Parte 2 - Capitolo 8

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Valerie si appoggiò all'uscio che conduceva alla cucina a osservò Adam indaffarato con sguardo preoccupato.

<<Il tuo sguardo non mi farà cancellare i miei programmi per la serata.>> Disse Adam sempre concentrato nel gettare cose nella pentola che aveva messo sul fornello della cucina.

<<Nemmeno un incendio? Gatto sul fornello?>> Azzardò Valerie pur sapendo che le sue possibilità erano minime. Poco lontano dalla cucina il gatto di Valerie miagolò preoccupato, come se avesse capito cosa la padrona aveva appena detto.

<<Lascia stare il tuo gatto Valerie.>> Disse Adam nemmeno cercando di nascondere quanto la situazione lo divertisse.

Quella sera alcuni amici di Adam sarebbero venuti per mangiare e vedere la partita di football. Valerie non aveva avuto bisogno di chiedere chi esattamente ci sarebbe stato già immaginando che fossero i soliti amici con cui il suo coinquilino ma forse avrebbe preferito i primi cinque o sei sconosciuti incontrati alla fermata della metro.

<<Comunque nessuno ti obbliga a stare qui con noi, potresti uscire.>> Consigliò Adam mentre aggiungeva sale a qualunque cosa ci fosse nella pentola dalle due del pomeriggio.

<<È anche il mio appartamento questo, perché non potete andare voi in un bar a vedere la partita.>> Rispose Valerie che onestamente non avrebbe saputo nemmeno dove andare e cosa fare quella sera.

<<Si ma se vogliamo essere realistici è più facile spostare una persona anziché cinque.>> Ribatté Adam mentre si puliva le mani nello strofinaccio che teneva appoggiato sulla sua spalla.

<<Cercate di fare poco rumore.>> Disse afflitta la ragazza mentre si ritirava nella sua stanza, luogo in cui sarebbe stata almeno fino alla mattina dopo.

<<Non sei obbligata a chiuderti in camera, puoi stare con noi se ti va... sei la benvenuta!>> La incoraggiò Adam che in quel momento era sinceramente dispiaciuto per il fatto che avrebbe negato alla sua coinquilina la possibilità di usare le altre stanze della casa a causa dei suoi amici.

<<Io? Io non so nulla di football e tantomeno mi interessa,>> Rispose Valerie come se stesse esponendo una verità auto-evidente, <<e poi non è un problema stare in camera mia tutta sera, ci sono abituata sin da bambina.>>

Adam si arrestò mentre faceva a pezzetti della cipolla che poi avrebbe messo a rosolare. Fissò la sua amica che aveva pronunciato l'ultima parte della frase, probabilmente sovrappensiero, realizzare l'informazione che si era lasciata sfuggire.

<<Cosa vuoi dire Val>> Chiese cauto il ragazzo mentre rovesciava le cipolle tagliate sul tagliere nella padella.

<<Passavo molto tempo in camera mia tutto qui, è una roba che tutti gli adolescenti fanno...no?>> Cercò di spiegare, in difficoltà, la ragazza fissando il pavimento.

<<Non lo so... ma dal modo in cui l'hai detto sembrava quasi una cosa obbligatoria.>> Rispose Adam che ora voleva indagare su questo strano lato dell'infanzia dell'amica.

Valerie stava per rispondere quando il campanello suonò più volte come se la persona dall'altra parte della porta fosse esageratamente impaziente di entrare. Vedendo l'amico impegnato ai fornelli, non senza alzare prima gli occhi al cielo, andò ad aprile.

La comitiva degli amici di Adam si presentò frizzate e dipinta dei colori della squadra che avrebbero tifato. Chiaramente Valerie non la conosceva quindi osservò il miscuglio di rosso e giallo che dopo qualche secondo diventò fastidioso alla vista.

I ragazzi salutarono Valerie come se la conoscessero da anni e poi la sorpassarono per raggiungere Adam in cucina.

<<Li mandiamo a casa a calci nel sedere quei perdenti!>> Esclamò Michael andando a posare in maniera poco aggraziata la mano sulla spalla di Adam a cui per poco non cadde una ciotola.

<<Io spero invece di arrivarci a casa.>> Disse Harry osservando con viso preoccupato la quantità di birre che James e Peter stavano appoggiando sul tavolo della cucina.

<<Non ti preoccupare Harry, Adam ha cucinato per una legione.>> Affermò Valerie rendendo nota la sua presenza che a quanto pare non era stata notata fino a quel momento, nonostante fosse stata proprio la ragazza ad aprire la porta.

I ragazzi si voltarono a guardarla come se fosse apparsa di punto in bianco. La ragazza si era seduta sul bracciolo del divano e aveva osservato tutta la scena.

<<Ah ci sei anche tu! Beh poco male abbiamo abbastanza birre per tutti.>> Disse raggiante Michael. Valerie pensò che in quel momento a quel ragazzo poteva cadere l'intero palazzo in testa ma se fosso comunque riuscito a guardare la partita non gli sarebbe nemmeno troppo importato.

<<Sempre se la ragazzina le beve le birre.>> La stuzzicò Harry, mentre apriva una bottiglia e prendeva un sorso di birra senza mai lasciare lo sguardo di sfida sugli occhi di Valerie.

<<Fossi in te non berrei troppa birra altrimenti non arrivi più a meta quarterback.>> Rispose Valerie prendendo una bottiglia dal tavolo e bevendone un sorso.

Alla frase di Valerie i quattro ragazzi che stavano osservando il duello scoppiarono a ridere senza darsi un contegno. Provarono a ritrovarlo quando Harry, ancora bruciato dalle parole di Valerie, si girò a guardarli severo.

<<Bene... mangiamo?>> Chiese Adam mentre vuotava nei piatti le pietanze che aveva preparato per tutto il pomeriggio.

La partita sarebbe iniziata molto più tardi così il gruppo si accomodò intorno al tavolo, ognuno con il proprio piatto e la propria birra.

<<Allora Valerie cosa studi?>> Chiese vago Nate.

<<Credo che voi lo sappiate già.>> Rispose la ragazza calcando la voce sul voi.

<<Si ma quello che volevo chiederti era come->>

<<Come faccio a sedici anni ad essere al secondo anno di università?>> Lo interruppe Valerie indovinando la domanda. Si ritrovò ad osservare cinque teste che annuivano.

<<Insegnanti privati.>> Rispose semplicemente la ragazza, prendendo un po' di carne che Adam aveva speziato dandogli un gusto sublime.

<<Hai fatto le superiori in un anno?!>> Chiese James stupito.

<<Oh no, non avrei potuto farcela, ho studiato da privatista da quando avevo sei anni.>> Spiegò la ragazza pulendosi la bocca con il tovagliolo.

<<Cosa!?>> Esclamarono tutti, tranne Adam che questa cosa già la sapeva.

<<Come mai non sei andata a scuola?>> Chiese Harry i cui occhi verdi brillavano come quelli di un predatore ormai sicuro di avere la vittima tra le sue grinfie.

<<I miei viaggiavano molto quindi sarebbe stato ancora più difficile per me cambiare scuola ogni due o tre mesi.>> Rispose Valerie fissandolo negli occhi, come la preda che sa di poter scappare e salvarsi. O di più, la preda che ha attirato il predatore in trappola.

A Harry e Adam non passò inosservato quel verbo al passato e subito i loro sguardi si incrociarono.

Ciao a tutti!

Scusate il ritardo nell'aggiornamento ma nella lista delle cose da fare prima di partire mi sono dimenticata di metterci la bozza del capitolo in modo che potessi pubblicarla anche dal telefono.

Comunque fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, spero vi piaccia!

Buona settimana,

Norah.x

Bullets, flowers and blood. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora