Parte 3 - Capitolo 15

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Sei sempre tu quel piccolo particolare che rovina il quadro

Il semaforo da rosso diventò verde, Valerie controllò comunque che nessuno stesse arrivando, poi lasciò scivolare i piedi sull'asfalto umido fino all'altro lato della strada.

Che seccatura quella ragazzina

Varcò l'entrata e si immise sul sentiero che serpeggiando tra vecchi alberi e prati si immergeva nell'ignoto.

Sei solo un errore

Allungò il passo lasciando che i rami, seppur spogli, coprissero il cielo stellato e la splendente luna.

Perché continui a sbagliare?

Cominciò a correre mentre quelle voce nella sua testa, continuavano a fare eco, ogni volta come se fossero più vicine.

Pensava da tempo che persino il correre via da quelle voce fosse un ricordo lontano, ma le parole di Harry l'avevano getta senza cura in quel mare agitato di oscuri ricordi disseminati per tutta la sua infanzia.

Poteva esserne grata, perché l'avevano portata a mettere impegno e cura in ogni cosa che faceva perché fosse perfetta, ma non poteva dimenticare quante volte, si era nascosta, quante volte era scappata o almeno aveva provato e quante volte aveva pianto, domandosi perché. Non si era mai chiesta se fosse giusto che tutte quelle dita fossero puntate giustamente verso di lei.

Solo anni dopo, quando la sua vita rinacque alla luce di un freddo mattino newyorkese, capì che gli sbagli, quelli gravi, quelli di cui ci si deve preoccupare erano ben altri. Aveva capito che per anni aveva subito cattiverie e soprusi ingiustificati, guidati da un inspiegabile odio ceco verso la sua persona.

Non era il casino che pensava di essere, non era mediocre come le avevano sempre detto, non era un errore. Diamine, non era nemmeno un piccolo particolare che rovinava il quadro.

Ci vuole tempo per capire certe cose che la vita ci pone davanti, spesso e volentieri la verità la incontriamo miglia dopo aver sentito la bugia. Il cammino è doloroso perché il dubbio e la pura ti attanagliano, ti lacerano e le carni e non ti permettono di respirare.

Questo per Valerie era stato il cammino che, da un lussuoso quanto asettico appartamento a Central Park l'aveva condotta a un piccolo ma caldo appartamento a Brooklyn. Le avevano fatto conoscere il mondo in tutte le sue imperfezioni, la vita era ancora difficile da affrontare ma, a parte rari casi, in quel nuovo scenario aveva una ragion d'essere che prima era semplicemente cattiveria.

Ormai stava camminando intorno da qualche minuto, sapeva dove stava andando e non le importava. Il parco aveva uscite ovunque ma era fatto in modo che fosse la tua mente a non lasciarti abbandonare il sentiero. Un po' come qualsiasi cosa che avesse a che fare con i Central: eri completamente a conoscenza di cosa fosse, era orribile, ma non riuscivi, quasi non volevi uscirne.

A meno che tu non sia compreso in un disegno preciso. A meno che la tua morale non sia più forte di qualcosa di così tossico. A meno che tu non sia Valerie. E quando ne eri completamente fuori, non mancava di occasioni per corroderti comunque.

Svoltò una curva e si ritrovò di fronte la ringhiera che divideva il sentiero pedonale dal laghetto artificiale. Lo specchio d'acqua è liscio come una lastra di vetro e mostrava la città, la volta celeste e la luna capovolte.

Si fermò a fissare quella Manhattan parallela chiedendosi se davvero fosse possibile andarsene in posto dove nessuno avrebbe spalancato gli occhi se avesse detto di essere Valerie Central, o se davvero si necessitasse di un mondo parallelo.

Mentre la sua mente viaggiava in quel mondo dove le cose vanno come dovrebbero andare, sentì dei passi di qualcuno che si avvicinava, quindi si voltò a guardare chi stesse arrivando e se era il caso di correre via. Dopotutto era dentro un parco di notte da sola.

Quando i suoi occhi misero a fuoco la figura, per poco non svenne.

I lineamenti erano gli stessi, seppur gli occhi e i capelli erano di colore diverso. Era come se una sua versione di un mondo parallelo fosse venuta a trovarla.

Poi realizzò semplicemente che, davanti a lei, probabilmente, che stava pensando qualcosa di simile, c'era sua sorella.

Rose.

Ciao a tutti!

Spero abbiate passato una bella settimana. Vi lascio il quindicesimo capitolo con l'augurio che vi piaccia.

Fatemelo sapere commentando e votando.

Al prossimo weekend,

Norah.x

Bullets, flowers and blood. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora