Park.

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Jack prese la giacca e uscì di casa. Aveva provato a chiamare Finn, ma dopo la prima volta in cui senti la voce di Jack con un numero diverso non rispose più. Era passato un mese da quando entrambi si erano visti l'ultima volta. Si diresse verso il parchetto della città, sedendosi in una panchina. Vide un gruppo di bambini sghignazzare e correre intorno a un albero, sorrise alla vista di così tanta allegria da parte loro. Erano solamente le otto del mattino, ed era uscito a fare una passeggiata. Vide un ragazzo incappucciato sedersi due panchine dopo quella in cui era seduto lui. Il ragazzo aveva una corporatura conosciuta agli occhi del moro, che cercò di scorgerlo in viso. Il ragazzo si incontrò con un altro amico dai riccioli quasi biondi, so sedettero entrambi su una panchina cominciando a parlare. Jack provò a udire la voce del ragazzo incappucciato, ma con scarsi risultati. Decise di alzarsi, passando davanti a loro, guardò più in basso, incrinando leggermente la testa per voler guardare sotto il cappuccio. Riuscì a vedere solo il naso sporgere, ma lui sapeva alla fine che conosceva quella corporatura e anche quel naso. Sapeva anche dove li aveva già visti. Si avvicinò a loro, con la scusa di chiedere informazioni.
<<Scusate, sapete dirmi dove si trova il supermercato più vicino?>> chiese Jack, palesemente non interessato in realtà. Il ragazzo che Jack osservava alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Jack fissandolo per un paio di secondi.
<<Merda...>> sussurrò il corvino.
<<Che hai detto?>> chiese l'amico.
<<Nulla, nulla.>>
<<Sapete darmi informazioni o...>> disse Jack guardando il ragazzo che ormai aveva riconosciuto come Finn.
<<Esci dal portoncino e vai a destra per due traverse di seguito, alla tua sinistra ci sarà il supermercato.>> rispose Finn.
<<Piacere, Wyatt.>> disse Wyatt porgendo la mano a Jack.
<<Jack, piacere mio.>> disse Jack stringendogli la mano.
<<Lui è Finn.>> disse il biondino presentando l'amico.
<<Piacere mio, Finn...>> disse Jack sorridendo falsamente.
<<Ora che ci penso devo andare anche io al supermercato, magari accompagno pure il ragazzino.>> disse Finn a Wyatt.
<<Oh okay, allora a dopo Finn!>> disse Wyatt alzandosi dalla panchina e allontanandosi dai due. Non si scambiarono il minimo sguardo, fino a quando furono abbastanza lontani dal parco e Finn trascinò Jack per un braccio dentro una traversina isolata.
<<Che cazzo ci fai qui?>> chiese Finn levandosi il cappuccio.
<<Sono tornato a casa, non volevo rimanere più lì dentro.>>
<<Tu non stai nemmeno qui, stai tipo 40 traverse e svincoli lontano da qui. Cioè almeno credo, non ci siamo mai incontrati prima di tutta la storia del centro. E no, non abbiamo mai parlato di dove stavamo.>>
<<Lo so, ma sto solo a 200 metri da qui circa.>>
<<Devo andare.>> disse Finn tagliando corto. Jack rimase così confuso, da tutto. Soprattutto da come in questo periodo reagiva Finn.
<<Finn, fermati un attimo.>> disse Jack prendendolo dal braccio.
<<Che vuoi?>>
<<Ti voglio stasera a casa mia, alle 9.>> disse Jack. <<Ti invio l'indirizzo.>> Finn lo guardò, non dando risposta e allontanandosi da quella traversa. Jack si incamminò verso casa, aprendo di scatto la porta e fiondandosi su per le scale.
<<Tesoro tutto apposto?>> chiese la madre.
<<Sì. E mamma...>> disse Jack scendendo un paio di scalini per guardarla in faccia.
<<Stasera viene un amico, dopo cena...>>
<<Io e tuo padre non ci siamo. Ti prego Jack, non farmi pentire di esserti venuta a prendere da quel centro.>>
Jack abbassò lo sguardo, salendo le scale e sdraiandosi sul letto.

Ti prego Jack, non farmi pentire di esserti venuta a prendere da quel centro.

La voce di sua madre gli rimbombava in testa. Poteva davvero pentirsi di aver portato suo figlio a casa?
Prese il cellulare scorrendo con il dito tra i contatti. Cliccò su "Finn<3".
Aveva portato a casa il bigliettino in cui Oliver gli aveva scritto il numero di Finn. La prima cosa che aveva fatto dopo aver messo piede nella sua stanza era stata memorizzare quel numero nel suo cellulare. Inviò l'indirizzo su WhatsApp a Finn, il quale visualizzò dopo pochi minuti ma non diede nessuna risposta.
<<Jack è pronto il pranzo.>> disse sua madre dal piano di sotto. Jack guardò l'orario dal cellulare, le 12:30. Mancava ancora mezz'ora all'ora di pranzo, ma scese comunque.
<<Non è ancora presto?>> chiese Jack sedendosi sul bordo del divano.
<<No in realtà...>> cominciò la donna, quasi come se stesse inventando una scusa. <<Volevo parlarti.>> continuò.
<<Ho sentito la porta aprirsi un paio di minuti fa mentre ero in stanza. È tornato papà?>> chiese Jack.
<<Sì, si sta cambiando in stanza.>> disse Angela, guardò dietro Jack osservando il marito e annuendogli. L'uomo salì le scale, andando verso la stanza di Jack.
<<Che fa papà?>> chiese Jack non capendo il gioco di sguardi tra i due.
<<Nulla, sta solo prendendo delle cose in bagno.>>
<<Ma sopra c'è solo il mio bagno, mamma.>> disse Jack alzandosi dal divano.
<<Sì è solo che...>> la donna si bloccò di nuovo. <<Nulla, Jack. Fai fare a tuo padre quel che deve fare.>>
<<Lì ci sono le mie cose! È camera mia, non so cosa mi stiate nascondendo ma con me non attacca.>> disse Jack precipitandosi a salire le scale. Aprì la sua stanza, trovando suo padre frugare nel cassetto della sua stanza.
<<Che diamine stai facendo?>> chiese Jack abbastanza fuori di sé. Suo padre smise di frugare, guardando il figlio e avvicinandosi a lui.
<<Sto solo controllando le tue cose, per il tuo bene...>> disse l'uomo.
<<Per il mio bene? Per il mio bene?!>> urlò Jack. <<Mi avete mandato in un centro a dir poco schifoso, mi trattate diversamente da quando sono tornato, o da quando sapete quel che sapete. Come se non fossi nemmeno io, come se non fossi più il vostro Jack, vostro figlio.>> disse Jack respingendo le lacrime. <<Sono sempre io, non sono cambiato.>>
<<Chi viene stasera qui da noi mentre io e tua madre siamo assenti?>> chiese suo padre.
<<Un amico.>>
<<Spero per te quel centro abbia funzionato, perché se non è così...>> disse puntandogli il dito. <<Se non è così, ti finisce male ragazzo.>> disse suo padre uscendo dalla stanza e lasciandolo lì.
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Capitolo di passaggio, il prossimo sarà moooolto meglio giuro. Sotto tutti i punti di vista😏

𝙲𝚘𝚗𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒𝚘𝚗 𝙲𝚎𝚗𝚝𝚎𝚛 |𝓕𝓪𝓬𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora