Capitolo 37: Caro prof.

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HARDIN

Sono le 6:40.
Mi alzo piano dal letto, non voglio svegliare Tessa.

Mi avvicino al borsone e prendo i guanti e le scarpe.
Guardo Tess che sta dormendo come un angelo, perciò esco dalla stanza.

«Vedo che hai colto il messaggio.» Sussurro.
Poggio la spalla sul muro, per sostenermi mentre infilo le scarpe.

Bryan è di fronte a me, indossa abiti che rispetto a quelli che indossa di solito, considererei sportivi. Semplice camicia nera e jeans.

Sembra davvero incazzato almeno.
«In che stanza dorme quel bastardo?» Domanda.

Faccio cenno con le mani di mantenere la calma e abbassare il tono.
«Non sarà sicuramente nella sua stanza e non possiamo farci vedere in giro insieme a cercarlo. Dobbiamo uscire fuori e prenderlo. Lo attirerò nei pressi della Sauna esterna.»

«Come?» Chiede.
Esco dalla tasca il telefono di Tessa.
Spero non si arrabbi per questo ma devo farlo.
Scrivo un messaggio a Jace. Gli scrivo che ho ammirato il suo gesto e che lo aspetto dentro la sauna esterna, ovviamente da parte di Tessa.

Quel viscido non rifiuterà mai. Mi ripudia anche solo fingere che Tessa ci provi con Jace o viceversa.
«Lo capirà che sei tu.» Enuncia Bryan.
«Non è molto stupido, ma è sicuramente ubriaco. L'ho innervosito e lui si sarà dato al bere.»

Usciamo fuori e ci appostiamo dietro il muro.
Il freddo ci pervade fin dentro le vene ma la rabbia che proviamo ci sta riscaldando.

Improvvisamente, il Bryan prendere parola.
«Senti, posso farti una domanda?»
Mugolo in affermazione, continuando a guardare se arriva Jace.

«Pensi davvero che Vanessa sia andata a letto con quel tizio?» Chiede.

«Non credi che "sia andata a letto" sia troppo old school, Bryan?» Mi giro, mostrando il mio fastidio.

Lui porta le mani in tasca e si astiene dal rispondermi.
Non avevo pensato alla probabilità che Jace abbia mentito. Cioè si, ma solo perché in cuor mio spero sia così. Non sopporterei tale errore da parte di mia sorella. Sarebbe sulla bocca di tutti.
Anzi, lo è già.

Mi prendo qualche minuto di silenzio, e poi:
«Non lo so, direi di no.» Pronuncio.

Non lo guardo, ma sento il suo giubbotto strusciarsi mentre si contorce nervoso su se stesso.

«Non voglio riprendere l'argomento..» Ribatte, mentre io sospiro rumoroso: sta diventando noioso. «.. ma conosco bene tua sorella, e so che non si concederebbe mai così, ad uno qualunque.»

Mi viene da ridere e così mi giro.
Mi guarda con i suoi occhi gelidi e il volto truce.
Parlare di Vanessa, non è proprio nei suoi piani alla giornata.

«Tu lo sai che Vanessa se la fa con un altro? Anzi perdonami, va a letto con un altro?» Dico, imitando la sua voce.

«Lo so, proprio per questo ti dico che non può averlo fatto anche con quel ragazzo. Lei è troppo sincera.» Risponde.

Lo sa? E come diavolo lo sa?
Non starà di nuovo facendo quel gioco infimo dello psicologo con mia sorella? Anzi, non lo voglio sapere. Perché ha ragione: mia sorella non sta con due ragazzi alla volta. Spero.

«Perciò sono convinto che abbia mentito solo per fare quella figura.» Enuncia.
«Allora..» Tolgo i guanti dalle mani. «.. ci andrò più pesante di quanto pensavo.»

Dopo dieci minuti abbondanti, lui arriva. Ride da solo. Barcolla nell'ambiente è al buio.

Lo sento aprire la porta:
«Oh piccola, finalmente hai capito.. vedrai ti piacerò più di Hardin.» Strappa qualche parola e l'accartoccia mentre escono dalla sua bocca.

Immaginarlo che mette le sue mani su Tessa mi da la forza di tirargli un pugno sul mento così forte da farlo balzare a terra.

Bryan lo trascina dietro e lo appiccica al muro. Lui si copre gli occhi e mugola dei versi di dolore. Poi penso alla sua bocca che bacia Vanessa. Tiro un'altro pugno lì. Lui urla di dolore con le mani in faccia.

«Chi cazzo siete?» Domanda urlando.
Non ci ha riconosciuto. Guardo Bryan che, repentinamente, lo scaraventa al suolo.

Jace alza lo sguardo con il naso pieno di sangue e mi guarda.
«Cazzo, Hardin! Cazzo! Stavo scherzando, fratello.» Dice, lamentandosi.
«Stavi scherzando? Mi dispiace non essere stato allo scherzo allora!» E gli tiro un calcio.

Bryan si guarda in giro mentre io continuo a malmenarlo. Sento solo il rumore della sua pelle che si contorce tutte le volte che lo colpisco e i suoi lamenti tutte le volte che lo lascio cadere a terra.

Lo alzo un ultima volta.
«Ti sei portato anche il professore.. sei ridicolo, Hardin.» Ha ancora la forza di parlare.

Sputa a terra una chiazza di sangue e mi sorride con quella puzza rancida di sangue che sembra ferro.

Bryan si gira, minaccioso.
«Se dici a qualcuno di questo, giuro che..» Lo interrompo.
«Jace sarà pure un pezzo di merda, ma non è una spia. Perché sa cosa succede alle spie.» Enuncio. «Motivo per cui, caro Prof, puoi farci tutto quello che vuoi.» Dico.

«No, ti prego..» Supplica Jace. «Era uno scherzo, Hardin, basta..» Dice.
Bryan si rifiuta di pestarlo più di quanto non abbia già fatto io. In realtà, è solo troppo buono.

Perciò lo mollo e lui barcolla sul suolo gelato.
Si muove ancora ma io ho scaricato tutta la mia rabbia su di lui.
Lo vedo trovare sollievo a terra, cercando di prendere dei pugni di neve e piazzarli in faccia.

Quei pugni che gli ho comunque caricato sono stati dettati da me che penso a lui che tocca mia sorella ed anche su di lui che ha mentito su questo.

Adesso è privo di coscienza e ne approfittiamo di questi suoi momenti di silenzio per scappare prima che qualcuno ci trovi.

Bryan mi ferma prima che possa entrare nella mia stanza.
«È un gran segreto, Hardin. Ne va del mio lavoro.» Sussurra, quasi imbarazzato.

«Allora perché l'hai fatto?» Domando.
Lui mi guarda senza rispondere e la risposta è una sola.

Sto per rientrare ma poi lui mi chiede:
«Non smetterai mai di essere così con tua sorella, vero?»
«Sbagliato, prima o poi la lascerò in pace. Ma prima devo essere sicuro che nessuno, mai più, la faccia soffrire.» Rispondo.

Lui china il capo, colpito dalle mie parole e mi guarda.

«Chiamami quando hai bisogno di difendere Vanessa.» Dice, sorridendo.

Sbuffo una risata anche io ed entro dentro la stanza, velocemente.

Tess sta ancora dormendo. Entro in bagno e passo l'acqua tra le nocche delle mani, è ancora tutto impresso nella mia mente. Le luci dell'alba entrano tra le tende dalla finestra e lei si muove leggera tra le lenzuola.

Non riesco a trovare aggettivi per descrivere quanto io, nella mia follia, sia stato così fortunato.

E Bryan sta rischiando il suo lavoro per l'onore di mia sorella e, probabilmente, dentro di sè, un po' anche del suo.

Max Level. || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora