuo corpo a me, solo per sentire un attimo la voce di quel ragazzo...>> cominciò il più grande. <<Per quel ragazzo che ti pianta in asso ad ogni telefonata, che ti ha lasciato qui dentro da solo. Starà rimpiangendo tutto quel che c'è stato tra voi, non avrebbe voluto fare nulla con te, niente di niente. Magari ti ha solo usato, magari voleva solo sentirsi ribelle e ti ha fatto credere di amarti quando in realtà per lui eri un passaporto per divertirsi e ribellarsi.>> continuò lui, dando un altro colpo di cinta. Jack oltre a piangere cominciò a singhiozzare.
<<E sai perché te lo dico? Perché non saresti qui da solo, non ti avrebbe mai fatto un torto del genere o non avrebbe mai tagliato corto durante le vostre chiamate.>> Jack pianse più forte, alcune lacrime gocciolarono sulla scrivania. Si sentiva male. Sentiva come se tutto quel che Oliver avesse detto in realtà fosse vero, come se lui avesse ragione. E il dolore fisico che stava provando era poco o nulla in confronto al dolore di quei pensieri. Oliver diede un ultimo colpo, più forte. Quasi Jack urlò, sentendo una parte della sua schiena bruciare. Oliver uscì, lasciandolo lì su quella squallida scrivania.
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Mise le ultime cose in valigia e si diresse in sala d'aspetto.
<<Cosa ci fai tu qui?>> chiese Oliver dietro al bancone.
<<Tra cinque minuti mia mamma mi verrà a prendere. Adesso puoi anche darmi telefono e altra roba.>> rispose Jack freddamente.
<<Appena arriverà tua madre.>> Jack sbuffò, sedendosi in una delle sedie di plastica presenti in stanza. Aspettò un po', fino a quando vide sua madre fare ingresso nella struttura.
<<Buon pomeriggio!>> disse la donna.
<<Puoi darmi le mie cose adesso?>> chiese Jack andando al bancone. Oliver lo guardò, consegnando tutto al ragazzo.
<<Andiamo tesoro, grazie ancora.>> sorrise Angela.
<<Soero tu sia davvero cambiato, o tuo padre ti caccia fuori di casa.>> disse lei dirigendosi verso la macchina.
<<Ho detto che sono cambiato, mi ha fatto bene stare qui un po'.>> disse Jack mentendo. Entrarono in macchina, trovando il padre dentro ad aspettarli.
<<Oh eccolo il mio figliolo! Sapevo saresti cambiato!>> sorrise l'uomo guardando il proprio figlio dallo specchietto.
<<Già, sono pronto a vivere al meglio...>> disse Jack. Gavin mise la macchina in moto, partendo. Il ragazzo appoggiò la testa al finestrino guardando fuori, il tempo era stranamente nuvoloso. Mise le cuffie e cominciò ad ascoltare della musica, isolandosi dal mondo esterno. Cominciò a piangere silenziosamente guardando il suo riflesso nel vetro. Era stato un periodo infernale, e lo sarebbe stato anche quello trascorso con i suoi, ma sperava in meglio. Ripensò alle parole di Oliver, sentendo una fitta al cuore. Perché Finn non voleva sentire la sua voce? Perché sembrava che Finn stesse rimpiangendo tutto? Perché cercava di parlare il meno possibile con lui? Perché era tutto così complicato all'improvviso? Lo rivoleva indietro. Gli mancava il Finn che aveva conosciuto lì dentro, quello con cui aveva avuto la sua prima volta, quello che lo faceva sentire bene. Ma se in fondo Finn l'avesse soltanto usato?

𝙲𝚘𝚗𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒𝚘𝚗 𝙲𝚎𝚗𝚝𝚎𝚛 |𝓕𝓪𝓬𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora