«Oh dannazione.» Enuncio ad alta voce.
«Che succede?» Domanda mia madre, dall'altra parte del mondo direttamente dal mio telefono.
Ho detto a Max che ci saremo visti stasera, dimenticandomi della cena con Hardin e mio padre da lui. Non posso rifiutare, peggiorerei la situazione. Devo mostrarmi superiore, come ha detto Hardin. E poi ho anche confermato. Meno male che mia madre mi ha ricordato di questa cena.«Niente, non so che mettermi stasera.» Pronuncio. Ovviamente fingo.
«Amore, puoi mettere qualsiasi cosa. Sarai comunque bellissima. Ma ricordati che quella è la tua famiglia, non ti giudicherà per come ti vesti.» Consiglia mia madre.Apro l'armadio e guardo dentro, restando immobile tra le ante spalancate. Rispondo alzando il tono di voce visto che il telefono è sulla scrivania e mia madre è in vivavoce.
«Per quanto mi riguarda, quella tizia..»
«Karen?» Pronuncia lei.
«Si, quella.» Dico, alzando gli occhi in cielo. «Potrebbe anche essere una spocchiosa piena di soldi pronta a sbattermi le sue ricchezze in faccia. Io devo essere più bella.»Bè, non è proprio questo che intendeva Hardin dicendomi di essere superiore, ma abbiamo capito.
«Tesoro, vorrei davvero aiutarti con le tue turbe da cena domenicale, ma devo andare a lavoro quindi mi tocca chiudere.» Prende una pausa. Io non rispondo, so che sta per dire qualcos'altro. «Ricordati che ti voglio bene e che sono fiera di te.» Pronuncia.Queste parole sono un coltello al petto. Non so esattamente di cosa mia madre sia fiera di me, credo lo dica come frase standard.
Dopo i saluti generali, mi concentro fermamente sull'outfit.Uscendo dalla doccia mi ricordo di nuovo che devo avvisare Max.
Gli invierò un messaggio.
Oggi Priya sarà fuori tutto il giorno e al suo ritorno, non mi troverà perché sarò a cena da mio padre e poi starò con Max.
Perciò per oggi non ci vedremo.
Spero che non le dia fastidio se alle volte sembro fuggitiva. Ma io sono così. Prendo tutto e parto, senza sapere quando tornerò. Ma tanto domani avremo lezione perciò potremmo incontrarci a colazione.Mentre sto ancora pensando a cosa mettermi, arriva la risposta di Max.
«Ti accompagno e ti vengo a prendere, così dopo staremo insieme.»
Punto secco. Credo di non poter rifiutare.
Anche perché in realtà non voglio nemmeno.
Ora devo farmi anche più bella.Dopo aver passato la prima mezz'ora a decidere cosa mettere, decido di applicarmi sul trucco ed i capelli. Ovviamente farò una piega liscia ed un trucco semi leggero: Occhi glitterati e labbra nude.
Come per voler compensare gli occhi carichi con le labbra leggere. Kitty dice che il colore che fa risaltare i miei occhi verdi sia il dorato. Metterò un po' di marrone all'esterno, i glitter dorati all'interno ed un filo di eye-liner. Abbonderò di mascara, al solito.Indosso una lunga tuta verde militare, a mezze maniche. Metto dei tacchi non troppo alti e sistemo il tutto abbassando un po' la scollatura e facendo intravedere il top nero sotto, per dare un tocco meno formale. Prendo una porchette nera con una catena d'oro e, giusto in tempo, Max mi dice di scendere.
Metto un po' di profumo e, come ultimo tocco, rimetto il mio piercing al naso.
Adesso mi sento me stessa.Apro il portone e lui è lì. Bello come sempre.
Indossa dei jeans scuri, una maglia nera a collo alto e, senza neanche farlo apposta, indossa un lungo giubbotto verde militare ma che, a differenza mia, ha davvero la trama da militare. Gli da un aria diversa.
Mi guarda.«Sei bellissima. Sicuro che sarete solo voi familiari?» Domanda, sorridendo.
Gli do uno schiaffetto sulla spalla e, come sempre, lui mi cede il suo casco. Ma stavolta ne ha uno anche per se.Finalmente posso stringermi a lui senza che ci siano zaini tra di noi. Adoro questa moto e adoro il fatto che dopo la cena, lo rivedrò.
Arriviamo in dieci minuti e siamo giusto un po' in ritardo. Ma, arrivando abbiamo notato che anche mio padre è appena arrivato.
Scendo dalla moto e tolgo il casco. Anche Max fa lo stesso e si gira verso mio padre con uno sguardo serio.
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Max Level. || Arón Piper
Fanfic"Ricordo che la prima volta che t'incontrai, eri seduto sul divano, non distante da me. Tenevi la sigaretta tra le labbra e guardavi il tuo amico parlare con quell'espressione di chi aveva i pensieri altrove ma non voleva farlo capire. Ti guardavo;...