Parte 1 - Capitolo 1

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Era inizio giugno e la diciasettenne Rose Central si godeva la sua macedonia seduta sul terrazzo che dall'appartamento in cui viveva con i suoi genitori, dava su Central Park.

Le lezioni erano appena finite e la ragazza si apprestava a godersi una tranquilla estate, dopo mesi e mesi prigioniera delle pareti della biblioteca e dei libri da studiare per prepararsi al meglio per gli esami di fine anno.

Era mattina presto e non faceva ancora esageratamente caldo. Un dolce filo d'aria le carezzava la pelle chiara, muovendo qualche ciocca bionda ai lati del viso. Mentre il cucchiaio pescava i pezzi di frutta dalla ciotola per portarli alla piccola e delicata bocca della ragazza, gli occhi azzurri si perdevano ad osservare la città che si svegliava.

Quel giorno la madre e il padre, Clara Parker Central e Roman Central, sarebbero tornati dal loro viaggio in Brasile, una spedizione per una trattativa con dei clienti importanti che avrebbero fornito alla famiglia delle piante appartenenti alla foresta amazzonica da esportare in tutto il mondo, se gli esperimenti per dimostrare le possibilità di sopravvivenza di tali specie si fossero rivelati positivi.

I genitori di Rose oltre a possedere una delle più grandi compagnie di esportazione e vendita di piante e fiori, a livello internazionale, appartenevano al ramo della famiglia Central che donò, attraverso un lavoro di bonifica e cura che durò quasi venticinque anni, Central –non a caso- Park alla città di New York.

La famiglia era formata da madre, padre e figlia prossima erede del verde e florido impero. La cura del polmone verde della grande mela era tutt'oggi affidata ai professionalissimi dipendenti che lavoravano per la Central Nature Company.

Era un giro d'affari in cui pochi si avventuravano e che quindi fruttava molto alla compagnia che mai aveva conosciuto periodi in cui il fiore della loro ricchezza rischiava di appassire.

In famiglie come queste, che da anni anzi decenni se non addirittura secoli esercitavano un tale potere, era facile pensare che ci fosse qualcos'altro di losco che la verde erba e le ingannevoli belle piante nascondevano. Ma negli anni non uno scandalo, una fake news, un'accusa era stata mossa contro la felice e, agli occhi di chi li guardava, tipica perfetta famiglia americana.

La famiglia intratteneva ottimi rapporti con associazioni di carattere religioso, sociale, artistico, politico e qualsiasi altra cosa esistente della città. Intervennero per risolvere conflitti, per donare denaro in caso di stragi, appoggiare i più deboli e sfortunati e condannare chi non rispettava le regole e chi, nonostante le fortune della vita, decideva di danneggiare gli altri.

Rose stava pensando a un giorno di qualche anno fa quando il padre l'accompagnò al parco per una passeggiata- cosa alquanto inusuale dati i frequenti impegni- per confessarle che un giorno sarebbe toccato a lei prendere le redini dell'impero mentre le mostrava la prima pianta che un suo avo aveva piantato quasi due secoli prima.

Aveva solo quattordici anni, pensava che sarebbe passato molto tempo prima che ciò accadesse, anche se non se lo aspettava davvero, e da quel giorno il singolo scorrere delle giornate sembrava aver aumentato la velocità. A settembre avrebbe iniziato l'ultimo anno della scuola superiori. E poi ci sarebbe stata l'università e forse poi la sua vita non sarebbe più stata come ancora osava ogni tanto immaginare.

Sapeva che era un onore salire a capo di una compagnia così grande, ma l'aveva ferita il fatto che davvero nessuno le aveva mai chiesto se era quello che voleva.

Si stava intristendo e questo non s'intonava con l'inizio delle vacanze. Decise, in quel preciso, momento che non ci avrebbe pensato più almeno finché non sarebbe stato necessario e si promise che si sarebbe goduta quell'estate fino in fondo.

Bullets, flowers and blood. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora