Sembrava che quella scena l'avesse scritta una ragazzina, nella sua stanzetta in un caldo pomeriggio di un sabato di agosto qualunque. Sembrava tutto così ovvio, così noioso, così già visto che Valerie era arrabbiata insieme a una serie di altre cose.
Non voleva trovarsi in quel posto ma sapeva che se non ci fosse andata lei nessuno altro si sarebbe preoccupato di uscire in quella orribile giornata di pioggia e vento per recarsi nel posto che ovviamente non spiccava in cima alla lista dei posti avrebbero voluto passare il pomeriggio. A meno che non fossero dei squilibrati.
La pioggia sembrava non voler smettere di cadere, ogni volta che sembrava placarsi o perlomeno calmarsi, rincarava la dose, rendeva a malapena distinguibili le sagome degli alberi, dei grattacieli in lontananza e persino delle lapidi poco lontane dal punto in cui si trovava Valerie.
Ovviamente nemmeno il migliore dei soli avrebbe reso quel giorno meno orribile o detestabile ma la pioggia era quella nota grigia che forse si poteva evitare.
La ragazza due giorni prima, dopo essere tornata a casa dal campus doveva aveva passato il tempo a studiare con Harry, aveva ricevuto una telefonata da un numero che non aveva registrato nella lista dei contatti.
Seppur dubbiosa rispose e dall'altro capo una voce maschile, che si identificò come il direttore della casa di cura. Il cuore della ragazza iniziò a battere sempre più veloce. Non erano molti i casi in cui il direttore di una casa di cura, non il dottore, non un'infermiera o un'inserviente, ma il direttore in persona si tagliasse del tempo per comporre un numero per parlare con un familiare.
Il direttore aveva il numero di cellulare di Valerie per il semplice fatto che la ragazza lo aveva inserito nel modulo di ricovero quando lei e sua nonna avevano deciso che forse in una casa di cura lontano dal caos della città, suo nonno Aciano sarebbe stato meglio e la via verso la guarigione più breve e veloce.
Speravano nonostante le condizioni critiche seppur stabili già da anni, appesantite da un'età avanzata ma felice. Speravano, non sapevano nemmeno loro come, che qualcosa cambiasse in meglio. Valerie continuò a sperare anche quando rimase l'unica a farlo, quando sua nonna si spense durante il sonno di una notte primaverile, come un sole che non risorse poi all'alba.
Sperò per da una vita sembrava non potesse fare altro che questo, era solo una ragazzina e per poco anche nullatenente che cercava di rimanere a galla, non poteva fare più di così che era relativamente poco.
Il direttore, che non chiese di nessuno in particolare ma che si accontentò di parlare con la prima persona che avesse risposto alla chiamata, le comunicò che purtroppo l'anziano non aveva superato il pomeriggio, le sue condizioni non si erano solo aggravate, erano precipitate in un abisso da cui nessuno sano di mente prospettava o si augurava un ritorno. Era un luogo pieno di dolore dove chi vi cade spera solo di trovare la pace.
Così la ragazza in fretta e furia cercò il numero di un'agenzia di pompe funebri. Ci era già passata con sua nonna, sapeva quali erano i procedimenti, le decisioni che andavano prese e come la prima volta si ritrovò a pensare come una persona che aveva appena persona qualcuno di così caro potesse anche solo capire la differenza tra i legni che componevano i vari modelli di bara, o la pietra della lapide o quale font fosse più <<giusto<< per incidere in chiare lettere un testo che diceva poco nulla della persona a cui si riferiva.
Come la prima volta si avvalse dell'aiuto del notaio di suo nonno, un vecchio amico della famiglia di sua madre, per la parte burocratica che richiedeva la maggior età per essere espletata mentre per la seconda volta pescava l'unico abito nero che possedeva insieme a delle scarpe eleganti e delle calze, un cappotto e un ombrello.
Alla cerimonia appunto, presenziò solo lei in qualità di familiare, il parroco che si impietosì alla vista di quella misera scena, solo due persone, beh una a piangere un uomo che aveva passato gli ultimi mesi della sua vita in un letto con collegate flebo e macchine alle sue carni.
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Bullets, flowers and blood. || h.s.
FanfictionÈ una storia fredda come il ferro. È una storia di fiori che nascono e muoiono, di fiori i cui petali viaggiano trasportati dal vento. È una storia di sangue che scorre nelle vene e che sporca le mani. [I fatti descritti in questa storia sono inve...