Parte 2 - Capitolo 6

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Adam lasciò cadere a terra il borsone colmo di roba che avrebbe voluto bruciare anziché lavare. Se ne sarebbe occupato più tardi, non aveva proprio voglia di litigare con la lavatrice oggi. Camminò dall'ingresso dell'appartamento fino alla cucina desideroso di qualcosa di fresco e dissetante da far scendere lungo la gola.

Notò Valerie assorta dalla lettura sul divano, non riuscì a scorgere il titolo del libro ma notò Chester e Ettore che si erano divisi il tappetto e sonnecchiavano, rendendo la scena molto rilassante da guardare.

<<Come è andato l'allenamento?>> Chiese la ragazza, sorprendendo Adam che non pensava di essere stato notato.

<<Solito, ci ha massacrati per bene nonostante la partita di sabato sia stata quasi perfetta.>> Rispose Adam mentre si versava faticosamente un bicchiere di succo alla pesca. Durante l'allenamento un suo compagno gli era arrivato praticamente addosso e Adam era caduto sul braccio, non era rotto ma c'era già un livido.

<<Queste sì che sono cose che ti danno soddisfazioni!>> Pronuncio Valerie, chiaramente ironica. Lo sguardo sempre puntato sulle pagine.

<<Certo! Sai adesso cosa farò? Andrò a cambiarmi e mi rilasserò con un bel film.>>> La informò Adam cercando di farle capite quanto l'allenamento fosse stato appagante.

<<Ok,>> pronunciò per nulla impressionata la ragazza <<se cerchi la crema per le contusioni è nel cassetto a destra del bagno, l'ho comprata oggi.>>

Beccato. Adam alzò gli occhi al cielo. Valerie aveva notato che faceva fatica a muovere il braccio?

<<Si okay grazie.>> Rispose il ragazzo imbarazzato e umiliato.

Vide Valerie trattenere una risata mentre il ragazzo senza darlo troppo a vedere camminava velocemente verso il bagno per appropriarsi della crema che da quando aveva iniziato a football era diventata la sua migliore amica.

Mentre se la passava lentamente sul braccio contuso pensò che era stato un gesto molto carino da parte di Valerie comprargliela. Non era sorpreso, insomma Valerie si era sempre mostrata una persona gentile, generosa, altruista, intelligente e attenta a quello che aveva intorno. Non sapeva molto della sua amica ma queste cose lo avevano sempre rassicurato che aveva scelto la persona giusta per condividere l'appartamento. Se la sorella di Adam, che aveva solo quindici anni ma una passione per l'astrologia, gli avrebbe detto che era normale per una pesci, sono fatti così.

Gli sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più concerto ma si accontentava di quei piccoli segreti che ogni tanto Valerie gli snocciolava nella lavanderia, fedele al patto che avevano stretto.

Adam tornò nel salotto dove la situazione era rimasta immutata. Forse Chester si era spinto dove il pavimento era più fresco ma per il resto nessuno si era mosso.

<<Ho chiacchierato con Harry oggi...>> osservò come lo sguardo di Valerie rimase puntato sulle pagine ma senza leggerne veramente le parole. Stava aspettando di sapere cosa avrebbe detto dopo.

<<... mi ha detto del vostro incontro.>> Terminò la frase il ragazzo.

<<E io che pensavo giocaste a football, in realtà siete come le signore anziane che si riuniscono al parco a spettegolare mentre sorseggiano te e mangiano biscotti!>> Esclamò scocciate Valerie chiudendo il libro e volgendo lo sguardo all'amico.

Ada, si aspettava una reazione del genere, aveva capito che Harry non era la persona preferita di Valerie e che il loro incontro non era stato sereno o perlomeno civile.

<<Avresti potuto essere più tollerante Val.>> Pronunciò Adam sperando di aver dosato bene le parole.

<<Ah io sarei dovuta essere più tollerante? Mi ha seguita dentro un negozio->> Cominciò la ragazza con gli occhi severi rivolti all'amico.

<<Non puoi sapere se ti ha seguito fin lì, a me ha detto che era uscito per una passeggiata.>> La interruppe Adam a cui era stata raccontata una versione diversa dei fatti.

<<Okay, può darsi ma poi mi ha praticamente obbligata a bere un caffè con lui->> Ricominciò la ragazza che ora si era alzata dal divano e si stava avvicinando al coinquilino.

<<Potevi dire di no e andartene per la tua strada.>> Ribatté Adam sempre calmo, sapeva che con Valerie non valeva la pena arrabbiarsi.

<<E poi mi ha sottoposta ad un interrogatorio con la scusante del conosciamoci meglio, come se fossi la prima dei cretini!>> Questa volta Valerie riuscì a finire la frase, perché forse aveva torto sulle altre cose ma non su questo.

<<Va bene, forse non è stato il modo giusto per cercare di fare amicizia con te.>> Ammise Adam, notando che le sue parole avevano sortito l'effetto sperato. Valerie si stava calmando.

<<Volevo solo farti sapere che Harry è molto dispiaciuto per l'accaduto.>> Le disse Adam voltandosi e abbandonando la stanza.

<<Bene. Dove stai andando?>> Chiese la ragazza seguendo l'amico.

<<In lavanderia. Da quanto io e te non ci facciamo una chiacchierata?>> Disse Adam con la mano appoggiata alla maniglia della porta della stanza, i cui muri conoscevano alcuni segreti di Valerie.

La ragazza scosse la testa raggiungendolo, superandolo e lasciando che Adam chiudesse la porta dietro di loro.

Come al solito Valerie si sedette sulla lavatrice mentre Adam si appoggiò alla parete spoglia.

Era entrati insieme in quella stanza ancora un paio di volte da quando aveva iniziato. Da allora Adam aveva scoperto che a Valerie era già arrivata all'università studiando da privatista (cosa che aveva spinto Adam a pensare che, nonostante la natura dei rapporti che intratteneva o che aveva intrattenuto con la sua famiglia, quest'ultima fosse molto facoltosa) e che aveva avuto il primo ragazzo a quattordici anni ma che oltre a lui non c'era stato più nessuno.

<<Okay cosa vuoi sapere questa volta?>> Chiese la ragazza, che ora sembrava calma. Ma Adam sapeva che quando intrattenevano questi colloqui non lo era mai, e infatti continuava a picchiettare con le dita sul piano della lavatrice su cui sedeva.

Adam setacciò i suoi pensieri alla ricerca di qualcosa di utile che non irritasse Valerie. Non era facile, qualsiasi domanda poteva scatenare una reazione inaspettata nella ragazza, portandola a chiudersi in sé stessa di nuovo.

<<Il viaggio più bello che hai fatto?>> Adam si chiese se qualcuno aveva mai posto domanda più stupida, ma la ragazza sorrise come sollevata dal fatto che la domanda non fosse più così invadente.

<<Ho viaggiato molto con i miei nonni... ma quando avevo dieci anni trascorsi l'intera estate in Cornovaglia, è molto diversa da New York, è tranquilla. Spesso desidero ritornarci.>> Confessò la ragazza dondolando le gambe, gesto che le diede un'aria infantile.

Adam spesso dimenticava che Valerie in realtà aveva solo sedici anni e che era un'adolescente ma spesso quando si perdeva ad osservarla sembrava una di quelle persone che nella vita ne aveva viste e vissute così tante che seppur giovane erano attorniante da un'aura di saggezza e conoscenza che non permettevano di vedere delle cicatrici.

Ciao a tutti!

Vi lascio il sesto capitolo della seconda parte fatemi sapere se vi piace votando e commentando!

Visto che luglio ormai è maturo vi auguro a tutti una bella estate e se, come me, state ancora studiando teniamo duro! (e sti cazzi se no cosa altro possiamo fare?)

Buon weekend,

Norah.x

Bullets, flowers and blood. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora