Delitti Montgomery

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- Quindi è morto anche lui? Siamo rimasti noi tre.
- Si, Raphael. Io, te e Penny.

"E io mi volsi al mar di tutto 'l senno;
dissi:-Questo che dice? e che risponde
quell'altro foco?e chi son quei che'l -fenno?-
Ed elli a me:-Su per le sucide onde
già scorgere puoi quello che s'aspetta
se'l fummo del pantan nol ti nasconde"

Il corpo di Sothe Lewis pareva colto da un sonno molto profondo, lì, sdraiato supino sul suo letto, che non aveva osato abbandonare da quando aveva scacciato gli altri ospiti via dalla sua camera.
Eppure i disperati tentativi di sopravvivenza non lo avevano salvato dall'incombente destino che ormai sembrava essere ben delineato per tutti i clienti del Seven Stars Hotel.

- Io... io... ero entrata con la chiave di scorta della reception per prendere delle cose che avevo dimenticato dentro, e... e l'ho trovato così; pensavo stesse dormendo, quindi ho provato a svegliarlo per avvisarlo, ma non si svegliava... - così usciva, tra un singhiozzo e un altro, quel filo di voce rotta dalle labbra di Penny Wright.
- Io... dovevo essergli vicino e non l'ho fatto.
- Suvvia, Penny. So che era il tuo titolare, ma era comunque un mostro, non te lo dimenticare.
- Non sto dicendo che soffro per lui. Se fossi stato con lui, avrei finalmente capito chi ci sta uccidendo tutti. Sono disperata! Non riusciamo ancora a capire come sta succedendo tutto questo! Ho troppa paura per andare avanti.

Raphael Wayne si avvicinò al cadavere del signor Lewis, guardandolo attentamente da ogni punto.
- Non ci sono ferite, né tagli o fori di proiettili; non ci sono segni di strangolamento o di colpo da oggetto contundente.
- Guarda, Raphael.
Amy Evans indicò un cuscino a terra vicino alla gamba del letto.
- È stato soffocato mentre dormiva. Da pigro ha vissuto e da pigro se n'è andato. Come può uno dormire così beatamente in una situazione del genere? Io non riuscirei nemmeno se volessi.

I tre protagonisti rimasero qualche minuto fermi, nel pieno del silenzio dell'albergo; si guardavano senza sentimento, senza mostrare più il benché minimo segno di tristezza, o gioia, o paura.
Sembrava quasi che sentissero la gelida morte accarezzare la loro anima e che a ciò non si opponessero più, ormai. Avevano assistito a troppi decessi improvvisi in quel breve lasso di tempo; erano stati privati definitivamente di tutto; non brillava più un briciolo di umanità nei loro occhi; aggiungerei, anzi, che si decisero a sbarazzarsi persino dei loro istinti animaleschi; erano solo dei contenitori, vuotati del loro contenuto.

- Ora cosa facciamo? - chiese senza alcuna intonazione di voce Penny, fissando con sguardo vuoto le piastrelle del pavimento.
- Io... io vado a mettere a posto la reception - rispose Raphael, camminando lentamente verso l'uscio della camera.
- Perché, Ralph? Non c'è più nessuno per cui utilizzare la reception...
- Ah... già... Allora vado giù a... vivere?
- Vengo con Lei - propose sommessamente Penny Wright.
- Vi seguo, tanto anche se mi uccidete, non ha più importanza - disse Amy, guardando Sothe Lewis.
- Perché dovremmo?
- Non lo so. Era per dire...

♤♡◇♧

Villa Montgomery, vicino a Cambridge

- Mamma! Aiuto, ho paura!
- Caroline, guardami; andrà tutto bene. Capito? Andrà tutto bene. Tutto bene...

I due piani della lussuosa villa della famiglia Montgomery erano completamente calati nel buio più pesto; solo la flebile luce della candela retta da Winston Montgomery poteva rischiarare leggermente quelle tenebre, in cui si insidiava la loro paura, il mostro, la lenta morte.
- Dove sei?! Fatti vedere!!!

Si sentivano nella camera dei lenti passi estranei, passi ben calcolati, di una persona che sapeva esattamente quello che doveva fare.

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