Capitolo 4: L'ho sempre protetta.

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TESSA
Il giorno dell'arrivo di Vanessa in America.

«Cosa le hai fatto? Perché non vi parlate più?» Domanda Ken, tenendo ancora la mano sul collo. Per fortuna sono riuscita a convincere Hardin a mollare la presa.
«Non sono affari tuoi.» Lo ammonisce.

È così nervoso. Non sa dove andare, si passa una mano tra i capelli.
In questo momento, aspiro aria ed espiro tensione. Tutti gli altri come me.

«Non parla con te e non vuole venire qui per chissà quale motivo, dev'essere successo qualcosa.» Borbotta Ken, pensieroso.

Hardin aggrotta le sopracciglia e si volta.
Hardin ti prego, non farlo.
«Pensi che ci sia un altro motivo se lei non viene a vivere con te? L'ultimo ricordo che ha di te, sei tu che scappi, un misero ubriacone che si è rifatto una stupida vita.» Lo taglia in due con le parole.
Parole che Ken sembra ormai abituato a sentire.
Si sfidano con lo sguardo.
Poi, suo padre, schiude la bocca, come se avesse intuito qualcosa.

«Hai visto Vez oggi?» Domanda secco.
«Non chiamarla Vez.» Mormora Hardin a denti stretti. Ken ripete:
«L'hai vista oggi?!»
Hardin rimane in silenzio.

Si guardano con aria di sfida.
Sono così tesa se penso di sapere la verità.
Che a Vanessa è bastato rendersi conto di quanto il loro passato continua ad influire su Hardin, per cambiare idea.
Ammesso che abbia mai messo da parte questo rancore per suo padre almeno per un istante.

Mi giro verso il pavimento e vedo il telefono di Ken buttato a terra.
Mi avvicino e noto la scritta "Chiamata Interrotta" e sotto c'è il nome "Vanessa": erano al telefono e l'arrivo di Hardin li avrà interrotti, questo mi fa sentire ancora di più in colpa.

Lui poi decide di rispondere:
«Se non voleva stare da me, perché mai dovrebbe stare da te?»
La frase di Hardin taglia l'aria come un coltello.

Adesso le carte sono scoperte e non so come andrà a finire. Ken spazientisce.
«Hardin, diamine!» Urla.
Hardin gli ride in faccia, non ha paura.

Io si, non l'ho ancora mai visto così arrabbiato.
«Ti tirerei uno schiaffo, se non pensassi che sei così pazzo da arrivare ad uccidermi con quelle mani.» Afferma, stringendo i denti. È furioso.

«Cosa pensavi? Di poterla ricevere in casa come se non fosse successo niente? Ti avrebbe comunque trattato come ti tratto io, non dimenticheremo facilmente ciò che ci hai..»
Ken tira un pugno sul tavolo, percuotendolo.

«Solo perché tu non vuoi il mio aiuto, non significa che Vanessa non può averlo nemmeno! Non puoi decidere per lei! Siete diversi! »

Queste parole bruciano sulla mente di Hardin che risponde a tono:
«Cosa sai tu di come siamo io e lei? L'ho protetta io da tutto e da tutti, l'ho cresciuta io. Mamma ci ha fatto da padre e da madre, ma io per lei sono stato più di un fratello. Nessuno la conosce più di me e nessuno tiene a lei come tengo io!!»

Ken si avvicina pericolosamente troppo vicino ad Hardin.

«Allora perché non vuole venire a stare da te, Hardin?»
Domanda con un sorrisetto, quasi compiaciuto.

Il suo tono è calmo, come se avesse la situazione sotto controllo. Mentre penso che adesso Hardin risponderà con la violenza, lui contraccambia:

«Perché tu, caro papà, sei la via più facile. Per lei saresti stato nient'altro che un posto dove andare a dormire.»

Questa deve fare male ma sembra proprio che Ken non aspettasse che questa risposta.

«Quindi fammi capire: Non voleva dormire da te e tu le hai fatto cambiare idea sul restare da me. Buttandola in mezzo ad una strada, da sola, chissà dove, con la voglia di non vedere né te, né me. E così che tieni alle persone, Hardin? O la conosci così tanto che sapevi avrebbe reagito così ed è questo ciò che vuoi?» Chiede.

Max Level. || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora