Capitolo 40

310 17 45
                                    

SHAWN'S POV

Mentre correvo, lì in mezzo a quella folla urlante, mi è sembrato quasi di vederla.
Di rivivere il momento in cui la abbracciai per la prima volta, durante il concerto di Los Angeles.
Ma ovviamente lei non era lì, era solo la mia impressione, era la morsa che opprimeva il mio stomaco a giocarmi brutti scherzi.

- Fine del tour! - urlò Connor appena scesi dal palco.
Seguito dalle urla di tutta la crew e del sottoscritto.

Ero un mix di emozioni assurdo.
Felicità,Tristezza, Paura, Ansia, Nostalgia.

Era appena finito tutto.
Certo essere in tour ti porta tanta stanchezza, ma la felicità, l'adrenalina di sentire tutte quelle persone urlare il tuo nome appena arrivi sul palco, cantare a squarciagola tutte le tue canzoni, sapere che sono lì perché amano la tua musica, questa supera ogni tipo di stanchezza.

Mi buttai sul letto della mia stanza d'hotel addormentandomi subito.
Ero esausto a causa dei festeggiamenti che la mia crew aveva preparato, mi mancheranno, per me sono come una seconda famiglia.

A malapena due ore dopo sentii un suono martellante e continuo, e capii che la sveglia stava facendo il suo lavoro.

Appena mi ricordai di quello che dovevo fare quel giorno mi tirai su velocemente per iniziare a svegliarmi.

Sarei  tornato a Los Angeles,questo è il motivo per cui mi dovevo svegliare alle cinque del mattino.

Io, Connor e Jake salimmo sul nostro volo alle sei in punto.

Avevamo ben dodici ore da passare in aereo e ne utilizzai la maggior parte per dormire,ma al mio risveglio mi aspettavano ore e ore di tempo nelle quali l'ansia iniziò a prendere il sopravvento.

- Andrà tutto bene - disse Connor dandomi una pacca sulla spalla.
- Non so cosa aspettarmi - risposi guardando fuori dal finestrino.
- Insomma, se lei sta ancora con quello... Cosa dovrei fare? Ascoltarla e poi andarmene? E se non ci sta più cosa dovrei fare? Perdonarla? - continuai, questa volta guardando il mio migliore amico negli occhi, azzurri come il mare.
- Non puoi sapere come sono andate le cose finché non te lo dirà lei, e farai quello che pensi sia giusto in quel momento - rispose lui.
Sorrisi debolmente...l'ultima volta che avevo fatto quello che mi diceva la mia testa avevo fatto una cazzata... Chi mi diceva che non avrei deciso la cosa sbagliata anche quella volta?

ALLISON'S POV

- Sono già le sei e un quarto, dove cavolo è finito Cal? - chiese Emily continuando a mangiare popcorn.
- Mi ha detto che ha avuto un contrattempo  - risposi controllando il cellulare.
- Si ma è in ritardo di ben quindici minuti! Io voglio guardare il film - protestò lei.
- Ti ricordo che di solito sei tu la ritardataria - protestai ridendo.
- Beh questa volta ero quasi in orario - rispose lei cercando di fare la offesa.
- Solo perché abiti a due passi da casa mia - continuai.
- Ok, vai bene hai vinto tu - finì lei ridendo e alzando le braccia in segno di arresa.
Mi allungai per rubarle dei popcorn prima che li finisse tutti e la guardai con un sorrisetto compiaciuto.

- Mi ha detto che sta arrivando - annuncciai leggendo il messaggio del mio migliore amico.
Guardai l'orologio, ora mai erano quasi le sette.

- Eccolo - disse entusiasta Em quando il campanello suonò.

Andai verso la porta, girai la maniglia e la aprii.

Il mio cuore prese a battere all'impazzata, tanto che pensavo di stare avendo un attacco di panico quando osservai la persona che si trovava sulla soglia di casa mia.

Era talmente alto che i suoi riccioli perfetti quasi toccavano il soffitto, ancora più bello dell'ultima volta in cui l'avevo visto.

- Al? Tutto ok? - chiese la mia migliore amica alzandosi dal divano.
Guardò il ragazzo con aria soddisfatta.
- Lo sapevo che sarebbe tornato- disse lei felice per poi tornare sul divano.
La fulminai con lo sguardo.

It Isn't A Dream Anymore ||Shawn Mendes||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora