Happy 26th birthday Harry ♥
Harry, Valerie e Adam stavano consumando il loro cibo cinese d'asporto quando Rose spalancò la porta dell'appartamento. Aveva i capelli spettinati, i vestiti in disordine e Chester che le abbaiava contro.
Valerie d'istinto, si alzò e la raggiunse, probabilmente il cervello della ragazza stava vagliando una per una tutte le possibilità che avevano portato la sua sorellona a correre a perdifiato per mezza città solo per venire da lei.
Aveva gli occhi arrossati, segno che aveva pianto e quando la tirò a sé in un abbraccio, come per dirle che adesso non aveva nulla di cui preoccuparsi e piangere, sentì il suo alito puzzare, sospettò che fosse appena stata male.
Così prima ancora che Rose potesse dire una sola sillaba da quando aveva varcato l'uscio, Valerie la portò in cucina e le offrì un bicchiere d'acqua fresca che la ragazza accettò volentieri.
Adam dopo aver portato Chester in camera sua, dato che non la voleva smettere di abbagliare, si offrì di preparare una tazza di the caldo, affermando che non fosse la soluzione a tutto ma che spesso era un buon punto di partenza.
Harry era in imbarazzo dalla parte opposta a dove Valerie, che stava rivolgendo tutte le sue attenzioni alla sorella, l'aveva fatta accomodare.
La ragazza accettò volentieri il the offertole da Adam e cominciò a sorseggiarlo mentre teneva lo sguardo fisso sul pavimento. Valerie se ne accorse immediatamente e alla stessa velocità richiamò a sé il fatto che era quello che sua sorella faceva quando era davvero preoccupata per qualcosa.
Sperando di confortarla almeno un pochino cominciò ad accarezzarle le spalle e la schiena, e aspettò con rispettosa calma il momento in cui lo sguardo di Rose si fosse alzato dal pavimento e si fosse rivolto a lei.
<<Te la senti di dirci cosa è successo?>> Domandò apprensiva Valerie cercando aiuto negli sguardi altrettanto preoccupati di Harry e Adam.
<<Sono stata nel sotterraneo del magazzino nell'East River.>> Disse la ragazza come se quella omissione bastasse a spiegare tutto.
Se i due ragazzi avevano solo esternato con le loro espressioni la confusione che quell'affermazione aveva causato in loro, Valerie era completamente sbiancata perché lei sapeva esattamente cosa voleva dire.
<<Quindi te l'hanno mostrata.>> Affermò la ragazza come se chiedesse conferma, incredula per quello che aveva appena sentito.
<<Cosa?>> Chiesero all'unisono i due ragazzi che non stavano capendo assolutamente di cosa stessero parlando le ragazze Central.
<<Si, mi hanno mostrato la mia eredità.>> Disse Rose, facendo poi una piccola risatina come per dire, e che bella eredità.
<<Di quale eredità state parlando?>> Insistette Adam, troppo curioso per farsi alcun genere di scrupolo seppur la questione sembrava essere, grave e molto personale.
<<Parlate dell'azienda dei Central?>> Intuì Harry che però non riusciva a capire come un'azienda che vende piante e fiori potesse ridurre in quello stato Rose.
<<È una parte dell'azienda poco popolare, diciamo.>> Rispose Valerie che non era ancora sicura di volerne parlare con Adam e Harry.
<<Non provarci nemmeno Valerie.>> Le disse Harry con voce grave e arrabbiata. Significava non iniziare a mentirmi di nuovo.
Valerie decise di ignorare quest'ultima affermazione e focalizzarsi di nuovo su Rose a cui non era passato inosservato lo scambio tra i due.
<<Quando lo hai scoperto?>> Domandò Rose rivolgendo uno sguardo pieno di tristezza alla sorella.
<<Una settimana prima che lasciassi l'appartamento, non potevo sopportarlo, non ci dormivo la notte.>> Ammise la ragazza tornando a sedere, come se il ricordo fosse troppo forte e le sue gambe troppo fragili per sopportarlo.
<<E perché non mi hai detto nulla? Perché non hai fatto qualcosa?>> Domandò Rose con tono inquisitorio. A Valerie non piacque per niente il tono con cui le erano state volte quelle domande, che sembravano più accuse in realtà.
<<E cosa avrei potuto dire o fare? Stiamo parlando dei nostri genitori, non è gente con cui puoi scherzare, io l'avevo già capito anni fa, l'unica cosa che potevo fare era lasciagli comprare il mio silenzio e finalmente andarmene.>> Ammise Valerie che non andava troppo fiera di quello che aveva fatto, sapeva che era un atto molto egoistico sotto diversi aspetti, ma la libertà che assaporò dopo aver lasciato l'appartamento a Manhattan glielo fece dimenticare molto velocemente.
<<Avresti potuto dirmelo!>> Urlò Rose irata e ferita dal fatto che fosse stata per così tanto tempo tenuta all'oscuro di tutto.
<<Non è che parlassimo molto ai tempi... ad eccezione di quando mi dicevi di smetterla di far arrabbiare mamma e papà, di comportarmi bene e di abbassare la musica in camera.>> Ribatté secca Valerie, sapendo di avere completamente ragione.
<<Da quanto volevi rinfacciarmelo?>> la provocò Rose.
<<Non lo avrei mai fatto se non mi avessi appena trattato come la responsabile ti tutta questo quando tu sei stata la prima a mancare di capacità critica e appoggiare anche solo il comportamento di mamma e papà nei miei confronti!>> Rispose onesta Valerie alzandosi e spostandosi dal alto opposto della cucina.
Rose stava per ribattere quando i due ragazzi, che fino a quel momento non se la erano sentita di intromettersi decisero che era venuto il momento di capire cosa esattamente stesse succedendo. Fu Harry a pretenderlo.
<<Allora sentite, qualunque cosa sia successa sicuramente buttarvi addosso la merda che vi siete tenute dentro per anni non migliorerà la situazione, quindi adesso ci dovete spiegare cosa sta succedendo e dio mi fermi se una di voi due prova a negare, sviare e anche solo a propinarmi un "Harry tu non puoi saperlo, saresti in pericolo">>. Chiarì il ragazzo, fulminando con lo sguardo quelle che erano la sua attuale ragazza e la sua ex ragazza. Non proprio una situazione facile già di per sé.
Così le due ragazze a turno rivelarono l'attività illecita di cui i genitori delle ragazze erano a capo, quando una mancava di qualche particolare, l'altra compensava finché l'orrendo quadro della situazione non fu completato. Il magazzino, la fabbrica, il commercio, la copertura, l'eredità e la cacciata di Valerie, tutto quello che le due sorelle avevano provato a seppellire sottoterra, come in un orribile film horror, stava tornando alla luce.
Alla fine della lunga narrazione i due ragazzi, che mai avrebbe immaginato che il segreto gelosamente custodito fosse così torbido, si dovettero sedere per elaborare quello che avevano appena scoperto.
Nel mentre le due sorelle sembravano aver ritrovato la pace, che durante il piccolo litigio che avevano avuto, era andata a farsi benedire.
Tutti e quattro avevano perfettamente capito che la situazione era molto pericolosa e che non sarebbe bastato parlarne con le autorità o informare la stampa per demolire un sistema e un'azienda che andava avanti da decenni, da generazione in generazione, resistendo a tutto ciò che poteva infettarlo e distruggerlo, compresa la nascita di due eredi anziché uno solo.
Ciao a tutti!
Vi lascio qui il terzo capitolo dell'ultima parte, fatemi sapere cosa ne pensate.
Vi auguro un buon weekend,
Norah.♥
STAI LEGGENDO
Bullets, flowers and blood. || h.s.
FanfictionÈ una storia fredda come il ferro. È una storia di fiori che nascono e muoiono, di fiori i cui petali viaggiano trasportati dal vento. È una storia di sangue che scorre nelle vene e che sporca le mani. [I fatti descritti in questa storia sono inve...